New production Teatro Stabile di Bolzano. La Cucina

New production Teatro Stabile di Bolzano, La Cucina entra in scena, passioni, sentimenti, drammi umani cucinati a fuoco lento sul palcoscenico del Teatro di Pergine Valsugana.

di Antonella Iozzo

la-cucina2Pergine Valsugana (TN) – New production Teatro Stabile di Bolzano, La Cucina di Arnold Wesker con 24 attori trentini e altoatesini e Andrea Castelli, regia di Marco Bernardi.

Mercoledì scorso, passioni, sentimenti, drammi umani cucinati a fuoco lento sul palcoscenico del Teatro di Pergine Valsugana, hanno allietato una platea incuriosita e affascinata dalla particolarità e originalità dello spettacolo.

Primo lavoro per la Compagnia Regionale, New production dello Stabile di Bolzano realizzata in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento e il Coordinamento Teatrale Trentino.

Siamo dietro le quinte di un grande ristorante nella Londra degli anni ’50 e la routine lavorativa di cuochi e camerieri si trasforma in un’esilarante esternazione e constatazioni della propria vita. Aspetti professionali e personali s’intrecciano e tessono la trama di situazioni assurde quanto reali. È una danza frenetica di emozioni e sensazioni che prendono il sopravvento sull’attività lavorativa.

Dall’arrivo lento e sonnacchioso di cuochi e camerieri, alle prime ore del mattino, passando ai ritmi frenetici dell’ora di punta per arrivare alla pausa pomeridiana e concludere con il turno serale.

I ritmi di questa new production sono dettati da quelli del ristorante ma non sempre il gruppo di attori interagisce con le dinamiche del copione.

Gusto, passione, creatività, tecnica. Ingredienti da chefs e per chefs nel parterre contemporaneo internazionale catalizzano l’attenzione. Cucine sotto i riflettori, sale come celebrazioni di arte culinaria, ristoranti nell’olimpo delle stelle. La Cucina di Arnold Wesker è un’altra storia.
I tempi cambiano, il gusto si rinnova, il passato rivela verità non proprio da copertina. È una realtà che nella penombra di ristoranti più o meno affermati, noti o seminoti, piuttosto che creare il gusto crea l’humus di una società alla deriva di sogni sospesi nella quotidianità latente.

Immobilità di pensiero e movimento sequenziale di corpi che rispondo all’incalzante ouverture della mise en place, del servizio e dei fornelli scalpitanti. Situazioni intime e sommerse improvvisamente emergono fra pesci bolliti e bistecche alla griglia, fra polli e insalate.
Un turbinio di delusioni e tensioni mordaci in un impaginato abilmente orchestrato da Roberto Bernardi che sospinge e stimola la New production. Si, perché più che le azioni sembrano essere le reazioni dettate dall’inconscio, le vere protagoniste alle quali gli attori hanno dato un corpo e un volto.

Aspirazioni, desideri, amori e sogni così lontani da sembrare utopia spicciola, ma la voglia di cambiamento spinge verso la ricerca di nuovi orizzonti.  Orizzonti che certo non debordano i contorni di una zuppa acida ma varca i sui confini.

Una ricerca in avanti che si arresta o meglio arretra quando il sogno chiede input, autentica poesia di un abbraccio sincero, ormai spentosi come la fiamma di una cucina persa dietro il menu del giorno che propongono rivisitazioni in salsa demodé.

La cucina è passione, sentimento, scienza, arte, chimica. Stessa complessità che ritroviamo in ogni persona. Pulsazioni interiori come reazioni ad azioni del reale circostante, tante volte oggetto e soggetto di monologhi interiori.

Delusione, rassegnazione, illusione celata e mai esternata e poi in fondo all’anima un sogno, o meglio si crede di avere un sogno. Esattamente come si crede che il mix d’ingredienti che ci troviamo sul tavolo della cucina bastino per creare piatti degni di un ristorante.

No, la vita va condita con la giusta dose di passione, e i valori, l’entità e l’identità devono interagire con il mondo per essere il mondo che noi stessi rappresentiamo. Ribollire giorno dopo giorno spegne la materia prima che gravita in fondo alla pentola coma zuppa acida.

In questa New production la grande comunicativa di Castelli, il suo piglio sicuro, deciso, dettato dalla professionalità e abilità interpretativa ha plasmato l’azione scenica di ogni singolo attore.  Un gruppo coeso che ha dimostrato di saper esaltare le passioni umane servendole nella loro cruda verità.

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (10/12/2016)

Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1