Orchestra Haydn e T. Dausgaard, musica dal pathos celebrale

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta dal Maestro danese Thomas Dausgaard in un programma dall’intense atmosfere nordiche. Musiche di Sørensen, Nielsen e Čajkovskij. L’attitudine di regalare emozioni nel valore della musica.

di Antonella Iozzo

Trento – Atmosfere nordiche all’Auditorium Santa Chiara di Trento con il concerto dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta dal Maestro danese Thomas Dausgaard, tenutasi mercoledì scorso.

Musiche di Sørensen, Nielsen e Čajkovskij. Un programma diverso, intenso e suggestivo che ridisegna l’astratto musicale in un poetico mondo dei sensi.

Nella prima parte del concerto due prime italiane: Enchantress di Bent Sørensen e il Concerto per flauto e orchestra di Carl Nielsen, con la flautista di origine tedesca Alissa Rossius in qualità di solista. Un mosaico di emozioni danza in una felice combinazione di energie musicali che spirano nel fermento della passione compositiva.

Apre il concerto Enchantress di Sørensen, cinque intermezzi per orchestra, commissionati dalla BBC per la BBC Scottish Symphony Orchestra, ispirati al poema Enchantress Farewell di Walter Scott, già messo in musica da Beethoven nei suoi Lieder scozzesi.  Enchantress giunge all’ascoltatore come una surreale impressione, una nebbia che avvolge e sconvolge la sensibilità emotiva grazie a trame iridescenti e indefiniti.

Sono intersezioni che esplorano il fascino discreto dell’invisibile. Parole chiavi: L’” Addio- Farewell” l’incantatore, l’incanto, l’” Incantatrice – Enchantress”. Quasi evocazioni, quasi memorie future che la musica sintetizza, mette a nudo, rilancia con la sua indissolubile essenza che si unisce ad una toccante allusione a Beethoven. L’Orchestra Haydn entra nella partitura, diventa anima e musica ne sfiora l’impalpabile restituendoci pagine di incanto e meraviglia struggente. Con estremo tatto e garbo non esegue, non interpreta ma diventa parte integrante dell’idea compositiva di Sørensen. È pura fusione che il gesto del maestro Dausgaard eleva a quintessenza del valore musicale. Il suo input è traccia visiva carica di significato, è tecnica e ricerca di quel mistero racchiuso in ogni singola nota.

Con il Concerto per Flauto e Orchestra di Carl Nielsen entra in scena la flautista Alissa Rossius. Nata a Monaco di Baviera, è una flautista brillante e appassionata capace di regalarci un’esecuzione precisa, raffinata e musicale.

L’Allegro Moderato iniziale porta in sé impressioni tese e drammatiche rapidamente dissipate dall’entrata del flauto con un tema luminoso e spigliato. Solista e orchestra viaggiano all’unisono sviluppano il tema e lo trasportano in tonalità diverse. Si percepiscono tensione fin quando l’orchestra entra in contrasto col solista, fino alla cadenza, in cui il flauto dialoga prima con i timpani, poi con il clarinetto. Il risultato è un dipinto musicale tra vivide espressività e pura impressione spirituale. L’Orchestra Haydn ci restituisce un’interpretazione intensa e potente dove l’armonia progressiva di Nielsen emerge con forza mostrando direzioni sempre diverse. Orchestra e direttore librano nell’aria ogni sfumatura in un costante e crescente dialogo con Alissa Rossius. La sua presenza è sensibilità materica ricchissima di timbri che sottolineano profili e torniture del suono, tutto con estrema eleganza, tanto che l’Allegretto, con il suo carattere volubile e inafferrabile ne cesella la personalità.

Il flauto di Alissa Rossius ha un tono innocente, amabile che con assoluta naturalezza si lancia verso passaggi di alto virtuosismo, insieme agli altri strumenti, soprattutto i fiati. Un crescendo fino al dialogo tra il gentile flauto e il ruvido trombone, e successivamente i timpani, mentre gli archi sembrano fare un passo indietro. Esecuzione che diventa brillante con il flauto che incede forte nelle ultime due battute, mentre l’orchestra si spegne in un sussurro.

Orchestra Haydn: esperienza e competenza, tecnica e inspirazione. Qualità che trasformano quell’inafferrabile in reale, in vissuto e quotidiano senso professionale. Il tempo è il suo alleato e nel tempo l’emozione musicale ha tracciato la strada della cultura, dell’essere tradizione che volge lo sguardo al suo passato per tracciare il futuro con sensibilità, professionalità e passione, quella che vive e agia i cuori, quella che firma l’identità nell’invisibile di ogni musicista. Sembra quasi impossibile ma la maestosità della Sinfonia n. 5 in Mi Minore, op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, porta tutto ciò in primo piano.

Intensa, complessa, profonda, la Sinfonia n. 5 esprimere, secondo Cajkovskij, una completa rassegnazione al destino. Il tema conduttore lega tutti e quattro i movimenti della composizione ed è esposto inizialmente dal clarinetto.

Segue L’Allegro con anima che ne sviluppa con drammaticità l’aspetto malinconico. Ritmi puntati fino al secondo tema, dall’andamento di danza. Sul podio il gesto di Dausgaard è estremamente lucido e insieme lirico, una sorta di sentiment sul borderline del celebrale che Orchestra Haydn esprime disegnando masse timbriche e arcate melodiche fino a all’Andante Cantabile, che si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, è ricca di slancio, ed ecco l’espressiva melodia affidata agli archi che si tinge di enfasi, riconducendoci al tema del destino.

L’Allegro Moderato è un valzer elegante e lieve, dove luci e ombri increspano il tessuto musicale. Il fato, il destino aleggia nell’aria nel pensiero mentre rapidi e insistenti passaggi dei legni e degli archi, sembrano celebrarne il su tono scuro. Segue un Allegro Vivace teatrale carico d’intensità espressiva. Il tema del destino è sempre presente, sembra cambiare pelle ma torna e ritorna trasformato in un canto di vittoria. La musica è solo la musica che trionfa nella splendida esecuzione dell’Orchestra Haydn che con perizia tecnica e intelligenza segue il gesto del direttore Dausgaard, tutto parla all’istinto, tutto sussurra in quell’oceano di sensazioni che si distendono e s’increspano fino a rinascere stato d’animo, ineluttabile audacia che fa risaltare un’immagine precisa della partitura. Tutto il resto è l’attitudine di regalare emozioni nel valore della musica dell’Orchestra Haydn.

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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (15/02/2024)

 

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