Crowne Plaza Brasserie Storm, cucina nordica sì, ma da orchestrare con cura e virtuosismo. La cortesia dello staff, l’ospitalità, il sorriso sono i piatti forti del menu.
di Antonella Iozzo
Copenaghen – Puntare solo sul biologico non sempre è l’ancora di salvezza per un ristorante, anche, se appartiene ad una grande catena alberghiera internazionale. Crowne Plaza, business hotels dall’ottimo standard qualitativo, comfort, design, funzionalità, tecnologia al servizio dell’ospite, con qualche pecca nella gastronomia.
L’Hotel Crowne Plaza Copenhagen Towers, nel nuovo quartiere della città Ørestad, poco distante dall’aeroporto, ben collegato con i mezzi di trasporto pubblici dal treno alla metropolitana, colpo d’occhio giocato sulla modernità delle linee architettoniche che svettano accanto a Field’s il più grande centro commerciale della capitale danese, gioca un colpo basso con la sua Brasserie Storm, cucina nordica sì, ma da orchestrare con cura e virtuosismo.
Lo chef e il personale collaborano all’unisono per il successo culinario, ma la realtà è ben lontana dalla qualità che ci si aspetta da un Crowne Plaza.
L’ambiente ricorda lo stile anni 70’, con moquette, luci basse e quell’atmosfera un po’ fuori moda che certo non aiuta alla buona predisposizione dell’esperienza gastronomica.
Molto ariosa, invece, la zona riservata al buffet, dove le ampie vetrate filtrano la luce esterna e la spazialità intorno ne risulta amplificata, informale, funzionale.
La cortesia dello staff, l’ospitalità, il sorriso sono i piatti forti del menu, ogni gesto riesce a far sentire l’ospite a proprio agio e molti business men cedono alle lusinghe della buona accoglienza, e si lasciano tentare da proposte internazionali classiche, come una succulenta bistecca e patatine e cucina nordica che possiamo ritrovare in qualunque ristorante per turisti di Copenaghen, accompagnata da un calice di vino.
Vini che non sempre sono espressione della migliore tradizione enologica in senso lato. Si predilige il biologico, forse, troppo spesso a discapito di una qualità che racconta il territorio e che organoletticamente esprime equilibrio, armonia, morbidezza, rotondità, insomma le caratteristiche più importanti che un buon vino deve avere.
Se la cultura del vino all’estero in questi ultimi tempi è fortemente aumentata, non sempre viaggia di pari passo con la gestione e le scelte di un locale anche se l’appartenenza ad un circuito internazionale dovrebbe essere sinonimo di qualità. Il Pinot Grigio della Sicilia ci lascia a dir poco perplessi, credo di essermi persa qualche variazione internazionale.
Biologico, organic, sembra essere la chiave di volta del concept culinario. Ogni portata come ogni pietanza del buffet sembra affermare, nella sua consistenza riscaldata con lampade infrarossi, la provenienza locale, la tipicità, la genuinità, ma al contempo quei caldi riflessi che ricordano sedute abbronzanti presso una qualsiasi Spa, sembrano chiedere maggiore attenzione alle cotture, alla tecnica, all’integrità del sapore.
Lo chef propone, attua strategie che richiamano per l’ennesima volta il biologico, ma poi lascia che la materia prima subisca le prove d’artista di un estro poco studiato nella quotidianità e solo all’occorrenza chiamato sulla scena. E se la croccantezza degli asparagi in tempura e grigliati soddisfa il palato in modo semplice e naturale, il lobster consommé e crème fraîche o la Soup nettle velouté, corned duck leg & confit of egg yolk, serviti freddi, rimangono belle presentazioni da gustare con la vista.
Brasserie Storm. Sì, il nome collima con la tempesta abbattutasi sul biologico, ma credo che questa possa essere lo stimolo per un nuovo inizio con maggiore attenzione da cucinare a fuoco lento, per passare alla fiamma viacce della creatività solo quando la tecnica e la passione si siano incontrate e riconosciute. La quiete dopo la tempesta è il terroir dove far germogliare il domani.
Crowne Plaza Copenhagen Towers
Ørestads Boulevard 114-118, 2300 Copenhagen, Danimarca
Telefono:+45 88 77 66 55
http://www.cpcopenhagen.dk/da
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(12/06/2015)
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