Tutto ruota intorno al Pinot nero, ma tutti sembrano aver dimenticato il gesto dell’uomo, il terroir, il calice, in primo piano, invece, le declinazioni, le inclinazioni e le oscillazioni di un dibattito aperto Il Pinot Nero, da parte sua, rimane nella posizione di sempre.
di Antonella Iozzo
Montagna (BZ) – Giornate Altoatesine del Pinot Nero di Egna e Montagna iniziate sabato 9 Maggio 2015 con la premiazione dei vincitori della 14ma edizione del Concorso Nazionale Pinot Nero, al Castello d’Enna e Montagna.
Una presentazione in stile classico con organizzatori, autorità locali, pochi giornalisti, vincitori e vinti. All’ombra di un concorso e di un evento segnato da qualche querelle sulla giuria, a detta di molti, poco nazionale e di qualche problema tecnico relativo alla qualità dei vini a causa di un preciso lievito che non solo conferisce odori poco gradevoli ma copre il naturale profumo del vitigno, nella corte del Castello l’evento si svolge sobriamente.
Tutto ruota intorno al Pinot nero, ma tutti sembrano aver dimenticato il gesto dell’uomo, il terroir, il calice, in primo piano, invece, le declinazioni, le inclinazioni e le oscillazioni di un dibattito aperto sul tema organizzativo e progettuale dell’iniziativa che grava in un sorriso mal celato.
Il Pinot Nero, da parte sua, rimane nella posizione di sempre: tra i più nobili vitigni a bacca rossa a livello mondiale, affiora con classe non tradendo le sue origini francesi e lascia ai professionisti del settore il compito di comporre una sinfonia enoica degna del suo nome. È risaputo, infatti, che è un vitigno difficile, sia in fase di coltivazione che di vinificazione. La vinificazione in rosso del Pinot nero, rappresenta una sfida importante per qualunque enologo e porta a risultati variabili di annata in annata persino nelle zone ad esso più vocate. Estremamente sensibile al terroir, al microclima e alle esposizioni, estremante esigente in cantina. Esige rigore e savoir-faire, competenza e amore, qualità che non sempre predominano, ma quando l’enologo raggiunge il suo apice professionale il Pinot nero, rilascia nella sua complessità il valore di un grande vino e di un grande gesto.
Le zone di produzione in alto Adige dedite al Pinot nero sono, soprattutto, Bassa Atesina e Oltradige, conca di Bolzano, Valle dell’Adige, Val Venosta. E’ qui che il colore rosso rubino fino al rosso granata e l’intenso ed etereo profumo dei frutti di bosco rilascia un sapore pieno e persistente. Alto Adige sul podio, Pinot Nero in vetta, nonostante un j’accuse sulla poco apertura nazionale dell’evento.
La scaletta si articola facilmente e dulcis in fundo i vincitori. Top ten altoatesina con ex-aequo in nona posizione per la cantina Bellaveder Trentino Doc. E’ un successo determinato dal vitigno che in Alto Adige ha trovato le condizioni migliori le più vicine, forse, alla Borgogna, le più felici per una qualità che premia. Si giunge ai primi classificati passando per un settimo posto alla Cantina Bolzano e per un sesto alla Cantina Terlano, e finalmente i primi tre classificati: al terzo posto Pinot Nero Riserva “Anrar” della Cantina Andrian, secondo posto Pinot Nero Riserva “Burgum Novum” Castelfeder, e al primo posto Pinot Nero Riserva “Trattmann” della Cantina Girlan.
Dalla tradizione storica della Cantina Andrian fondata nel 1893, la più antica dell’Alto Adige, alla giovane dedizione di una piccola realtà ,la Castelfeder, per giungere alla soglia di un innovazione che parte dal territorio con la Cantina Girlan.
E se la fragranza soffusa in note aromatiche del Pinot Nero Riserva “Trattmann” si espande al palato, l’intensità dei profumi del “Burgum Novum” invitato all’assaggio. È un naturale percorso nelle caratteristiche del vitigno che assume diverse sfaccettature di eleganza in base all’interpretazione dell’agronomo e dell’enologo e alle condizioni climatiche che possono variare di molto anche nell’ambito della stessa zona.
La degustazione è resa ancora più interessante dalle creazioni culinarie creato dal Gretl am See di Caldaro. Raffinati abbinamenti nel segno della tipicità e della stagionalità, animano le emozioni rilasciate da ogni calice.
E’ come se saggiando la “Tartara di cervo, chip di pane e spuma di cetrioli e aceto di sambuco gelificato” il Pinot nero rinascesse grazia; mentre con la delicata consistenza del “Salmerino, pomodoro confit, acqua e spuma di pomodoro, Schuttelbrot” stemperata dall’acidità dei pomodorini, riemergesse moderna audacia. Un cantico di classicità con il “Risotto agli asparagi, toast croccante, crescione, dressing alla senape e noci” che rilancia le sue note armoniche e rotonde, per poi ricadere logica conseguenza con la “Guancetta di manzo brasata, gramolata, patate, purè di sedano bruciato”.
Appuntamento al 16 maggio con la Degustazione verticale Pinot nero Gantenbein presso la sala Culturale “J.Fischer” a Montagna, e il 17 e il 18 maggio alla Sala Culturale “Haus Unterland” ad Egna con le degustazioni aperte al pubblico, dove si potranno degustare gli 80 vini che hanno partecipato al Concorso nazionale, affiancati da una selezione di circa 25 Pinot nero provenienti da tutto il mondo.
Dall’Alto Adige il Pinot Nero ridefinisce i canoni del concorso, per adesso vince il vitigno.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(10/05/2015)
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