Al Teatro Regio di Parma
Il Barbiere di Siviglia
Rossini travolge, orchestra e cast entusiasmano
Parma – Travolgente successo per “ Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini che ha conquistato il pubblico del Teatro Regio di Parma e le platee internazionali grazie all’iniziativa promossa da Rai Trade. L’ultima recita, quella del 26 aprile, infatti, sarà trasmessa in diretta, alle venti, in tutte le sale cinematografiche italiane, europee e statunitensi che aderiscono al circuito Microcinema, inoltre sarà trasmessa in differita anche in Canada, Sud America e Australia. A Parma sarà possibile seguire l’evento al cinema “The Space” del Barilla Center. Un evento che conferma ancora una volta il prestigio culturale di Parma e il suo Teatro più prestigioso.
L’opera composta nel 1816, a 24 anni, su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla geniale commedia di Beaumarchais, è un capolavoro di coerenza teatrale e psicologica. Figaro, il barbiere impiccione che di tutti sa e di tutto s’interessa, prende vita sulle note straordinarie del maestro Rossini, offrendo il suo aiuto al giovane Conte d’Almaviva, un potente di Spagna, per conquistare la sua bella Rosina sottraendola all’anziano tutore Don Bartolo. Un vecchiaccio avido, che in segreto sta tramando per sposarla e conquistarne la dote, per evitare sorprese la tiene segregata in casa proibendole ogni contatto con l’esterno, soprattutto con il conte d’Almaviva che per vederla e parlarle si reca in incognito a Siviglia sotto il nome di Lindoro.
Un Amore come questo non può essere rovinato da un tale balordo, ed ecco, Figaro, pronto ad aiutare i giovani innamorati escogitando curiosi stratagemmi. Largo alfactotum, dunque!
L’opera contiene, momenti memorabili, diventati mitici, come l’arrivo del barbiere che inizia la sua giornata all’alba, per le strade della città addormentata, cantando l’immortale “Figaro qua, Figaro là”.
Buona e potente l’ impostazione vocale del baritono Luca Salsi /Figaro che ha dato l’impressione di essere l’interprete principale, anche se non sempre è protagonista indiscusso del movimentato dramma comico.
Un capolavoro di spensieratezza giocosa, di acume, smalto e intelligenza sagace, che l’orchestra, il coro e gli interpreti hanno saputo dispiegare con ritmo vorticoso, dando ampio respiro alle battute dal gusto agrodolce. Un’interpretazione che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra raffinatezza e comicità.
Uno spettacolo di sano e limpido divertimento anche grazie alla regia di Stefano Vizioli e alle scene di Francesco Calcagnini: inventiva e originalità come collante tra recitazione, scenografia e musica rossiniana. Essenziali presenze scenografiche che all’occorrenza entravano in scena come quadri degni del genio surrealista Magritte, per “minare”, per esempio, l’indirizzo della bottega di Figaro, o il turbinio scintillante delle note che si materializzano sul fondale in uno spartito da far girar la testa.
L’azione si è svolta quasi sempre nell’abitazione di Don Bartolo, un edificio semimovente che ricordava le case spagnole. Essa raccoglieva, aprendosi e chiudendosi, le intemperie del cuore e le furberie dei protagonisti con ampi spazi nei quali l’essenziale arredamento ricamava la scena. L’esecuzione musicale è limpida, attenta, magnetica ed elegante nei tempi, nei colori, nella dedizione dell’orchestra, che il giovanissimo Andrea Battistoni conduce.
Il Conte d’Almaviva, Dmitry Korchak, osa acuti espansi e mezze voci che convincono ma denotano anche un fraseggio a volte poco saldo e vigoroso; Bruno Praticò, Don Bartolo, dal timbro sicuro, ha momenti irresistibili, disinvolto in scena, interagisce con il pubblico, e colpisce per la forza vocale che modula con esilarante divertimento. Il basso Giovanni Furlanetto, Don Basilio, ha conferito al personaggio una buona comicità gestuale e vocale. Rosina è Ketevan Kemoklidze: presenza scenica, mimica espressività, azione, qualità che la rende soavemente piccante, briosa e tenera, l’estensione vocale è dignitosa ma non brillante. L’emissione morbida nel porgere le frasi di Natalia Roman, la serva Berta, convince e si unisce all’espressività gestuale che caratterizza il personaggio.
Il Barbiere di Siviglia opera buffa in due atti dalle mille sfumature continua a divertire il pubblico con l’ esuberanza creativa del brio rossiniano. Irresistibile e contagiosa vivacità che dal palcoscenico del Regio, con fluidità e nitidezza, colora sorrisi e richiama applausi a scena aperta. Una commedia di carattere sottile e veritiera, quanto spumeggiante e vitale.
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(26/04/2011)
Le foto sono di Roberto Ricci Teatro Regio di Parma
Atto primo, Ketevan Kemoklidze (Rosina)
Atto primo, Dmitry Korchak (Il Conte d’Almaviva)
Atto primo, da dx Luca Salsi (Figaro), Dmitry Korchak (Il Conte d’Almaviva)
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1