Il cuore di Ramin è fatto di Bach, è un maestro di vita
Bassno del Grappa (VI) – Ramin Bahrami, tra i più grandi interpreti bachiani all’Operaestate Festival Veneto 2012, incanta il pubblico nel concerto che lo vede protagonista insieme al flautista Massimo Mercelli. Una poesia che si anima e scopre la Musica di Bach nel rispetto della sua universalità. Amore, sensibilità e culture che s’intrecciano …
Ramin Bahrami il suo rapporto con Bach?
È un rapporto monogamo, estremamente felice perché Bach non è solo un grandissimo compositore, forse il più grande compositore di tutti i tempi, ma è un maestro di vita. Penso che Bach, in un certo senso, scelga i suoi interpreti, è entrato nella mia vita a cinque anni e mezzo ed è stato un incontro fondamentale per la mia crescita e la mia formazione soprattutto di uomo, perché Bach va al di là della musica, ripeto, è un maestro di vita, di perfezione, di bellezza, di armonia.
È nato durante la guerra tra Iran e l’Iraq, in quella quotidianità la musica cosa rappresentava?
La musica è stata la più grande medicina per non impazzire. Poter immergersi in essa nei momenti di ansia, quando senti un allarme, una bomba che sta per arrivare, è come alleviare il dolore, per me la musica è sempre stata un balsamo per l’anima.
È vero che uno dei consigli di suo padre sia stato “frequenta Bach, perché la sua musica ti potrà aiutare molto”?
Si, assolutamente. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia letteralmente cosmopolita: mio padre è nato a Berlino da mamma tedesca e padre iraniano, mia madre ha origini russo-turche e quando nasci in un incrocio di meravigliose culture impari a capire che un elemento è necessario all’altro e che non bisogna prendersi troppo sul serio.
Incroci anche musicali ….
Si, certamente, le varie sfaccettature della musica sono in un certo senso l’essenza della musica di Bach. Nel mio ultimo CD ”Le Suite Inglesi” per esempio sembrano essere una specie di parlamento musicale universale dove Bach ha unito la Francia, l’Inghilterra, la Germania, la Spagna l’Arabia, infatti, la “sarabanda” è una danza ispano –araba, per cui Bach è un vero maestro di globalizzazione. La sua musica può essere definita la più atemporale possibile, perché non appartiene ad una determinata epoca, ma appartiene al futuro come al presente e come al passato. E’ la musica più moderna e più antica che sia mai stata scritta.
Dove sta il segreto dell’universalità di Bach?
Nella sua capacità di unire le differenze. Nessun compositore vi è riuscito come Bach, gli sono tutti debitori.
Se dico le ragioni di Bach, il cuore di Ramin, lei come mi risponde?
Il cuore di Ramin è fatto di Bach, io penso di avere un’amante per la vita: Bach.
Come e perché e nato il World Bach-Fest, tenutesi nel mese di marzo a Firenze?
Ho usato Facebook face dolo diventare “Face-bach”. Per certi aspetti è stato un uso rivoluzionario: nell’arco di sei mesi avevamo più di 3.500 membri da tutto il mondo e mi sono detto perché non passare dal virtuale al reale. Così ho iniziato a chiedermi quale città potesse esprimere la magnificenza ed il culto del bello in Bach, subito mi è venuta in mente Firenze. Abbiamo inaugurato la prima edizione, con un mio concerto insieme all’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e per 24 ore è stata eseguita la musica di Bach con diverse formazioni, come chiusura ho interpretato le Variazioni Goldberg. Tutto si è svolto tra il Teatro Comunale e il Salone dei 500, dove è venuta la mia carissima amica Natalia Gutman la più bella voce al violoncello, inoltre si sono susseguiti alcuni dei più grandi musicologi italiani, avevamo anche il benestare della’Archivio Bach di Lipsia, ed infine c’era una sezione dedicata al cinema con film che hanno usato come colonna sonora le musica di Bach. Uno dei miei film preferiti è “Solaris” di Tarkovskij, che trovo sia una delle più alte vette di tuta la cinematografia artistica.
E’ stato un grande successo con un affluenza di pubblico di 8000 persone, sono numeri da rock star e Bach per tre giorni è stato una rock star.
Quanto feeling c’è tra musica classica e internet?
Se usato bene c’è molto feeling, ma deve avere una funzione di educazione, di aggregazione. Le cose virtuali non mi piacciano più di tanto, si sono utili, oggi non credo ci sia un canale più immediato di facebook per unire le nazioni le varie influenze territoriali, ma bisogna arrivare sempre dal virtuale al reale. Purtroppo ho l’impressione che oggi il nostro mondo sta rischiando proprio il contrario, cioè sta passando dal reale al virtuale. E’ un momento di grande crisi d’identità, queste tecnologie sono un bene ma allo stesso tempo sono molto pericolose.
Lei è stato uno dei pochi che ha bacchettato Allevi …
Io penso che ognuno deve fare quello di cui è capace. Semplici melodie, magari per gli spot pubblicitari non si devo mescolare con giganti come Bach, Beethoven, Mozart, nomi che non vanno sprecati, non vanno toccati, prima di pronunciare dei nomi così grandi si deve stare attenti. È importante rispettare il proprio territorio. Non ho nulla incontrario alle melodie leggere, ma non posso vendere una melodia elementare per una sinfonia di Mozart, trovo che sia ingenuo, ma l’ingenuità ha dalla sua il commercio.
Prossimi progetti?
Ho tanti progetti. Al CD delle Suite Inglesi ne seguirà uno sulle opere bachiane con l’invenzione a due e tre voci, e poi una chicca: alcune opere per liuto mai incise per pianoforte che Bach considerava possibili sia al piano che al liuto. Un altro progetto coinvolge Riccardo Chailly e l’orchestra più bachiana, forse più antica del mondo la Gewandhaus di Lipsia con la quale eseguiremo i concerti per 2, 3 pianoforti di Bach. I musicisti saranno un pianista israeliano- palestinese, una pianista armena, pianista iraniano, un direttore italiano e un orchestra tedesca. Questa è la dimostrazione dell’universalità della musica. Tutti parleranno la stessa lingua, la lingua più cosmopolita che ci sia: la Musica
Bach in tre aggettivi
Profondità, perfezione, bellezza
Ramin Bahrami in tre aggettivi
Eterno romantico, malinconico ed entusiasta
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(2707/2012)
Articolo correalto: Ramin Bahrami ed è Bach
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1