Just Vinitaly. Focus Vinitaly, in un reportage che coglie le mille sfumature tesa fra produttori e operatori del settore. Una realtà le cui dinamiche rilanciano continuamente le variabili del settore, promuovendo, investendo, comunicando. Da Verona all’Expo 2015 il domani di Vinitaly che non si fa attendere.
di Antonella Iozzo
Verona – Just Vinitaly, la naturale declinazione del vino parla di internazionalizzazione, buyer, export, bio e formazione. Dal 6 al 9 aprile 2014, produttori e professionisti firmano la qualità in scena per un total living dai grandi numeri, oltre 4.100 espositori su una superficie di 100 mila metri quadrati, più di 150mila visitatori, di cui oltre 50mila operatori esteri provenienti da 120 Paesi.
Prea-apertura fashion con “La grande bellezza di OperaWine” il 5 aprile al Palazzo della Gran Guardia, a Verona. New edition on del Grand Tasting “Finest Italian Wines, 100 Great Producers”, con le 100 migliori etichette italiane selezionate dall’autorevole rivista americana Wine Spectator.
Call of style, tradition and culture per un’esclusiva degustazione guidata dagli stessi produttori. Opera wine palcoscenico dei vini italiani per una platea internazionale che vuole conoscere ed esplorare l’Italia, alla ricerca di vitigni autoctoni e stili tradizionali. Comunicare, condividere, interagire per essere oggi la migliore espressione del vino italiano nella realtà di domani passando anche se non soprattutto attraverso il web, sembra essere questo il messaggio di Stevie Kim, manager director di Vinitaly International.
E di premio in premio non possiamo non citare il “Premio Internazionale Vinitaly 2014” alla Tenuta Greppo della famiglia Biondi Santi, produttrice del Brunello di Montalcino e alla francese Chateau d’Yquem, produttrice dell’omonimo vino, uno tra i più famosi al mondo. Custodi di tradizioni, di storia, di quella dedizione che è sigillo di qualità, passione, innovazione nel segno dei valori più antichi e profondi. Una cultura che si tramanda da generazioni, oggi, infatti, l’azienda Santi è condotta dal figlio di Franco Biondi Santi, Jacopo. Una lunghissima storia di tradizione anche per la Chateau d’Yquem che dal 16° secolo è sinonimo di qualità ed eleganza.
Una kermesse economica-culturale che cresce, cambia si rinnova perché la promozione commerciale è un divenire che segna il tempo e apre le porte internazionali. Segnali che Vinitaly ha colto proponendo “Vininternational” , “International Buyers’ Lounge” e “Vinitalybio” focus sulle produzioni biologiche realizzato con la collaborazione di FederBio, con l’intento di essere un ottimo punto di riferimento per i Paesi del Nord Europa, dell’America del Nord e dell’Estremo Oriente sempre più orientati verso questo settore.
Vinitaly sempre più senza confini e il Wine World diviene solida realtà, grazie alla presenza di 80 espositori provenienti dai principali Paesi produttori tra questi la Francia, Australia , Sud Africa, Nuova Zelanda, Ucraina, Azerbaijan, Argentina, Cile, Spagna. Per la prima volta al 48° Vinitaly Vininternational, il padiglione reso possibile grazie all’ International Wine Production. Le distanze si accorciano e Vinitaly si è dimostrata in grado di interagire con soluzioni nuove come l’International Buyers’ Lounge, area per il b2b wine&spirit pensata per gli operatori esteri selezionati, presenti in fiera, con l’obiettivo di favorire relazioni e scambi commerciali.
Fiore all’occhiello del padiglione Vininternational un’area tasting, un luogo dove la degustazione è divenuta esperienza, dove ogni vino ha rivissuto la sua storia attraverso le parole di relatori, wine writes, degustatori ed esperti di vini come Ian D’Agata, professionale e dalla comunicativa accattivante, che ha curato la degustazione I grandi vini rossi dei Crus Classés de Graves, di domenica 6 aprile, seguita da “Y e Chateau d’yquem, le due anime del più famoso vino” e dalla degustazione “I più grandi vini italiani da uve autoctone: vecchie annate, vini rari e introvabili”. Champagne nei giorni seguenti e spazio ai vini della Nuova Zelanda, della Spagna, con lo Sherry dell’Andalusia, e del Sud Africa.
