Castel Thun.Un ballo in maschera
Spettacolo che audacemente entra negli spazi sensoriali
Ton (Tn)- La cultura conduce “Dicastelliincastello” eventi, concerti, spettacoli per riscoprire il Trentino in una favola dal sapore storico. In questo contesto si è svolto venerdì scorso presso il magnifico Castel Thun uno spettacolo di teatro immersivo dove la storia, l’animazione, il racconto interagiscono in un orizzonte di grande poesia e rivelano gli spazi ed i personaggi che li hanno abitati. “Un Ballo In Maschera” di OHT, Office for a Human Theatre, regia Filippo Andreatta.
Un percorso nella storia della famiglia Thun che diviene corpo di uno spettacolo la cui anima raggiunge il pubblico. Un’anima che può far rivivere in modo diverso , il maniero e la sua storia con una triangolazione che dalla recitazione passa al video, agli effetti suggestivi di luci e ombre, al coinvolgimento del pubblico che diviene parte attiva dell’evento in corso, indossando dei mantelli e delle maschere.
Gesti capaci d’interagire con l’azione, di dettare le linee guida di un’atmosfera debordante la spazialità. Pubblico e attori costruiscono il significato, il senso, il cammino che conduce negli anfratti della memoria storica, quella che esce allo scoperto e racconta l’iconografia dei Thun, lo spazio architettonico del maniero, i rapporti con gli eventi storici, le guerre religiose e secolari, il suo mecenatismo.
I Thun, una delle più antiche e nobili famiglie che hanno segnato con la loro presenza capitoli di storia della provincia di Trento e della Boemia. Le vicende che riconducono all’avvio della Guerra dei trent’anni ed alla battaglia della Montagna bianca combattuta presso Praga. L’aspra lotta tra la nobiltà boema protestante contro l’imperatore Mattia d’Asburgo al fine di ottenere l’autonomia e la libertà di culto, che precipitò con la cosiddetta “defenestrazione di Praga”. La vita mondana con lacerti di cultura che spingono la famiglia Thun a commissionare opere musicali a Mozart e passatempi “aristocratici” quali la caccia, rivivono nella valenza ludica ed emozionante, impregnata di crescente tensione e coscienza del movimento di Chiara Caimmi, Patric Scott e Manuela Fischietti.
Tre intense interpretazioni in una simbiosi estetica, che innesca nelle sue pieghe, le variazioni di una pulsazione che funge da collante per l’intero spettacolo. Pulsazione come soluzione di continuità in uno spettacolo che audacemente entra negli spazi sensoriali abbandonando sia il testo di Lermontov, sia la partitura filologica per dilagare in una dimensione aperta, nuova che intercetta quei rapporti spaziali e sensoriali dove la distanza rende luminoso e vitale lo sguardo sul pensiero, un’esplorazione che lascia spazio alle variazioni dell’esistenza qui divenuta traccia che sospira nelle forme del teatro.
Espressività verbale, il suono di Stefano D’ Alessio, il video di Martina Menegon, sintesi tra linguaggi in una coreografia fluida incastonata nella campitura spettacolare di Catel Thun.
Maestoso e solenne il castello risplende nell’elaborazione di uno spettacolo che accende la fantasia, che recupera la sua importanza di patrimonio architettonico, che riscopre la storia nel fuggevole istante impresso indelebilmente nella nostra mente da una ricerca artistica evoluta in esperienza estetica.
Diversi spazi del castello hanno ospitato “Un ballo in maschera” quasi un percorso itinerante che induce lo spettatore a vedere con nuovi occhi la bellezza sopita in un luogo che da sempre s’impone ma allo sguardo, ma attraverso una realizzazione scenica che cammina insieme a noi ricamando la danza del sentire “parla” alle emozioni.
Dopo lo spettacolo teatrale la musica della Tiger Dixie Band, un’interessante formazione che si dedica al recupero del Jazz degli “anni ruggenti”. È la voce della tromba di Paolo Trettel che languidamente, morbidamente ci richiama nel cortile interno dove il resto della Band catalizza l’attenzione e inviata alle danze, il “ballo in maschera” ha inizio!
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(22/07/2012)
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