Lavaux, Svizzera. I vigneti terrazzati Unesco, paesaggio di emozioni

Lavaux è un luogo davvero unico, dove l’orografia del territorio disegna le forme della passione, un’esperienza che infonde il sentimento dell’essere vignaiolo.

di Antonella Iozzo

Lavaux (CH) – Un paesaggio di emozioni da degustare lentamente cogliendo la passione del gesto trasformarsi in poesia enoica. Sono i vigneti a terrazza di Lavaux, un’area di 830 ettari che si estende tra Losanna e Montreux, patrimonio UNESCO dal 2007.
Un territorio ostile forgiato da blocchi di morene e graniti dal ritiro dei ghiacciai che nonostante i numerosi tentativi dei Romani prima, dei Galli e degli Elvezi poi, rimase incolto e inospitale. Ma nel XII secolo alcuni monaci cistercensi terrazzarono con muretti di pietra tutte le colline per oltre 14 chilometri riuscendo ad impiantare i magnifici vigneti che da allora ricoprono il territorio.

L’uomo e la natura crearono una sorta di simbiosi cadenzato dal sole e dal clima mediterraneo che nel corso del tempo iniziò a caratterizzare questi luoghi, fattori che hanno contribuito a produrre un vino molto apprezzato, lo Chasselas. “Tre soli” è infatti il soprannome con cui gli abitanti locali chiamano Lavaux proprio per il clima temperato e per l’irradiazione diretta del sole, oltre che del riverbero dei raggi che proviene dal lago, senza dimenticare il calore notturno rilasciato dalle pietre dei muri. Caratteristiche che rendono i vini eleganti, fruttati ed armonici.

Lavaux è un luogo davvero unico, dove l’orografia del territorio disegna le forme della apssione di ogni singolo viticoltore. È un armonico contrasto nel movimento discendente e poi ascendente del terreno a regalarci una vista unica e una percezione del modo di vivere e di interpretare il territorio dei vignaioli. È come toccare con l’anima la dedizione, il rispetto, il profondo legame di ogni singolo vignaiolo al proprio territorio. È un amore che regala i frutti della terra nella celebrazione della vite. Landescapes da cartolina tra lago, montagne e cittadine vivaci che riescono a incorniciare nel pittoresco la vivacità moderna del quotidiano, e vigneti che si distendono come pennellate di Van Gogh o impressioni autunnali di Monet tra colori caldi e il vivido sentimento della vendemmia, quando i grappoli implodono di vita e di passione bucolica.

Il vino si sa è cultura è la cultura è un concetto molto ampio che abbraccia le varie declinazioni dell’essere e dell’esprimere il mestiere del fare il vino come simbolo di un entità e di una identità ben precisa che implica la perfetta integrazione tra lavoro dell’uomo e la morfologia del territorio, tra ecosistema e dinamismo socio-culturale. Motivo che ha portato Lavaux ad essere uno dei pochi vigneti al mondo riconosciuti dall’Unesco.

Osservando i vigneti è come ammirare il lavoro scultoreo di un’artista animato da quell’impulso sotterraneo di rendere viva e pulsante, armonica e vibrante la sua creatura. Si, vignaioli come artisti che hanno saputo modellare la terra adattandola alla coltivazione della vite nel rispetto dell’ambiente. È un entrare tra le fibre della natura per renderla protagonista in una dimensione unica ed affascinate capace di divenire massima espressione enoica nella bellezza della sua nuova forma, giardini di vite sostenuti da muretti di pietra tanto da sembrare quasi sospesi.

Visitare Lavaux a piedi con una passeggiata tra i tantissimi sentieri, che attraversano i vigneti, è un’esperienza che infonde il sentimento dell’essere vignaiolo. Tutti i sensi ne sono conquistati dalla vista all’udito, perché la bellezza del paesaggio, la musica del silenzio, l’odore dei vigneti, la matericità della terra e il sapore dell’autenticità che sembra stillare dai grappoli che attendono pazienti il momento perfetto.

Ma la Regione de Lago di Ginevra offre la possibilità di un percorso molto suggestivo con trenini su ruote di gomma per scoprire Lavaux nella sua più completa meraviglia. Si possono così cogliere tutte le sfumature dei vigneti a terrazza tra il Lago di Ginevra e le Alpi.

Le principali uve sono il Pinot Noir, il Gamay e soprattutto il Chasselas, una vite forte e vigorosa che rilascia tutto il gusto del territorio. Le denominazioni di origine controllata (AOC in Svizzera) a Lavaux sono 8: Calamin, Chardonne, Dézaley, Epesses, Lutry, St-Saphorin, Vevey-Montreux e Villette. Vini strutturati, complessi e dotati di una certa profondità capace di affascinare il palato per tipicità e persistenza. Tante le possibilità di una degustazione, dalle visite ai singoli vignaioli all’enoteca di Epesses, Les 11 Terres, scrigno di 11 produttori locali, dai bianchi ai rossi le voci enoiche degli 11 vignaioli vibrano nella propria interpretazione del territorio, ma la qualità è un inno intonano all’unisono.

Altra meraviglia per una degustazione da ricordare il complesso di Vinorama, nelle vicinanze del lago. Un enoteca moderna il cui ingresso è di per se molto accattivante. È come entrare nel ventre della montagna mentre l’acqua ne scolpisce la forma formando una piccola cascata che culmina nel lago. Qui, è possibile non solo degustare i vini e scoprire le tradizioni delle famiglie vignaiole ma catturare l’essenza del luogo attraverso dei film documentati che esprimono nelle singole sequenze il reale quotidiano che dona forma alla storia della viticultura a Lavaux.

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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (01/10/2018)

 

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