Biondi Santi. Da padre in figlio sulla scia dell’eccellenza che si fa, giorno dopo giorno, radice del futuro. Oggi lo spirito della sperimentazione di Jacopo Biondi Santi continua con Sassoalloro la creatura simbolo della sperimentazione che parte dal clone BBS11.
di Antonella Iozzo
Montalcino (SI) – Biondi Santi, incontro con la storia. Attraversando il lungo viale che conduce a Villa Greppo, la sensazione del tempo dilata la sospensione della memoria nella consapevolezza che la tradizione è un attimo, intuito, preservato e consegnato ai posteri nel valore del gesto.
Un passato che porta il nome di Clemente Santi, padre del Brunello. Dobbiamo alla sua sapienza tecnica -enologica arrivata a livelli eccelsi il riconoscimento per il suo “vino rosso scelto (Brunello) del 1865” e per il Moscatello premiato all’Esposizione Universale di Parigi del 1867. Una mente protesa verso nuove dimensioni lo portarono ad ottenere vini rossi adatti all’invecchiamento e metodi d’invecchiamento molto avanzato.
I sentieri della vita incrociano le dinamiche del destino e la trama del domani nasce dalla passione familiare trasmessa da Clemente Santi al nipote Ferruccio, figlio di Caterina Santi e Jacopo Biondi.
Ferruccio Biondi Santi è evocazione e memoria, è compendio di dedizione e genialità, è continuità storica nel segno del nonno materno. È un andare oltre ogni prospettiva superando la Prima Guerra Mondiale, e alle avversità che come una tempesta si abbatterono sull’Europa, la fillossera che poteva distruggere, irrimediabilmente, i vigneti del Greppo. La sua lungimiranza lo proiettò oltre le soluzioni immediate di mettere rapidamente in beva i vini rossi dai nuovi vigneti, per un rapido realizzo finanziario, vinificando in purezza il Sangiovese, nasce una nuova era e nel 1888 la prima bottiglia di Brunello di Montalcino.
Verso la fine dell’800 iniziò una metodica selezione massale del Sangiovese e reimpiantò i suoi vigneti innestandoli su barbatelle selvatiche, con gemme prese da quelle piante madri individuate al Greppo. Nel 1932 viene descritto come inventore del Brunello da una Commissione Interministeriale che studiò il territorio del Chianti, compreso Montalcino.
Nell’origine la differenza
Nell’origine la differenza, un lascito di autenticità che continua a conquistare il mondo. Dopo la morte di Ferruccio, avvenuta nel 1917, è il figlio Tancredi a gestire il Greppo. Impegno, costanza, culto della tradizione e percezione di un’eredità che porta in se il senso e l’essenza della storia del Brunello. Il presente è un divenire di competenze apprese, di studi, di ricerca e di quel memorabile ritratto di un passato prezioso e solido. Ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini Tancredi Biondi Santi, nel 1925 ottiene una medaglia d’oro per la sua grande “abilità enotecnica” e continua a rendere ogni gesto un capolavoro di arte enologica come la Ricolmatura delle vecchie Riserve che stavano calando di livello. Un passaggio fondamentale che lo porta a ricolmarle con vino della stessa annata. Tutto acquista il valore di un rito dal 1927 per le Riserve 1888 e 1891 e prosegue suggellando ciò che era già sublime nel suo ultimo atto del 1970, la ricolmatura delle sue vecchie bottiglie del Brunello Riserva 1888 – 1891 – 1925 – 1945, nella Cantina del Greppo, alla presenza di Mario Soldati, Luigi Veronelli e Paolo Maccherini.
Nel libro “Vino al Vino” Mario Soldati, riferendosi al “segreto” della Ricolmatura del Brunello, fatta al Greppo nella primavera del 1970, scrisse: “sono caduto in ginocchio come davanti ad un piccolo miracolo”.
