Castello di Bolgheri, questione di terroir. Poesia che parla all’anima e rinasce dalla terra nella più preziosa delle sue espressioni, il vino. Storia recente dell’enologia italiana.
di Antonella Iozzo
Bolgheri – Bolgheri, armonie irresistibili di un sogno vestito di realtà. Una realtà dove il sapore del tempo dipinge la quotidianità di un senso intimo e composito, pieno e vero.
Un acquarello delicato e prezioso dove il fascino discreto della sintesi rilascia il perfetto equilibrio della natura, boschi, colline, antichi olivi, prati e l’immensa estensione azzurra del mare. Una scenografica visione paesaggistica che racchiude tra le sue morbide curve, vigneti unici che sussurrano la quiete musicale di infiniti mutevoli orizzonti.
Un luogo magico dove il calore degli abitanti e l’attenzione per il visitatore creano quell’atmosfera tipica dei borghi aliena alle mode, vicina all’autenticità. Basta una semplice passeggiata per respirarne lo spirito, per percepirne la melodia per entrare in contatto con la poesia della vita. Versi che ci accompagnano ad iniziare dal lunghissimo viale che precede l’ingresso nello scrigno di Bolgheri, versi celebri composti da Josè Carducci.
Poesia che parla all’anima e rinasce dalla terra nella più preziosa delle sue espressioni, il vino. Storia recente dell’enologia italiana.
Vino che interpreta, traduce, comunica il terroir, vino che riflette la coscienza di chi lo produce, e ne è la riflessione più profonda. La cultura si spoglia di ogni ornamento superfluo e si veste di pensiero puro, d’intuizione e passione, di storia e natura, è una fascinazione convergente che diventa creazione, poterla sfiorare con tutti i sensi è semplicemente tensione emotiva e razionale.
Una condizione tesa al massimo livello da Castello di Bolgheri, le cui origini risalgono al 1500 e già di proprietà della famiglia dei Conti della Gheradesca. Attraverso i secoli, la storia rilascia anche le sue rovine che inevitabilmente colpirono anche il Castello di Bolgheri, ma a partire dalla seconda metà del 1700 sono stati eseguiti restauri e costruite le cantine. In periodi abbastanza recenti, poi l’innovazione fa il suo ingresso con contenitori di acciaio inox a temperatura controllata per mantenere intatto il risveglio di una poesia custodita nel tempo, solo così nelle barriques il silenzio raggiunge l’assoluto, per vini che rilasciano sorso dopo sorso la memoria del luogo. Nel 1895 viene modificata la facciata del castello con la realizzazione della torre e dei merli. Visione da favola con mattoni rossi a vista che ci accoglie appena superato il Viale dei Cipressi.
Attualmente il Castello di Bolgheri con i terreni circostanti, è di proprietà per successione della famiglia dei conti Zileri Dal Verme. Clemente e Federico Zileri Dal Verme sono l’agronomo e l’enologo dell’azienda. Ed è proprio il Conte Federico Zileri Dal Verme, ad accoglierci accompagnandoci durante la visita in cantina. Cordialità distinta e onestà intellettuale hanno punteggiato una piacevolissima conversazione che ha esaltato le corde del piacere con la degustazione.
Dietro l’etichetta Castello di Bolgheri, un rosso elegante e complesso che evoca ciò che fino ad ora abbiamo solo osato sognar: un immenso che spiega e dispiega l’armonia della bellezza. Il valore dell’esistenza improvvisamente si avvicina, rendendosi quasi tangibile, concreto, soprattutto se si ha l’occasione di sfiorare con lo sguardo i 130 ettari dell’Azienda che si estende intorno al Castello, quindi nell’aria DOC Bolgheri nel comune di Castagneto Carducci, di cui 50 interessati a vigneto, il resto è coltivato con 6.000 piante di olivo, seminativo e bosco.
Semplicemente questione di terroir : cultura, tradizione, gesti e clima meravigliosamente intenso e carezzevole con i venti rinfrescanti che provengono dal mare, la forte luminosità e le discrete escursioni termiche di agosto e settembre che provocano maturazioni lente e regolari di tutte le componenti qualitative dell’uva.
