La natura lirica del vino e l’ispirazione mordace della parola fondono moderno e tradizione, musicalità e concettualità componendo le linee di una composizione che respira l’ebbrezza della vita nel piacere del dialogo.
di Antonella Iozzo
Trento – Il piacere del gusto, il gusto della vita. Aspetti delle umane passioni tra vino e letteratura. Rosso intenso, rosso rubino, rosè raffinato, bianco cadenzato con brio, il vino e i suoi percorsi si dipanano anche nel segno della letteratura che si lascia raccontare mentre racconta di storie, di vite, del tempo trascorso alla scoperta del sé e del tempo avvenire. Meditazioni sulla realtà, mediazioni tra linguaggi differenti e archivi di memorie future. Un viaggio evocativo e suggestivo tra la potenza scrittura nei luoghi dove la secolare passione per il nettare di Bacco diviene filosofia di vita. Nel silenzio adamantino delle cantine dove fermenta l’amore per la terra la cultura assume la poesia del vino e la forma della parole nasce “Canone Italiano” l’evento culturale della Cantina La-Vis ispirata alla più recente produzione letteraria del Bel Paese.
All’ombra di un calice l’esistenza filtrata dalla scrittura scorre tra le pieghe di verità intuite, inedite, percepite. Da Luviano Rappo, a Marina Ripa di Meana, passando per Heinz Bech, Lina Wertmuller fino a Liliana De Curtis figlia del grande Totò, che martedì scorso ha presentato il suo ultimo libro “Malafemmina”.
Glamour, patinato, archeologie interiori, esplorazioni emozionali che titillano il palato e la mente. La natura lirica del vino e l’ispirazione mordace della parola fondono moderno e tradizione, musicalità e concettualità componendo le linee di una composizione che respira l’ebbrezza della vita nel piacere del dialogo. Incontri favoriti dalla corporea essenza contenuto in un buon vino. Degustare la parola nell’armonica composizione del vino si rivela un’esperienza culturale di ampio respiro. È quello che abbiamo provato all’incontro con la De Curtis.
Una conversazione accattivante intorno alla figura del padre, Totò, personaggio magnetico, la cui fascinazione intellettuale si sposa con l’acuta sensibilità di un animo nobile. Dietro la maschera, scopriamo l’uomo, il padre protettivo a affettuoso, scopriamo la sua indole malinconica, i segni netti e profondi di un vissuto tra le crepe della guerra e della povertà. Scopriamo la moglie con la sua costante e sincera devozione fino all’ultimo atto dell’addio dettato da una situazione portata all’estremo con infedeltà che sono state a volte pennellate frementi e brucianti a volte languidi acquarelli. Scopriamo la figlia che porta scritto nel volto il suo amore verso il padre. Nei suoi gesti, nella sua voce, l’anima del padre sembra riemergere con la spontaneità di un gesto che conserva in sé tutta la forza, il vigore, la complessità di un grande uomo.
Eventi culturali che coronano il percorso delle Cantine La-Vis, un percorso iniziato nel 1948 e proiettato sempre più verso il domani.
Grazie ad una linea progettuale che amplifica il marketing internazionale, dona nuova linfa ad una produzione pensata nel rispetto del territorio e disegnata con la passione, per un piacere dei sensi che rinasce dal cuore di ogni vitigno.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(03/05/2013)
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