Il Brunello di Montalcino Biondi Santi è in vetta, suprema realtà che non ha uguali, verità che ritorna foriera della sua entità.
Continuità storica che sigla ogni bottiglia anche con le etichette. Un sunto di storia e di simboli che sigla la realtà del Brunello Biondi Santi. La più vecchia è quella del 1917 battuta ad un’asta della Casa d’Aste Pandolfini. Dal 1945 troviamo l’etichetta ideata da Tancredi Biondi Santi in collaborazione con un suo amico pittore Vittorio Zani di Siena, le cui caratteristiche generali sono presenti nelle etichette odierne, fondo nero con al centro lo stemma di famiglia e le scritte in avorio. Particolare, interessante, il termine “Brunello” posto in primo piano, prima degli anni ‘60 poiché in quel tempo esisteva in commercio solo il Brunello Biondi Santi. Quando iniziarono altri produttori, il Dr. Tancredi Biondi Santi, invertì l’ordine sullo sfondo Brunello in evidenza la “marca” ossia Biondi Santi.
Da padre in figlio
Da padre in figlio sulla scia dell’eccellenza che si fa, giorno dopo giorno, radice del futuro. E sarà Franco Biondi Santi, enologo, figlio di Tancredi, dopo la morte del padre, a condurre la Tenuta Il Greppo con un’impareggiabile collezione di bottiglie di Riserva, inoltre aumenta la produzione del Brunello del Greppo dai 4 ettari, alla morte del padre, agli attuali 25. Franco Biondi Santi con rigore, passione e amore, ha reso le grandi Riserve centenarie del suo Brunello, emblema di un vino che non teme confronti e custode della vastità dell’anima e della terra che l’ha partorita.
La tradizione portata all’estremo genera nuova linfa da un passato che insegna, che tramanda la sua forza e la sua essenza, e nel 1970 Franco Biondi Santi iniziò una selezione clonale delle sue vecchie viti del Greppo, provenienti dalla selezione massale iniziata dal nonno Ferruccio a metà dell’800, in collaborazione con i professori Casini, Bandinelli dell’Istituto di Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Dai diversi cloni di Sangiovese ottenuti quello divenuto ufficiale è il BBS/11 (Brunello Biondi Santi, vite n° 11), clone dal quale sono state prelevate le gemme poi innestate sulle nuove barbatelle selvatiche. Clone che è entrato a far parte dell’Albo dei “Vitigni Raccomandati” dell’Unione Europea.
Sotto il cielo della Toscana, la stella Biondi Santi illumina d’immenso il panorama internazionale. Il mondo rimane ammaliato da una qualità superiore, dal rigore e da una storicità che assume nei calici le sfumature più alte della competenza enologica. L’articolo “The Renaissance Lives On In Tuscany” (Il Rinascimento sopravvive in Toscana) di Luis Marden, della rivista National Geographic del novembre 1974, è solo un esempio di come Franco Biondi Santi continua verso questo cammino, che entusiasma a dir poco i 16 più autorevoli critici enologici di tutto il mondo (Wine, Vinum, Vinotheque, Wine Enthusiast, Decanter e gli italiani Gambero Rosso, Civiltà del Bere e Luigi Veronelli) alla storica degustazione verticale del 28 settembre 1994, delle Riserve: 1888, 1891, 1925, 1945, 1955, 1964, 1968, 1970, 1971, 1975, 1981, 1983, 1985, 1987, 1988. La voce di Franco Biondi Santi e del Brunello del Greppo, risuonano di una verità straordinaria, disarmante.
Montalcino scopre il mondo e viceversa, è il trionfo, è l’inizio di un’apoteosi. In quella occasione Nicholas Belfrage, allora giornalista di spicco di Decanter, assegnò 10/10 al 1881 decretandolo, nonostante i suoi 103 anni, il miglior vino in assoluto. Prestigio chiama prestigio e “Wine Spectator”, rilascia un inatteso attestato che inserisce il Brunello di Montalcino Biondi Santi del Greppo Riserva 1955 nei migliori 12 vini prodotti del XX secolo al mondo, unico italiano. Il titolo dell’articolo è molto eloquente e significativo: “Dove sarebbe l’Italia senza i grandi vecchi vini di Biondi Santi?”
