Vini del Centenario, creati per il centenario areniano, sono stati la sinfonia perfetta dell’evento, una musicalità pulsante il battito culturale veronese la cui sua forza espressiva ha disegnato il legame con la città.
di Antonella Iozzo
Verona – Il vino: cultura, convivialità lifestily. Tra sguardi, aromi e gusto, il vino comunica carattere, identità e territorio, è il caso dei “I Vini del Centenario” della Casa Vinicola Sartori che hanno affiancato, sostenuto ed inebriato i palati alla 37esima edizione del Premio 12 Apostoli .
“I Vini del Centenario”, creati per il centenario areniano, sono stati la sinfonia perfetta dell’evento, musicalità pulsante il battito culturale veronese la cui sua forza espressiva ha disegnato il legame con il luogo.
Quando la passione incontra la tradizione, il vino non può che veicolare l’immagine della città e dei suoi cittadini nella loro essenza più simbolica e rappresentativa, ed è come se dal cuore dell’Arena a quello della Casa Vinicola Sartori, bastassero solo poche note per sentire fluire appieno il profondo maestoso dall’Amarone del Centenario, il vibrato della Garganeca, l’adagio sostenuto del Corvino il pianissimo lieve e deciso del Recioto di Soave “Vernus”. Feeling che inizia dalle etichette dedicate agli storici cartelloni delle opere e culmina in ogni sorso, sensazioni che celebrano l’Arte nella lirica essenza del vino.
Un Premio quello dei 12 Apostoli che da ben 37 anni tratteggia il profilo artistico-culturale della città di Verona ospitando e premiando personalità di rilievo che,con la loro onestà intellettuale e il loro mestiere, hanno saputo essere testimonianza storica del nostro Paese nonché fonte di riflessioni e di approfondimento sulle vicende socio – politiche più attuali.
Quest’anno il vincitore del Premio 12 Apostoli Montblanc è stato il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, il premio “Riconoscimento all’Arte – 12 Apostoli Montblanc” giunto quest’anno alla sua sesta edizione è stato, invece assegnato al comico e regista Antonio Albanese, mentre l’ “Omaggio al passato”, alla sua quarta edizione, ha onorato la memoria del grande tenore e impresario teatrale Giovanni Zenatello il cui apporto per la trasformazione dell’Arena di Verona in Teatro d’Opera fu determinante, oserei dire cruciale. Nel 1913, infatti, insieme all’impresario teatrale Ottone Rovato, produsse una spettacolare Aida, per celebrare il centenario della nascita del compositore. Un’opera –evento che segno l’inizio di una lunga storia di nome Arena di Verona, il teatro all’aperto più grande del mondo divenne, così, sublimazione dello spettacolo e del suo pubblico.
La serata “12 Apostoli” ha avuto inizio presso il Teatro Nuovo di Verona, dove Aldo Cazzullo e Antonio Albanese insieme ad alcuni componenti della giuria ”gli apostoli” tra cui Marzio Breda, Luca Goldoni e Lorenzo Reggiani, hanno intrattenuto il pubblico presente con un pacato dibattito che ha messo in evidenza l’ultima fatica letteraria di Cazzullo “Basta piangere! Storie di un’Italia che non si lamentava” e la regia di Albanese per l’opera lirica “Don Pasquale” che andrà in scena a partire dal 13 dicembre prossimo.
La società, la politica, i tempi che cambiano, la critica costruttiva, l’illusione e la disillusione di un Paese, il nostro Paese, sono state queste le coordinate che hanno guidato sul palcoscenico il dialogo, o meglio le impressioni esternate dei protagonisti. Maggior mordente, interazione e verve giornalistica magari ci avrebbero coinvolti di più, permettendoci di toccare con mano le motivazioni che hanno spinto la giuria a selezionare Aldo Cazzullo in quanto: “Un acuto osservatore del costume , della politica e della cultura in Italia”, e Antonio Albanese, perché: “animando da anni una galleria di personaggi dietro i quali gli italiani ritrovano un efficacissimo spaccato della loro realtà quotidiana rivisitata attraverso una satira dal forte impatto profetico”, queste le motivazioni della giuria del Premio.
Seconda parte della serata presso lo storico ristorante 12 Apostoli della famiglia Gioco, qui Giorgio Gioco fondatore del premio, insieme al figlio Antonio, hanno intrattenuto gli ospiti con le loro specialità culinarie, la loro simpatia e cordialità ma soprattutto hanno consegnato i premi ai vincitori una scultura di bronzo fuso realizzata da Giorgio Gioco e una penna Montblanc in edizione limitata. Una festa per l’arte e con l’arte nella suggestiva fascinazione del locale ch ci rimanda con i suoi affreschi all’epoca romana.
Un vero e proprio scrigno anche le cantine del locale dove sono custoditi ottimi vini italiani e interessanti reperti di epoca romana e medievale come i 50 metri di podio di un tempio sacro risalente al primo secolo dopo Cristo che portano su di un tratto di una strada romana perfettamente visibile. Antichità e presente in un luogo dove l’Arte, la Cultura e il sapore della tradizione culinaria sono emozione e memoria.
Oggi come ieri, il Premio 12 apostoli continua a dispensarne il valore simbolico attraverso gli interpreti de nostro tempo, testimonianze per il domani che verrà.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(23/11/2013)
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