Quatto giorni di grandi incontri con un ricco programma di degustazioni guidate, convegni tra cui ricordiamo XXVI Seminario Tecnico di Masi, “Un grande Amarone si fa attendere. Gli aromi vengono esaltati dal lungo appassimento”; presentazioni di ricerche e indagini di mercato. Plus culturale dal quale nasce Vinitaly.
International Academy: una masterclass, rivolta agli operatori stranieri con sessioni di tasting mirate e lezioni specifiche sui vitigni italiani. Un progetto concepito per approfondire la conoscenza del vino quindi del territorio e dei vitigni, solo così la comunicazione diviene promozione di qualità. Wine ma anche food con Sol&Agrifood ed Enolitech con l’eccellenza del food e delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura Made in Italy.
Il mondo del vino si presenta ed ogni padiglione rivela la migliore espressività vinicola ad iniziare dalla Hall del Veneto, la cui inaugurazione presso lo stand della Ragione Veneto si è svolta nel segno dell’eccellenza. Il rito del taglio del nastro è stato subito seguito dalle assegnazioni dei quattro titoli di Gran Medaglia d’Oro delle 17 in palio al 21° Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly, uno dei più selettivi al mondo, a Gianandrea Tinazzi della Casa Vitivinicola Tinazzi di Lazise (VR) per l’Amarone della Valpolicella Dop “Selezione di famiglia” 2010, Massimo Castagnedi della Tenuta Sant’Antonio di Colognola ai Colli (VR) per l’Amarone della Valpolicella Doc ”Campo dei Gigli” 2008, a Michele Bortolin di Ca’ Salina di Valdobbiadene (TV) col Valdobbiadene Prosecco DOCG Superiore Spumante Dry “Paradiso” 2013 a Graziano Aldegheri per le Cantine Riondo di Monteforte d’Alpone (VR) con il vino spumante di qualità dolce “Cuvee Excelsa –Rioro”.
Gesti di passione, mani che vibrano di vita , di lavoro onesto , è questo il messaggio che sembra voler fluire dal calco delle loro mani impresso in altrettanti quadri di terracotta, un vento simbolico ma carico di significati. Simboliche visioni anche per lo stand luminoso e spazioso, che ricrea il Ponte di Rialto della città scaligera, cultura e storia che comunicano storie di vino vere ed autentiche.
Gli allestimenti dell’intero padiglione sono ben curati, location di sensori di-vini che attraggono il marketing e la semplice curiosità dell’appassionato. Dal Valdobbiadene Prosecco Superiore, alla Valpolicella, è un proseguo di effervescenza, di dinamismo economico, di richiami della terra con il Gruppo Santa Margherita, presente anche ad “Opera Wine” con il Pinot Grigio “Impronta del Fondatore” 2013, non solo prosecco, quindi, ma spumanti eleganti dell’Alto Adige e invitanti Chianti. E se parliamo di Prosecco Superiore non possiamo non rimanere piacevolmente attratti dal Cartizze dell’Azienda Le Colture, che ritroviamo sempre dinamica e determinata.
Eccellenze venete da Villa Sandi, total black con rifiniture argento per un piccolo salotto dal design classico moderno che ripropone l’ospitalità, l’eleganza e la raffinatezza della storica cantina, all’Art style di Allegrini, imprinting internazionale, respiro evolutivo, accento quality top per variazioni sul tema dell’Arte, del lusso, del biofood, incontri, dibattiti e press lunch come momenti che filtrano la cultura nel cantico del bicchiere. Suprema l’essenza di Masi, mai la tradizione è stata così evolutiva, mai la scienza è diventata partner della poesia della terra, mai il rigore del gesto autentico è trionfato in un afflato di Amarone, cuore veneto, gusto internazionale. I colori caldi dello stand, l’attenzione per materiali naturali, il design che ridisegna lo spazio creano un ambiente accogliente e ospitale, ideale per la Cantina Privata Boscaini, una collezione unica di vini rari e pregiati che la famiglia condividerà con i più affezionati estimatori. È come sentirsi tra l’eleganza discreta dell’Azienda Masi e il respiro naturale dell’Amarone.
