Blind Wine Testing con l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Trentino Alto Adige. Al Merano Winefestival wine and women in una degustazione che lascia scoprire il lato, oserei dire, fashion – emozionale del vino e delle sue produttrice.
di Antonella Iozzo
Merano (BZ) – Forever Merano Winefestival, now wine sense attitude with l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Trentino Alto Adige. In scena una degustazione al buio presso il Castello Principesco di Merano, dove i sensi svelano l’arte del vino di 16 produttrici del Trentino Alto Adige.
Impegno, intraprendenza, spirito di sacrificio e capacità imprenditoriali sono i punti cardinali dell’Associazione, formatosi nel 1988. È l’inizio di un cambiamento, di un’evoluzione culturale che scopre il ruolo delle donne nel settore enologico, eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo.
Dare forma alle idee e valore alla passione che nutre il senso del fare e per Le donne del vino una mission. Tradizione coniugata al futuro, identità e memoria, innovazione e dinamismo economico sono gli asset di un’interazione tra consapevolezza manageriale e sentimento, cuore, emozione. Confluenze che sfociano in eventi icona dell’universo vino nel segno delle donne.
Al Merano Winefestival wine and women in una degustazione che lascia scoprire il lato, oserei dire, fashion – emozionale del vino e delle sue produttrici. Una lettura multisensoriale originale e coinvolgente che dipinge il wine sentiment dal profondo per una promanade che step by step rilascia il piacere di degustare sorsi di tradizione, attimi preziosi di dedizione, gocce di rugiada sulla pelle di una sensazione che ha segnato l’anima della produttrici. Si apre un mondo, si svela l’indefinibile musicalità stillante da nettari unici come la vita di chi li ha concepiti nell’idillio con la natura.
Aurora Endrici ha condotto, insieme alle produttrici, l’evento con verve, loquacità comunicativa, sensibilità. La suggestiva location ha creato l’atmosfera ideale per un abbandono sensoriale alla voce silente del vino. Esperti del settore come Alessandro Scorsone, giornalisti, wine lovers hanno affollato una sala ricca di storia, dove lo sguardo al passato sembra conferire il valore del futuro, lo stesso futuro che personalità come Helmuth Köcher fondatore e presidente del Festival e la delegata regionale delle Donne del Vino Trentino Alto Adige, la produttrice Elena Walch, hanno reso terreno dinamico e produttivo, investendo nell’innovazione e nella ricerca, attraverso strategie di pensiero che hanno reso il loro territorio habitat naturale per il marketing internazionale. Nelle loro parole d’apertura la sintesi di un impegno autentico che rende la vita dell’imprenditore più emozionante e luminosa.
Ma è tempo d’indossare la mascherina ed entrare, guidati dalla danza delle parole di Aurora Endrici, tra le tante suggestioni sensoriali che raccontano il vino e le sue Produttrici.
Ouverture TrentoDoc, bollicine setose e suadenti diverse per stile e terroir simili per vocazione si lasciano scoprire lentamente. È una melodia leggera e poetica che richiama a se ogni senso appena viene versato nel calice il Balter Riserva 2010 dell’Azienda Agricola Balter, E’ come una carezza delicata, un profumo deciso e fragrante che abbraccia le parole di Clementina Balter mentre esprime il suo legame con il territorio la Val Lagarina. Lo scorrere del tempo è una cadenza sospesa nella persistenza della fragranza. Note fruttate intense disegnano l’appeal del Monfort Rosè Brut della Cantine Monfort nonché lo spirito di Chiara Simoni, una poetica forza volta a nuovi stimoli. Al buio nell’ascolto evolutivo del calice la firma della produttrice. Dalle zone collinari di Trento e Pergine Valsugana della Monfort ci spostiamo in riva all’Adige a Borghetto d’Avio, con il Brut Riserva Letrari, ed è voluttà fattasi realtà vinicola. Calda ed esotica danza di note fruttate che inscenano nel buio del nostro abbandono sensoriale la bellezza veemente del sogno teso fra eleganza e fascinazione. Endrici chiama a se la protagonista femminile, Lucia Letrari il resto è liquida percezione sonora.
Bubbles in una silhouette purissima di vibrazioni che impegnano i cinque sensi, ognuno di noi si sente coinvolto nello spettacolo delle emozioni capaci di condurci nell’anima d’ ogni vino. Un classico senza tempo, un emblema della discrezione e dell’eleganza, una freschezza moderna in perfetta armonia con la storia, just Ferrari con la Riserva Lunelli 2006. La voce di Camilla Lunelli e la magia del Metodo Classico Ferrari, sono un simbiotico accordo, impossibile non venirne rapiti, impossibile non riconoscerne il gesto. Grinta ed eleganza e un tocco di originalità stilistica seducano il palato, inebriano l’olfatto, incuriosiscono l’udito che chiede conferma mentre ascolta Roberta Stelzer dell’Azienda Maso Martis, ed è proprio lei che con piglio deciso presenta il suo Madame Martis Brut Riserva 2005.
Una degustazione che ha come fondale l’intensità profonda della notte, buio, dove desideri di-vini si risvegliano nel cuore, sulla pelle nell’inconscio è una nuova meraviglia che la Endrici guida con estremo coinvolgimento empatico, e il vino diventa essenza del vivere attraverso il battito vitale. Congiunzione di equilibri che c’introducono ai vini bianchi fermi. L’autoctono Műller Thurgau Petramontis 2014 Villa Corniole, è un’esplosione di freschezza, di rugiada nella luce abbagliante dell’alba. Dal vigneto più alto della Val di Cembra, Maddalena Nardin presenta le dinamiche dell’armonia tra sapidità, acidità, mineralità. Scoprirle? Un gioco che titilla le papille gustative.
