Hannes Rottensteiner. Fare vino vuol dire fare tradizione. Sono convinto che il vino perfetto è il vino naturale. Il problema è che tale vino non garantisce continuità, con la tecnologia avremo un vino meno perfetto ma più certezze.
di Antonella Iozzo
Bolzano – Hannes Rottensteiner, enologo e produttore gestisce la Tenuta di famiglia insieme alla moglie Judith. Una lunga storia di vino e passione che ha reso la tradizione presenza quotidiana, essenza di un lavoro che inizia in vigna e culmina nel calice del consumatore finale.
Come la Tenuta Rottensteiner interpreta la tradizione?
Fare vino vuol dire fare tradizione. Da più di 1000 anni, nonostante il progresso, le nuove ere tecnologiche e via dicendo, per fare il vino si parte sempre dal mosto. Il vino è tradizione e la tradizione ci riconduce al vino, un concetto sempre presente alla Tenuta Rottensteiner.
Quanto è importante affiancare alla tradizione la tecnologia?
La tecnologia più che altro dà sicurezza. Sono convinto che il vino perfetto è il vino naturale. Il problema è che tale vino non garantisce continuità, con la tecnologia invece si avrà un vino meno perfetto, ma una certezza che si rinnova di anno in anno, e questo è un grande vantaggio.
Il vino cosa rappresenta per Lei?
Cultura. Se dovessimo fare un viaggio tra le zone viticole del mondo, troveremmo persone molto simili,forse, proprio perché il vino e le problematiche nel fare il vino ci accomunano e formano il carattere del vignaiolo, fiero di quello che fa, ma molto modesto perché si è consapevoli di essere sempre nelle mani della natura.
Cosa pensa di comunicare con i suoi vini?
Per me il vino deve accompagnare delle ore felici, quindi penso il piacere del bere un buon vino.
Produttore ed enologo come coniuga i due aspetti del suo lavoro?
La mia passione, ovvero il mio lavoro di enologo, mi conduce in cantina, in stretto contatto con i vini e mi piacerebbe che quest’attività occupasse più tempo. Purtroppo, come in tutti i settori, la burocrazia chiama e ci richiama dietro una scrivania. Dovere e piacere convivono.
Il vitigno più difficile da vinificare?
Il Pinot Nero. Nel calice ci aspettiamo eleganza, complessità, persistenza, longevità, profumi fruttati e raggruppare tutto questo in un solo vino è molto, molto difficile.
23 etichette, perché?
Perché l’Alto Adige è caratterizzato da terroir molto variegati, qui ci sono climi molto diversi, terreni diversi, esposizioni diverse. Per ogni appezzamento la propria varietà, la conseguenza sono le 23 etichette.
Ma non pensa che 23 etichette possano confondere il consumatore?
No, anche perché solo venendo qui da noi avrà modo di trovare, in un solo luogo, le 23 etichette, e poi ci sono più possibilità che incontri il suo vino.
Come siete posti sul mercato nazionale ed internazionale?
Siamo più presenti in casa nostra ma stiamo lavorando anche sul fronte estero, è sempre bene avere più prospettive. I tempi sono cambiati, è più difficile, si lavora tenendo alta la qualità e ci sono più soddisfazioni.
La Tenuta Rottensteiner un’azienda familiare, quindi, anche sua moglie è parte attiva dell’Azienda come riuscite a gestire lavoro e vita privata?
Cerchiamo di separare le due cose il più possibile. Naturalmente è inevitabile che qualche problema o piccolo disaccordo si porti anche a casa, ma dall’altra parte la passione comune per il vino ci tiene legati, e spesso diventa il nostro argomento culturale preferito.
L’annata che le ha dato più soddisfazione?
Il 2002, sia per i bianchi che per i rossi.
Il vino con il quale s’identifica?
Il Pinot Bianco, forse perché in passato ho lavorato con la Cantina San Michele Appiano, la cantina dei vini bianchi, possiamo dire, e ho poi proseguito su questa strada quando ho iniziato a lavorare per la Tenuta di famiglia.
Il sogno per il futuro della Tenuta Rottensteiner
Fare di questa Cantina, con i nostri punti di forza: Pino Bianco, Schiava, Lagrein, un’azienda di punta in Alto Adige.
Tenuta Rottensteiner
Via Sarentino 1a·39100 Bolzano·Italia
T +39 0471 28 20 15- http://www.rottensteiner-weine.com/it/
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(09/08/2014)
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