Castello di Bolgheri, l’Azienda secondo Federico Zileri Dal Verme

Federico Zileri Dal Verme, il vino è cultura, l’agricoltura in sé è cultura. Noi sviluppando il progetto Castello di Bolgheri, tramite tutto ciò che le generazioni passate ci hanno insegnato, abbiamo ricostruito la storia.
di Antonella Iozzo

Federico-Zileri-Dal-Verme-Castello-di-BolgheriBolgheri – Federico Zileri Dal Verme passione che scandisce l’anima di un progetto chiamato Castello di Bolgheri. Elegante e discreto c’introduce nell’unicità del mondo Bolgheri Doc, più che una denominazione, un modo di essere, una condizione naturale, ovvero terroir. Accordi di una partitura che Federico Zileri Dal Verme sviluppa in sinergia con il territorio e in armonia con le singole realtà produttive.

Ci presenta brevemente Castello di Bolgheri?
Castello di Bolgheri è un’Azienda Agricola con origini che risalgono al 1500, quando era di proprietà della famiglia dei Conti della Gheradesca. Oggi è un Azienda di 130 ettari, di cui 50 interessati a vigneto. Negli ultimi dieci anni abbiamo convertito la viticultura tradizionale del Sangiovese, Canaiolo Trebbaimo e Malvasia in Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc varietà previste dal disciplinare che su questo territorio si esprimono al meglio.

Vitigni internazionali dal cuore italiano …
Il Cabernet Sauvignon è il classico vitigno bordolese, portato a Bolgheri da Mario Incisa della Rocchetta, alla fine degli anni 40’. La sua sperimentazione ha fatto capire a tutti noi come questo vitigno poteva raggiungere la usa massima espressione grazie al terroir di Bolgheri. I nostri terreni sabbiosi, argillosi, mediamente ricchi di sostanza organica, sono ideali per il Cabernet Sauvignon che oggi rappresenta il 45% della superficie vitata di tutto il meritorio. Ci sono voluti 40 anni per capirlo, ma oggi siamo una solida realtà.

Bolgheri, come nasce?
Non c’è stata una strategia, è nato piano piano da individui innamorati di questo mestiere che tutti i giorni valorizzano la propria azienda grazie al terroir. La nostra forza è, infatti, proprio l’individualità. Oggi Bolgheri è una straordinaria compagine di aziende, siamo circa 50 produttori, di cui sette rappresentano il 70% della superficie come l’Ornellaia e Sassicaia, due grandi forze per noi. Se non ci fossero state queste due realtà, Bolgheri non sarebbe stata quella che è. Sono realtà storiche, consolidate, di un certo spessore, che rappresentano una forma di garanzia per tutti gli altri. Bolgheri è una trama fitta e articolata dove ciascuno di noi tesse la propria personalità professionale, la stessa che poi ritroviamo nei nostri vini.

Il rapporto fra voi produttori?
Il rapporto è molto buono. Nella veste di Presiedente del Consorzio posto tranquillamente affermare che l’unità, l’armonia, il rispetto rientrano in quei valori di fondo che da sempre ci legano, frutto del lavoro di Niccolò Incisa della Rocchetta che è stato Presidente del Consorzio per 20 anni.

Il suo ruolo in azienda?
Sono l’ideatore di questo progetto, che grazie ai miei genitori ha preso forma e sostanza. È stato un percorso molto lungo condiviso con grande passione con mio padre, agronomo.

I suoi obiettivi?
Il riconoscimento del brand, della personalità “Castello di Bolgheri” e il giusto posizionamento sul mercato. Per fare questo ci vuole tanto tempo e umiltà.

Nella vostra linea solo due etichette …
Sì, è una scelta, direi anche legata a quella che sono gli spazi di cantina. Abbiamo il Varvàra Bolgheri Doc, che riprende il nome della mia bisnonna russa Barbara, appunto, e il Castello di Bolgheri che è il nostro Bolgheri Superiore.

Qual è il tratto distintivo dei suoi vini?
La nostra filosofia è di avere dei vini che siano fatti principalmente nel vigneto, in cantina cerchiamo semplicemente di mantenere l’espressione del terroir, tenendo separate le varietà, e alla fine creare un blend perfetto. Sono vini di grande personalità che si possono bere bene. Dico sempre che un vino buono è quando facilmente due persone riescono a finire la bottiglia.

In che misura tradizione e innovazione s’incontrano?
Qui, forse tutto è innovazione poiché Bolgheri ha una denominazione abbastanza giovane. Lo sviluppo di Bolgheri negli ultimi 20 anni è sorprendente, siamo passati da 250 a 1200 ettari, quindi possiamo dire che c’è stata una trasformazione, una valorizzazione di tutto il territorio.

Il mercato internazionale?
Rappresenta il 70% del nostro fatturato, è molto importante per tutte le aziende del territorio, è grazie al mercato internazionale se ancora riusciamo ad andare avanti.

Che cosa pensa di Vinitaly?
È una tra le fiere più importanti, un grande punto di riferimento per noi produttori, vi partecipo da vent’anni. Verona, poi, è una città straordinaria anche se non ha quella capacità logistica, di assorbire la quantità di persone che vi si riversa in quei giorni. Ma bisogna stare molto attenti ad eventi che stanno acquisendo sempre più forza come il ProWein, cercando di migliorare il più possibile i servizi e dedicando maggiore attenzione agli importatori. Vinitaly è un patrimonio che non possiamo perdere.

Il vino per lei cosa rappresenta?
E’ una scelta di vita. Il percorso di studi, la tradizione familiare, il crescendo della passione trasmessami da mio padre sono state le dinamiche che mi hanno portato a sviluppare questo progetto.

Secondo lei il vino ha una sua musicalità?
Sicuramente si. Il vino è armonia, con il blend, noi cerchiamo proprio di trovare il suo equilibrio, è come comporre un brano musicale cercando la sua armonia attraverso gli accordi giusti.

È più facile trovare l’equilibrio in un vino o in una persona?
Per me è più facile trovare l’equilibrio di un vino ed essendo i miei vini dei blend è già un successo.

A cena sceglie sempre un Bolgheri DOC?
No, mi piace degustare qualcosa di diverso o scoprire nuovi vini.

Bianchi o rossi?
Per lo più rossi.

Il trait d’union fra cultura, vino e Castello di Bolgheri
Il vino è cultura, l’agricoltura in sé è cultura. Noi sviluppando il progetto Castello di Bolgheri, tramite tutto ciò che le generazioni passate ci hanno insegnato, abbiamo ricostruito la storia, il trait d’union più solido e vero.

Castello di Bolgheri
Via Lauretta, 7 – 57020 Bolgheri
Castagneto Carducci – Livorno, Italia
Tel.  +39 0565­762110 Fax  +39 0565­762116 – http://www.castellodibolgheri.eu

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (01/05/2013)

 

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