Wine nel cuore e nella mente che premia, esulta e trionfa in un evento nato per essere l’evento di punta dell’anno, momento clou che regala suggestioni al palato e concrete conferme nel wine business internazionale proponendo circa 700 vini di altissimo livello.
di Antonella Iozzo
Merano (BZ) – Merano Wine Festival, emozione eccellenza. La natura eleganza del Festival dal nove all’undici novembre scorso ha dispiegato con il suo intrinseco fascino l’alta qualità di aziende che hanno presentato sia nel settore wine che nel settore food prodotti d’indiscusso valore. Un numerosissimo pubblico di esperti e appassionati ha affollato lo storico Kurhaus, traditional location dell’evento da sempre residenza di unicità e bellezza, infatti, più di 2500 presenze affollavano lo splendido palazzo Liberty e per la prima volta, in ventidue anni, sabato scorso le sue porte si sono chiuse davanti ad un’incredibile sold out.
Alta qualità e professionalità: rigorosamente, quotidianamente. Sintetico e basilare concetto che le nove commissioni d’assaggio della Merano Wine Festival hanno fatto proprio, selezionando solo 300 aziende provenienti da tutte le regioni d’Italia su oltre 750 presentatesi, alle quali si aggiungono le 30 “New Entry“, presenti nella sola giornata di lunedì, un‘ottima possibilità per crescere nel segno del prestigio. Il festival coniuga comunicazione, passione, territorio, essenza produttiva e sinergia qualitativa, un mondo che si apre a dieci Consorzi Italiani di vino massima espressione per porre in primo piano e ammaliare i visitatori con i richiami autentici del territorio attraverso le DOC, DOCG, IGT e DOP. Suggestiva la proposta del Consorzio Tutela Vini Valpolicella che ha proposto laboratori del gusto in ciascuna delle tre giornate del Festival attraverso trentasei vini in rappresentanza di altrettante aziende. Esplorazioni sensoriali a contatto con il territorio per scoprirne le peculiarità e la ricchezza, storia e tradizioni quindi che cadenzano i ritmi di Amarone che si distendono nelle sue vallate particolarmente vocate alla viticultura, una tavolozza cromatica e variegata che rilascia prodotti diversi e originali per caratteristiche organolettiche ma sempre e comunque qualitativamente superiori, come i quattro Amarone, rispettivamente Amarone DOC Classico, Cantina Benedetti, Amarone della Valpolicella DOC Tenuta Vignega, Amarone DOC Classico, Corteforte e Amarone della Valpolicella, Villa Rinaldi, da noi saggiati nella degustazione guidata da Paolo Ianna, e Olga Bussinello direttore del Consorzio, in abbinamento con Risotto con Tastasal, il Grana Padano a vari livelli di stagionatura del Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano, pane a lievito naturale dell’Associazione Pan di Verona, e olio Veneto Valpolicella DOP del Frantoio Bonamini. interessante il banco d’assaggio del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
Wine nel cuore e nella mente che premia, esulta e trionfa in un evento nato per essere l’evento di punta dell’anno, momento clou che regala suggestioni al palato e concrete conferme nel wine business internazionale proponendo circa 700 vini di altissimo livello, il top della produzione.
Un mosaico di realtà nazionali che affianca l’anima wine internazionale con i trenta Vignerons dell’ Union des Grands Crus de Bordeaux, organismo che quest’anno celebra il 40.mo anniversario della sua creazione, tradizione innovativa che riaccende i sensi in una felice combinazione di aromi e profumi, fino a toccare il Paese ospite di questa edizione la Georgia con cinque aziende, selezionate da Helmuth Köcher, letteralmente affascinato dalla antichissima cultura georgiana e dalla sua storia che ricalca le più antiche tradizioni vinicole.
Sotto l’orizzonte del Festival 14 degustazioni guidate di vini nazionali ed internazionali, volute da Helmuth Köcher, Presidente e Fondatore del Merano WineFestival e Ian D’Agata, fra i massimi esperti di vino. Analisi tecniche e sensoriali, seducono, incuriosiscono, svelano l’universo di verità e poesia che attraverso il calice inebria i sensi. E’ come se sentissimo nelle parole di sommelier, esperti, giornalisti, produttori, la musicalità del vino e tutto ciò che ruota intorno alla produzione del vino. Non possiamo non citarne alcune come il Pauillac Grand Cru 1978 di Château Grand-Puy-Lacoste, o le preziose annate dei Marchesi di Barolo fino all’intramontabile Brunello di Montalcino di Frescobaldi. Valenze simboliche di eccellenza in un ideale abbraccio di stili e tradizioni, pensate, elaborate e realizzate dalla passione e dalla competenza di Helmuth Köcher e Ian D’Agata. Dall’intraprendenza delle loro acuminati menti nascono le International Wine Masterclasses di cui D’Agata è co-direttore, confronti, dialoghi, incontri internazionali in una osmosi d’idee in movimento che veicola la cultura del vino. Grandi esperti, grandi vini ed appassionati, wine writer, blogger, un’esperienza unica, imprinting essenziale per scoprire e varcare nuove dimensioni, quelle del vino nella sua poliedrica essenza, nella sua nobile natura, nella sua concreta realtà. International Wine Masterclasses che stimolano la curiosità intellettiva nella fascinazione di raffinate degustazioni che offrono la possibilità di saggiare grandi vini italiani e stranieri, spesso difficile da trovare. Rossi, bianchi, rosè. Dolci, secchi e bollicine, l’evocazione sensoriale sul borderline della ragione, come per dire la tecnica al servizio delle emozioni gustative più vere come quella sui “Grandi Vini Italia-Francia a Confronto, 1990 – 2010”. Il vino che unisce, il vino che coniuga le diverse facce della comunicazione, il vino che pulsa e racconta lasciandosi raccontare. Una sinfonia diretta da Ian D’Agata con semplicità e professionalità, la sua abilità nello sviluppare ogni pensiero espresso dai partecipanti alla degustazione conservandone e rispettandone il concetto è una performance armonica capace di esaltare il cuore forte e l’anima pura di ogni vino e del suo produttore.
Da sottolineare anche la degustazione: “Paolo Basso, Il Migliore Sommelier del Mondo, Presenta I Grandi Vini Dolci”. Vincitore del titolo di Meilleur Sommelier du Monde 2013, Paolo Basso è una figura di riferimento importante, una certezza nel mondo dei vini. La sua cordialità disegna il tratto distintivo del suo carattere declinato in wine passion.
Il Merano Wine Festival è anche food con Culinaria, circa una sessantina di artigiani del gusto, protagonisti di “Rue de Chef”, una promenade tra le materie prime di pregio utilizzate esclusivamente nell’Horeca. Nell’area GourmetArena, invece abili Chef hanno deliziato invece i palati dei visitatori con le loro sublimi preparazioni e si sono sfidati a colpi di creatività culinaria nella Merano Chef Challenge, gara di abilità, competenza e creatività appunto.
Merano Wine Festival, the spirit of quality, the class of elegance, tutto il resto è anima, cuore, wine sensation.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(12/11/2013)
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