Il 2011 si conclude con un nuovo riconoscimento molto importante per la famiglia. Il Brunello di Montalcino Biondi Santi 1964 Riserva viene selezionato da Bibenda 2012, come vino simbolo dell’Italia e dei 150 anni dell’Italia Unita. La Storia unisce nel segno dei più alti valori e la Famiglia Biondi Santi è l’espressione di un’italianità vera, che ha vissuto in tutte le sue sfaccettature il percorso italiano: Tullio Santi, fratello di Clemente, fu il primo Sindaco di Montalcino dopo l’Unità d’Italia. Essenze di un Paese che anima l’uomo, un sentimento che ritroviamo in Ferruccio Biondi Santi che partecipò (diciassettenne) con i Volontari Toscani alla terza guerra d’indipendenza contro l’Impero austriaco nella campagna del Trentino con Garibaldi del 1866.
I numeri della qualità
I numeri della qualità svelano la cura, la ricerca costante e continua della massima eccellenza, perseguita da sempre senza compromessi. 47 ettari alla Tenuta Greppo, 105 dei Pieri e una superficie coltivata a Sangiovese grosso di 25 ettari, di cui circa 5 di vecchi impianti, 6 ettari di recente impianto e 6 ettari di nuovissimo impianto. Sono terreni con esposizione Sud, Sud-Est, Est, Nord-Est e Nord, galestrosi e ricchi di scheletro, che risentono di notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, condizioni ideali, per la produzione di vini rossi longevi e profumati. Linearità di produzione che ritroviamo nelle rese per ettaro, bassissime, 30-50 ql. di uva. È una filosofia che si eleva e si completa durante le varie fasi di lavorazione dalla vendemmia completamente manuale, destinando al futuro Brunello solo la prima scelta, proveniente dai vigneti che hanno almeno 10 anni di età per il tipo “Annata” ed oltre 25 anni di età per la “Riserva”. Atti d’amore che siglano il destino del Brunello. Dalle grandi vasche in cemento ai tini a temperatura controllata per poi passare nelle botti di rovere di Slavonia per la maturazione, come da tradizione alla fine del quarto anno avviene l’imbottigliamento nelle bottiglie bordolesi da 0,75 litri. Sei mesi in bottiglia e poi raggiunge il mercato mondiale per riaccendere il desiderio di degustare un grande vino che fatto storia e continua a esserselo.
La sperimentazione nello spirito di Jacopo Biondi Santi
Nel 1997 Jacopo acquistò il Castello di Montepò, a Scansano, in Maremma, iniziando un percorso sulle sperimentazioni, voleva dimostrare che quel clone di Sangiovese BBS11, selezionato dal bisnonno Ferruccio poteva cambiare risultato, da microzona a microzona.
500 ettari, di cui 52 vigneto, dai quali nasce il Morellino di Scansano Docg, in versione annata e Riserva e ai Cru Sassoalloro, Schidione e Montepaone. Ma è Sassoalloro la creatura simbolo della sperimentazione, infatti parte dal clone BBS11. Il passato e il futuro in un presente che indossa l’armonia evolutiva di una tradizione superiore.
Biondi Santi, il Brunello oltre i secoli. Il valore oltre il tempo che celebra la tradizione ed edifica la memoria futura di un presente dal volto evolutivo custode della sua essenza, della sua storia, delle sue origini.
BIONDI SANTI
Jacopo Biondi Santi – Tenuta Greppo
Villa Greppo 183
53024 Montalcino (Siena) Italy
Tel. +39 0577 848087 Fax +39 0577 849396
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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(08/05/2015)
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