Bacchus il vino incontra Madrid. Edizione come sempre all’insegna della competizione e dell’innovazione che guarda con occhio attento il mercato internazionale e l’exsport. 80 gli assaggiatori tra cui Masters of Wine, giornalisti specializzati, enologi, Master Sommelier, buyer.
di Antonella Iozzo
Bacchus il vino incontra Madrid. Bacchus l’universo del vino si è dato appuntamento a Madrid, dal 15 al 18 marzo scorso per la dodicesima edizione Concorso Enologico Internazionale, organizzato dall’Unione Assaggiatori spagnoli, presso la suggestiva sede del Casino de Madrid, unico concorso enologico spagnolo, che appartiene attualmente a Vinofed, la federazione per i concorsi più prestigiosi del mondo. Una blind tasting competition che ha visto come protagonisti 1.593 etichette provenienti da tutto il mondo, dall’Europa, all’America, dall’Africa all’Asia.
E se il vino comunica cultura, le principali varietà internazionali qui presenti esprimono il senso della civiltà internazionale, la stessa che rilancia le coordinate del marketing e che promuove la bellezza attraverso i prodotti del territorio, il vino per eccellenza.
Bellezza che chiama bellezza e Bacchus non poteva avere location migliore, elegantissima residenza, stile liberty raffinato, ampio e regale ingresso. Completamente ristrutturato nel 1940, a seguito dei danni subiti durante la guerra, dal 1993 il “Casino de Madrid”, è stato dichiarato “Bien de Interés Cultural” (BIC).
Edizione come sempre all’insegna della competizione e dell’innovazione che guarda con occhio attento il mercato internazionale e l’exsport. 80 gli assaggiatori tra cui Masters of Wine, giornalisti specializzati, enologi, Master Sommelier, buyer, seguendo la scala da 0 a 100 punti hanno decretato 9 Grande Oro Bacchus, 172 Bacchus oro e 299 Bacchus d’argento.
Manifestazione enologica tra le più importanti in tutta la Spagna e che fortifica la propria produzione spagnola ben sei, infatti, sono le cantine spagnole tra i 9 Grande Oro Bacchus, solo qualità al di sopra delle parti? Lasciamo che sia il tempo e il consumatore finale a sciogliere il quesito, in fondo un buon calice non mente. Proviamo…
Müller Thurgau-Meskory Zber 2013 , de Vinos Matysak S.R.O . (Slovacchia)
Petit Verdot 2010, de Dehesa del Carrizal (Vino de la Tierra de Castilla – Spagna)
Volteo Verdejo- Sauvignon Blanc 2013 de Bodegas Ramón Bilbao (Vino de la Tierra de Castilla y León – Spagna)
Cueva de la Culpa 2011, de Bodegas Murviedro (DO Utiel-Requena – Spagna)
Pedro Ximénez Tradición de Bodegas Tradición (DO Jerez-Xeres-Sherry – Spagna)
Vall Sanzo Vendimia Seleccionada 2011, de Rodríguez Sanzo (DO Ribera del Duero – Spagna)
Ysios Reserva 2007, de Pernod Ricard Winemakers Spain (DOCa Rioja – Spagna)
Dilemure Devin 2012, de Karpatska Perla S.R.O. (Slovacchia)
Anselmann Weissburgunder Trocken 2013, de Weingut Werner Anselmann (Alemania).
E come ogni copione che si rispetti c’è anche il Bacco Gold Award per il “Miglior Vinos de Madrid” che è stato assegnato a “La Ginestra di Regajal 2012, Viñas The Regajal”.
Impossibile nominare tutti i premiati ma ci piace pensare che ognuno ha espresso le proprie caratteristiche, il proprio terroir, la propria cultura ad un evento che è confronto, quasi orizzonte teso fra le espressività più eterogenee. Bacchus , un palcoscenico dove il vino interpreta la propria storia, il proprio Paese d’origine e viceversa, solo cosi i grandi classici come la Francia, l’Italia, l’Australia, la California, il Portogallo possono dialogare con paesi in crescita come la Slovacchia, il Brasile, la Croazia, la Cina. Bacchus il vino che unisce rispettando le differenze.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(21/03/2014)
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1