Alessandro Mori, ogni mio vino contiene le emozioni, gli stati d’animo, gli umori che hanno contraddistinto quella precisa annata, è un sunto di lavoro e passione, di verità e realtà.
di Antonella Iozzo
Montalcino (SI) – Alessandro Mori, solarità intraprendente declinata in Brunello. La sua Azienda, Il Marroneto è la sua vita, il Sangiovese la sua anima, il Brunello firmato Il Marroneto la sua personalità che fluttua in ogni calice, che racconta in ogni sorso la purezza, la passione, la cultura ma soprattutto l’essenza del creare vino.
La storia della sua famiglia come s’intreccia con quella del Sangiovese, uno dei vitigni simbolo della Toscana?
Mio padre nel 1974, affascinato da questi luoghi, comprò Il Marroneto la cui struttura centrale risale al 1247 ed è patrimonio dell’umanità. Il suo primo nome era Marroneto, poi per un errore di trascrizione nel ‘700 divenne Marroneto. Nome che ricorda la sua precedente destinazione, luogo di essiccazione dei marroni. Pian piano iniziammo a piantare la vigna, naturalmente con il re dei vitigni il Sangiovese, avevo 13 anni e mio fratello diciassette. La prima annata vinificata risale al 1976 mentre la prima annata imbottigliata al 1980. Con il tempo questo nobile hobby, inizio a mutarsi in passione che mi camminava dentro e dal 1993 lavoro intriso sempre e solo di passione.
Il punto d’incontro tra i profumi e i sapori del Brunello e le emozioni di Alessandro Mori.
Ho trascorso la mia vita a lavorare e rispettare il Sangiovese. Il mio maestro è stato Mario Cortedesio, che trasmise a me e a mio fratello, tutta la sua conoscenza con due semplici parole: pulizia e rispetto. Pulizia in cantina ma soprattutto nella nostra testa perché il vino è arte, è creatività, è passione, poi rispetto per il territorio, per il vitigno, per i consumatori finali, per noi stessi. È un modo per lasciare una traccia della mia vita in questo mondo, ecco come i profumi del mio Sangiovese incontrano le mie emozioni. Sono la mia forma di arte.
Cosa significa per Alessandro alzarsi la mattina e produrre vino?
Nel tempo ho fatto in modo che la mattina non abbia una sveglia, poi, che la mia giornata non abbia una cravatta, cose non da poco che collimano con la passione, perché alzarsi la mattina per me significa portare avanti la passione di tutta la vita, passione che oggi è diventata una concreta realtà che trasmette la mia personalità, il Sangiovese.
Si può raccontare la propria vita raccontando un Brunello?
Si assolutamente. Quando il vino non è business ma è mano di colui che lo crea è ovvio. Ci sono dei vini che sono l’espressione più piena della mia vita. Ogni mio vino contiene le emozioni, gli stati d’animo, gli umori che hanno contraddistinto quella precisa annata, è un sunto di lavoro e passione, di verità e realtà.
È come dire la passione, il sogno, la vita di Alessandro Mori dentro un calice di Brunello …
Si certamente.
Le caratteristiche più importanti, secondo Lei, che contraddistinguono il suo Brunello?
Un’importantissima territorialità. E’ un vino biodinamico, cioè nato nel rispetto delle leggi della natura, privo quindi di manipolazioni aggressive, non intervengo, infatti, con fitofarmaci aggressivi, ma con cure attente e vicine alla naturalità della materia prima. Il mio vino non contiene lieviti selezionati tantomeno tannini in polvere, è un vino puro proveniente da uve lavorate come le lavoravano i nostri nonni.
Ci svela qualche segreto dell’arte dell’invecchiamento?
L’invecchiamento più che un’arte è il rispetto delle leggi della natura. I nostri nonni dicevano che il vino diventa vecchio nel legno ed elegante in bottiglia. La botte, infatti, è uno strumento, la sua funzione è quella di proteggere il vino dall’aggressioni esterne per mantenere inalterati i profumi primari dell’uva e quindi del vino al quale si aggiungono solo in piccola parte quelli terziari, cioè del legno.
È possibile viaggiare degustando il suo Brunello?
Io credo che il Brunello può essere un buon compagno di viaggio. Mi piace sorseggiare un buon bicchiere di vino nei momenti di relax che possono essere la lettura di un libro, la visione di un film o un dopocena con gli amici. Momenti nei quali sto bene con me stesso e con le persone che mi circondano, quindi mi piace pensare che si un ottimo compagno in questi momenti.
Al ristorante sceglie sempre un Brunello de Il Marroneto?
No, mai. Sono una persona curiosa che ama scoprire, conoscere i vini con altre caratteristiche, vini di altre aziende, e sono felice quando trovo dei grandi vini fatti da grandi amici.
La musicalità del Brunello come si descrive?
Nel mio vino ci sono tantissimi elementi che si combinano fra loro, è una sinfonia che si svela in ogni sorso. Se proviamo a chiudere gli occhi riusciamo a sentire l’armonia di tantissimi sapori e profumi che insieme ci avvolgono e ci abbracciano.
L’amore per una donna , l’amore per il Brunello. Quanto simili e quanto diversi?
Questa è una domanda che non mi è mai stata fatta. Sono opposti, perché l’amore per il Brunello è la mia vita, è la purezza, è il non rinnegare me stesso, è l’amore per me stesso, mentre l’amore per una donna è esattamente l’opposto, è il completamento della mia vita.
La seduzione del Brunello inizia con …
Sicuramente dal proprietario.
Il colore che meglio interpreta il Brunello?
Sangue di piccione, il colore vero del mio Brunello.
Il Marroneto in tre aggettivi
Serenità, sorpresa, simpatia.
Az. Agr. il Marroneto di Mori Alessandro
Località Madonna delle grazie 307
53024 Montalcino (SI) – Italia
Telefono +39 0577 849382 – Sito http://www.ilmarroneto.it
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(10/09/2013)
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