Nuova textura al palato è la volta del Gewürztraminer Maria Adelaide 2014 del Maso Wallenburg, al naso la sua aromaticità accende l’immaginazione e improvvisamente l’orografica dl Trentino Alto Adige diventa impressione su tela orchestrata da Bruna Montresor.
Un territorio variegatissimo, caratterizzato da microclima, escursione termine, terroir differenti come per dire ad ogni zona il suo vitigno. Solo così possiamo avere interpretazioni uniche che, nella nostra memoria accendono l’immaginazione vestendola dello splendore dei calici, è ciò che suggerisce il Moscato Giallo 2014 dell’Azienda Agricola Francesco Moser e le parole di Francesca Moser, il vino come espressione, come stile di vita.
Lo sguardo anteriore del vino interroga i nostri sensi, è una sintassi emozionale che scorre come un fiume in piena lasciando sul letto la bellezza dell’esperienza, il gesto del produttore, la consapevolezza che la cultura del vino tesse le fibre della civiltà in un continuum generazionale. Sensazioni che ci vengono incontro in questa speciale degustazione ma anche realtà come la Elena Walch, la tradizione, il territorio, l’innovazione. Una filosofia che prosegue in famiglia nel segno distintivo dell’unicità che caratterizza il Beyond the Clouds 2013, sfumature raffinate dal rimando esotico e floreale, poi un finale persistente sulla curva dell’orizzonte stiamo sognando o siam desti. È la signora Walch, la Lady del vino altoatesino, che con la sua classe innata e la sua determinazione riequilibra le nostre emozioni. Valzer di vini bianchi che si conclude con lo Chardonnay Riserva 2012 Tschaupp, Weingut Schweitzer una mineralità che s’impone pulita e limpida e richiama la personalità della produttrice Nathalie Schweitzer.
Rosso retrò, rosso culminante in audaci pensieri sul filo della tentazione, è un gioco che ricama la fantasia e tocca le corde immaginative. È un pensiero fremente nel calice del Maso Poli, ovvero Pinot Nero 2012, eleganza, spezie, persistenza, e il volto di Valentina Togn intanto prende forma.
Il paesaggio Trentino non è mai stato così inteso, carico di nuance percettive è un romanzo lirico declinato nei gesti dei produttori. Ogni gesto una storia, ogni storia una vita che coltiva il futuro dalla tradizione e dal proprio passato. Un sentimento profondo è quello che ci attraversa saggiando questo calice di Groppello di Revò, dell’Azienda Lasterosse, al naso un qualcosa d’intenso, palato un gusto deciso e tannico, poi la voce di Silvia Tadiello ci riporta al senso autoctono, all’origine, al momento eterno.
Dici Trentino e dici Teroldago red wine, red passion, red emotion, in morbida espressività, sinuosa forma liquida che stilla rosso splendore nella notte che infiamma la fantasia. Celati dalla nostra mascherina sorridiamo alle nostre elucubrazioni mentre il sapore secco, lievemente tannico e corposo autentico e di grande bevibilità solletica il palato. Questione di feeling che intreccia Sangue di Drago Teroldego 2013, un nome dichiaratamente evocativo per L’Azienda Marco Donati. La leggenda si posa sul terreno e il vigneto rinasce storia, tradizione, mordente vitale al suo essere terra e sangue nell’animo dei produttori. La giovanissima Elisabetta Donati, entusiasmo e verve allo stato puro, continua la tradizione innervandola di nuova linfa, absolut entità trentina nella fascinazione di un profumo che conduce lontano.
La naturale propensione del Teroldego si fa grazia seduttiva con Christine Endrici dell’Azienda Endrizzi. Il Gran Masetto 2011 è corpo, struttura, persistenza. Dallo storico vigneto aziendale un fermento modulato in eleganza.
Gran finale con la dolcezza mai stucchevole di elisir che nei calici inscenano una danza di onde al calar del tramonto, la vista si affida all’immaginazione, l’udito ascolta il dolce naufragare del sentimento nelle gocce stillanti il nettare di bacco, l’olfatto orchestra i profumi in un’armonica eterna elevazione. Aurora Endrici infiamma la seduzione del palato e il Moscato giallo 2014 Gaierhof, si lascia degustare in tutta la sua dolcezza raffinata come un sorriso dal cuore di Romina Togn.
Scenografica alchimia di sensazioni che culminano nel Gewürztraminer Passito DOC Cresta della Tenuta Hans Rottensteiner Alto Adige. Prezioso come un gioiello impalpabile, come una nuvola irrorata di piacevolezza conquista ogni senso. Tenera e la sospensione del buio quasi romantica come il passito nel nostro calice, descritto con meticolosa cura da Judith Oberhuber, frammenti in petali di luce.
16 vini, 16 produttrici, una degustazione al buio per amplificare l’impatto sensoriale di un sentimento chiamato vino e scoprirne l’anima.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(09/11/2015)
Articoli correlati:
Elena Walch, wine. Exclusive essenza
Camilla Lunelli, Ferrari Vs Expo
Alessandro Scorsone, gentleman del vino
Tenuta Rottensteiner, tradizione di famiglia forgiata dal tempo
Continua con altro contenuto
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1