Internazionalità del vino italiano che grazie all’export nel 2013 ha superato il record storico di 5 miliardi di euro. Usa, Germania, Canada , Inghilterra in testa, ma non basta per essere un Italia che parla un linguaggio globale, Cina, la Russia Sudamerica sono ancora approdi lontani. È necessario studiare meglio i mercati essere più flessibili sugli orari, per esempio, vista la questione de fusi orari, conoscere le lingue, più strategia di medio termine: sono questi alcuni punti chiavi secondo molti importatori e distributori di vino italiano nei mercati del mondo, cercando partner ed importatori adeguato alla nostra realtà, per una piccola cantina è più logico essere presente tra le particolarità enologiche di un piccolo esportatore che disperdersi nel portfolio di una grande compagnia. Quindi maggior studio e maggiore preparazione, ma non basta è necessario puntare su innovazione, promozione e aggregazione per essere presenza costante nel tempo sull’orizzonte internazionale.
A Vinitaly si discute, si riflette, si pongono domande si cercano risposte, si ama il vino, una passione che diviene lavoro, un lavoro che diviene emozione, style life, nuovo concept . Crea nuove realtà, favorisce nuovi incontri, una su tutte: Bisol- Ferrari il Gruppo Lunelli infatti entra al 50% in Bisol, brand di riferimento del prosecco, ed il mercato globale si avvicina. Unione d’intenti e di eccellenze che favorisce l’espansione in un crescendo armonico che inevitabilmente contribuirà alla solidità della qualità italiana.
Cantine storiche e cantine che la storia la ripropongono ogni giorno con l’autenticità dei loro prodotti. Alta qualità in bottiglia che trasmette territorio, tradizione, dedizione, terroir. Ritratti di passione e coesione sociale di una piccola terra l’Alto Adige, baciata da un micro-clima mediterraneo, abbracciata da un paesaggio montano che la rende unica, ed ogni vitigno autoctono ne interpreta il carattere, lo stesso che ritroviamo nei gesti personalissimi di ogni produttore che nello stand dell’Alto Adige comunica l’ampia gamma di sfumature, di profumi, di sensazioni e grazie alla poesia della Cantina Tramin, all’esclusiva eleganza della Elena Walch, alla tradizione profonda della Cantina San Michele, alla profusione di autenticità evolutiva della Cantina San Paolo, alla passione e alla professionalità della Cantina Cortaccia, al piglio dinamico della Cantina Colterenzio, ai gesti della Manincor, e tantissime altre, insieme nel segno qualitativo dell’Alto Adige sotto il cielo di Vinitaly.
Stand, dopo stand è conferme e scoperte si alternano mitigando il trionfo del Chianti nelle sue declinazioni, del Brunello di Montalcino, assoluto il “Madonna delle Grazie” dell’Azienda Il Marroneto di Alessandro Mori, e di realtà più piccole ma prezioso come il Consorzio dei Vini di Carmignano, l’Azienda Pratesi ne flette la corposità, l’intensità, con nettari pronti a conquistare i palati più esigenti. Un vero salotto lo Stand della Lombardia, per degustazioni che rivelano la vera natura del territorio, variegato, diverso, particolare, come il Franciacorta, Laguna, la Valtellina, qui ritroviamo una perla incastonata su per la valle e la Casa Vinicola Nera, da generazioni una lunga storia di vino. È ancora piacevoli conferme in Abruzzo, Umbria, Piemonte, Trentino, regioni sinonimo di Montepulciano, Montefalco ,Barolo, Metodo Classico Trento DOC e non solo, è un tripudio, un vorticoso fermento che in fiera si fa sentire tramite la forza e il credo dei produttori, quindi dell’Aziende come l’umbra Castello delle Regine, serietà e dedizione, o come l’eccellenza del Ferrari, della Cavit, del Rotari che risplendono come diamanti incastonati nella bellezza del paesaggio trentino.