Vicinanza del mare, quindi, che rende la pianura di Bolgheri audace emozione che emerge anima della natura. Ma se parliamo di terroir non possiamo dimenticare la variabilità dei terreni di Bolgheri. Suoli argillosi, argillo-sabbiosi, argillo-limosi, o completamente sabbiosi sono le variazioni su tema che determinano le caratteristiche dei vini.
I terreni dell’Azienda con un’altitudine media di 70 metri s.l.m, sono prevalentemente sabbiosi-argillosi, ricchi di scheletro sassoso a reazione sub alcalina, soprattutto per i Cru. Un terreno che diviene trama intessuta di specifiche peculiarità, di elementi che regalano poi ai vini tannini sottili e morbidi, equilibrio e profonda aromaticità.
Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot, sono queste le varietà che ritroviamo nei vigneti piantati nel 1997 dall’Azienda Castello di Bolgheri. Varietà ovviamente dal disciplinare DOC Bolgheri, la DOC per il vino rosso arriva, infatti, solo nel 1994 e disciplina il Bolgheri Superiore ed il Bolgheri Sassicaia, come primo esempio di “cru” italiano.
Vitigni bordolesi che a Bolgheri raggiungono una forma emozionale diversa, è come se il loro vissuto riversasse la pulsione del luogo. È come se l’istante fugace della natura risvegliasse la materia per renderla vissuto del vitigno nella fluida espressione artistica di Castello Bolgheri, ecco perché sono vini con un vissuto cioè profondamente legati al suolo ed al clima del territorio da cui provengono.
L’Azienda di Castello di Bolgheri, e terroir l’accordo sublime che ridefinisce l’eleganza seduce i palati internazionali con due eccellenti etichette Castello di Bolgheri e Varvàra, vini di carattere, originali e dalla forte personalità.
Dalle migliori vigne intorno al Castello, la selezione più pregiata diviene Castello di Bolgheri. Tre vitigni: Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, tre periodi diversi per la vendemmia per un’apoteosi del gusto. 14-18 mesi di affinamento in Barriques, 8 in bottiglia ed è velluto rosso che srotola la sua raffinatezza in un perfetto equilibrio. L’ottima persistenza ci regala poi sensazioni tanniche sospese nell’elegia del piacere più austero.
Impatto immediato e suggestioni che richiamano un appeal giovane, è l’eleganza formale di Varvàra , in onore della Baronessa Varvàra Wrangel, moglie del Conte Ugolino della Gherardesca, nonni della Contessa Franca Spalletti Trivelli.
Un quartetto di vitigni viaggiano all’unisono verso la musicalità più alta: Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot, previa selezione dell’uva su un tavolo di cernita. Affinamento in Barriques per 10 mesi poi 6 in bottiglia e l’elegia si eleva come una nuvola bagnata di rosso da un tramonto infuocato.
Castello di Bolgheri, non solo la massima espressione del vino ma anche la più accogliente ospitalità. All’interno dell’azienda, infatti, esistono attualmente tre poderi: San Sebastiano, Ippocastano e Stalletta a Bolgheri. Appartamenti dotati di tutti i confort ed immersi nel palcoscenico della natura. La vista è mirabile si leva dalle colline lussureggianti per incontrare, in fondo, lo splendore del mare, mentre la luce rapida e improvvisa, illumina i prati intorno ai poderi.
Il sentimento della natura ci avvolge tra stupore ed emozione, disegna il relax e scopre il desiderio di abbandonarsi al torpore del sole che lascivo giunge al crepuscolo, perfetto per concedersi un calice di Castello di Bolgheri e scoprire la gastronomia locale, il domani può attendere paziente e sereno sul Viale dei Cipressi.
Castello di Bolgheri
Via Lauretta, 7 – 57020 Bolgheri
Castagneto Carducci – Livorno, Italia
Tel. +39 0565762110 Fax +39 0565762116 – http://www.castellodibolgheri.eu
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(28/04/2014)
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