Cantina Pfitscher, le ampissime vetrate e la terrazza affacciati sui vigenti sono il valore aggiunto di una realtà che punta tutto sulla tradizione vista dai giovani. In questo palcoscenico in perfetto accordo con la natura circostante una degustazione verticale di Pinot Nero dal 1985 al 2009.
di Antonella Iozzo
Montagna (BZ) – La Cantina Pfitscher punta sulla nuova generazione. La tradizione vinicola familiare oggi, con Daniel e Hannes Pfitscher acquista forza dinamica e investe nella promozione per valorizzare il territorio e il suo frutto più prezioso: il vino.
Dal centro di Montagna, dove il vecchio Maso fin dalla metà dell’800 costituiva il fulcro dell’attività di famiglia alla nuova cantina sulla strada statale. Semplicità ed essenzialità le parole chiavi del complesso architettonico perfettamente integrato nel paesaggio. Le ampissime vetrate e la terrazza affacciati sui vigenti sono il valore aggiunto di una realtà che punta tutto sulla tradizione vista dai giovani. Vista spettacolare, quindi, pulizia formale, linearità nei toni del bianco e nero come prologo al racconto enoico che sfocia nei calici.
Klaus Pfitscher, enologo e proprietario ci accompagna nella visita alla Cantina, determinato e pratico, si avvale della sua esperienza di viticultore nel gestire insieme ai figli il tesoro di famiglia. Rispetto per l’ambiente, soluzioni armoniche che non contrastano né con la tradizione né con la natura e il desiderio di comunicare la nuova immagine della Cantina Pfitscher, animano questo percorso intrapreso nel segno del rinnovamento.
Vendemmia rigorosamente a mano e ambienti comodi e ampi per tutti i processi dalla fermentazione alla vinificazione, all’affinamento Nessuna concessione all’estetica, la praticità, la funzionalità e la sostenibilità prima di tutto. La Cantina Pfitscher, è stata, infatti, la prima cantina italiana ha ottenere il sigillo di qualità CasaClima Wine che valuta la compatibilità ambientale dell’edificio e il comfort abitativo, il consumo di energia e acqua nella produzione dei vini, la scelta degli imballaggi e le conseguenze del trasporto.
La barricaia invece vuole essere il primo tassello di questa nuova espressione portata avanti da Daniel, sales management e Marketing, e Hannes enologo e accarezza l’incipit di un design moderno vestendo i muri di colori decisi che rimandano al vino custodito nelle barriques, rosso porpora per il vino d‘invecchiamento, rosso vivace per quello giovane, giallo per il Sauvignon e infine un’intera zona blu, per sua maestà il Pinot Nero.
La sala degustazione è una terrazza sul vigneto Fuchsleiten dedicato al Pinot Nero Fuchsleiten, al Gewürztraminer e al Sauvignon. L’orgoglio di famiglia è invece il Pinot Nero Matan, il cui vigneto a 600 metri di altitudine è situato nei borghi Glen e Langefeld.
In questo palcoscenico in perfetto accordo con la natura circostante la famiglia Pfitscher ci invita ad una degustazione verticale di Pinot Nero con annate molto vecchie.
Pinot Nero. Dal 1985 al 2009
Dal 1985 al 2009 un lasso di tempo non indifferente per capire come il vino si evolve nel tempo come procede l’affinamento e come il tempo influisce sui sapori e profumi. Un percorso storico di notevole importanza che richiedere senza mezzi termine, il giusto approccio, la giusta atmosfera, ma soprattutto la consapevolezza di entrare attraverso il calice nella filosofia della cantina, nel suo percorso evolutivo. È un passato che parla al presente e può rappresentare uno dei punti di partenza per crescere qualitativamente e costantemente. Ma tutto ciò sembra sfumato nella convivialità del momento, nella voglia di aprirsi al dialogo senza tessere le trame della comunicazione.
La degustazione ovviamente si apre con l’annata 1985. Una vera sorpresa, considerando le tecniche di allora, è proprio il caso di dire questione di terroir. Un orgoglio per il produttore visibilmente soddisfatto. Si prosegue con il 1994, un salto quasi di dieci anni che non delude, anzi si avvicina molto alla freschezza e all’eleganza che oggi cerchiamo in un Pinot nero. La scelta delle annate può seguire qualunque tipo di criterio, qui è stato semplicemente il caso che ha portato Klaus alla scelta delle annate. Si prosegue con il 1999, morbidezza, persistenza, rotondità, finezza le caratteristiche principali, il Matan si fa sentire. Si prosegue con il 2000 e il 2003 annata decisamene calda che ha conferito potenza al vitigno e che il tempo ancora ne flette gli effetti. Un’altalenante livello qualitativo delle annate, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009 con punte che premiano l’annata 2007. L’equilibrio in bocca passa da un crescendo in potenza ad una struttura sottile, che nell’annata 2009 impostano finezza olfattiva, ottima persistenza, ottima corrispondenza naso bocca e quella nota di acidità e di aromi di frutta rossa ben definiti.
È mancato però l’intervento dell’enologo o del sommelier e l’interazione con i giornalisti, si è lasciato parlare il Pinot Nero nelle declinazioni delle annate e le potenzialità di sviluppo nel tempo, e l’affidabilità qualitativa sono rimaste nel calice.
Il resto del pomeriggio alla Cantina Pfitscher, sfumature diverse hanno dipinto il mondo del vino. Sotto il cielo di Montagna, l’Italia del vino ha dipinto un affresco di piacere gustativo e intermezzi olfattivi. Dal Piemonte alla Toscana passando per il Trentino, ogni calice un sunto di storia, cultura e tradizioni diversi nell’unicità della buona qualità.
Si parla di Barolo e barbaresco con Oddero e si brinda Letrari con le bollicine Trento DOC e Trento DOC Riserva. Versatilità sangiovese con tutta la gamma ed il Messiio 2009 Tenuta Fertuna, eleganza e tradizione con Speri, l’Amarone, la Valpolicella, l’identità.
Una conclusione in grande stile, una curva armonica oscilla nel calice rilasciando il carattere dell’azienda. Dal Valpolicella Classico, al ripasso, dal Sant’Urbano Valpolicella Classico superiore all’Amarone, nuances organolettiche e continuità storica che tracciano l’evoluzione di un sentimento.
Cantina Pfitscher
via Dolomiti 17 – I-39040 Montagna (BZ)
Tel: +39 0471 168 13 17 – Fax: +39 0471 168 12 19
http://www.pfitscher.it/it/home.html
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(22/05/2015)
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