E se uno stand distende nello stile e nell’eleganza l’essenza del produttore, l’anima della tenuta non può che venirci incontro grazie al rigore del chiaro scuro e degli arredi che definiscono lo spazio e si aprono all’ospitalità. Ogni senso ne è coinvolto ed entra in empatia con l’imprenditore tedesco Anton F. Börner è artefice di Ômina Romana, splendida Tenuta nei pressi di Velletri. Una tenuta che porta nel suo stesso nome il senso della storia, del passato carico di antiche tradizioni, essenze di civiltà che delineano le forme del futuro nei gesti del presente, ed è come rinascere dalle proprie origini forieri di nuove realtà, di nuovi accordi armonici che risplendono nella verità del vino. Non è un caso infatti se il marchio della tenuta è proprio una fenice, dalla terra alla vita, nella naturale estensione della vite.
Passione quindi che nutre il lavoro amplificando il concetto di qualità e internazionalità, grazie a vini come il Viognier 2011, eleganza aristocratica che si lascia sedurre dal palato per lasciarsi morbide melodie in bocca. Un Merlot Rosato sensualmente profumato che rilascia la sua vera natura con abbinamenti inusuali, perfetto per il sashimi. Rosso fruttato e deliziosamente ammiccante il Merlot 2011. La musicalità dei vini si fa sempre più intense e profonda con Janus Geminus I, 2011 corposo e di buona struttura, ma con il Ceres Anesidora I, 2011, dai vitigni Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che la fascinazione raggiunge l’apice. Un vino da conversazione, che aprendosi apre il nostro cuore e induce la mente a varcare confini inesplorati. I tannini sembrano essere il fondale di una morbidezza che sul finale persiste in raffinatezza. Non ci resta che proporre una visita alla Tenuta!
Vinitaly network internazionale che parla il linguaggio della comunicazione, della promozione, della cultura del vino e premia le migliore personalità del settore: Jay McInerney, Wine Columnist di “Hearst Magazines” e del “Wall Street Journal”, e Quianrui Cheng, Senior Editor Wine in China sono, infatti, i giornalisti che hanno ricevuto, ex aequo, il premio “Grandi Cru dʼItalia”, dedicato alle personalità più influenti e importanti del settore del vino, mentre Paolo Basso, miglior sommelier del mondo 2013 per lʼAssocation de la Sommelierie Internationale, ha ricevuto il premio come miglior esponente della categoria. Quando è la vita stessa a coincidere con la passione che nutriamo per il lavoro, la miglior comunicazione non può che essere la logica conseguenza, esattamente come il vino è l’opera d’arte di produttori che diventano artisti della produzione vitivinicola come i 100 produttori di eccellenza del vino tricolore del Comitato Grandi Cru che ha come nuovo presidente Carlo Guerrieri Gonzaga, Tenute San Leonardo, che succede al Marchese Vittorio Frescobaldi.
Vinitaly, ovvero il vino in tutte le sue forme da vivere tutto l’anno. Vinitaly, infatti, è una realtà le cui dinamiche rilanciano continuamente le variabili del settore, promuovendo, investendo, comunicando. Una realtà in continuo divenire che giornalmente mette in atto le proprie leve professionale per essere sempre e comunque uno dei più quotati punti di riferimento del vino. Non è un caso infatti se è stata incaricata della realizzazione e gestione del Padiglione del Vino per Expo Milano 2015. Scelta importantissima che risuona di cultura italiana e produzione italiana, ed il vino è cultura, è tradizione, è passione, è la nostra storia. Un evento importantissimo per noi considerando anche che il Padiglione Italia sarà il cuore dell’intera Esposizione e che la stessa Unione Europea ha deciso di collocare il proprio spazio espositivo al suo interno. Da Verona all’Expo 2015 il domani di Vinitaly che non si fa attendere.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(09/04/2014)
Foto: Credits: Ennevi Veronafiere
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1