Les Ballets Trockadero di Montecarlo . Danzatori pronti a calarsi in interpretazioni che il repertorio classico fin dall’Ottocento ha dedicato alla grazia femminile.
Bolzano – Al Teatro Comunale di Bolzano la danza diverte ed entusiasma con Les Ballets Trockadero di Montecarlo, una Compagnia composta solamente da uomini che interpretano sia ruoli femminili sia maschili, un viaggio nella storia del balletto, iniziata nel 1974 dall’idea di alcuni appassionati di danza di presentare il balletto in versione “en travesti”. La danza assume una nuova dimensione e guarda il pubblico dalla copertina di Vogue America fotografata da Richard Avedon, dai teatri di tutti il mondo, i numerosi premi ne sono una conferma. Un affiatato collage di danzatori americani, africani, francesi, canadesi e italiani come Raffaele Morra, formatosi al Teatro Nuovo di Torino e Roberto Forleo, cresciuto a Reggio Emilia alla scuola di Stefanescu.
Danzatori pronti a calarsi in interpretazioni che il repertorio classico fin dall’Ottocento ha dedicato alla grazia femminile, catturano le platee con sorprendente prontezza di spirito, vitalità e parodie. Un mixer giocato sulle punte ed il pubblico acclama. Immediatezza visiva che sul palcoscenico segue ed insegue i gesti dei grandi balletti consegnatoci dalla storia.
Professionisti in tutù e scarpette danzano tutti i ruoli possibili, e corpi maschili, pesanti più che fluenti e snelli, quasi delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni o come romantiche principesse, creando esilaranti figure che s’intrecciano con la coreografia. Il risultato è una commedia dell’arte sotto il segno della leggerezza.
Il secondo atto del “Lago dei cigni” apre lo spettacolo con variazioni di linee che mimano lo stile della versione forse più conosciuta, quella del Balletto del Teatro Mariinskij. Odette, la bellissima principessa trasformata in cigno dallo stregone malvagio viene salvata dall’amore del Principe Sigfrido. Storia romantica per eccellenza capace di schiudersi al sogno, metamorfosi di mortali in uccelli e viceversa, tema frequente del folklore russo, che regala suggestioni da favola qui involano la metamorfosi delle interpretazioni per cadere nel volatile gioco “en trevesti”.
Si prosegue con “Patterns in Space” su musica di John Cage ispirato alla coreografia di Merce Cunningham. Perla rara che esprime il contemporaneo dei Trocks. Tre ballerini e due musicisti in uno spazio che interagisce con la danza, con il corpo. Tutto il vissuto in suono, tutto il percepito in un movimento calibrato e ritmico. L’ironia ritorna con “Go for Barocco” reinterpretazione di un classico di Balanchine. Passi di danza che cercano a fatica la raffinatezza e conducono verso un’esecuzione semplice ed essenziale che si accende nel finale riportando in prima linea la lettura coreografica di Peter Anastos.
Chiude il secondo tempo l’immancabile “Morte del cigno” abbondante perdita di piume in una leggiadra cadenza di senso.
Gran finale con un divertissement da Raymonda, “Raymonda’s Wedding”. Un balletto che esige padronanza tecnica ed interpretazione, “Les Ballets Trockadero di Montecarlo” rivelano una certa abilità e humor anche se il tutto è limitato a una ballerina in tutù con gli occhiali e ad una caduta stile domino di una fila di danzatori. Capriole, espressioni facciali e alterazioni coreografiche lasciano il posto molto spesso solo al gusto per il travestitismo, a quel costruire al maschile il femminile della danza, ed un pas de deux, un’arabesque, una pirouettes divengono il collante di uno spettacolo che diverte divertendosi.
di Antonella Iozzo
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(18.03.2012)
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