Natural Resistance, il vino che non berremo. Il nuovo documentario di Jonathan Nossiter, passato al Festival di Berlino presenta il vino naturale.
Redazione
La cosa paradossale è che il vino più naturale di tutti non sarà mai un vino Doc e non lo berremo mai. È sola una delle cose che si scoprono guardando Natural Resistanc, il nuovo documentario di Jonathan Nossiter, passato al Festival di Berlino, e che è tutto focalizzato sull’Italia che lo ha anche prodotto. A dieci anni da Mondovino, film passato al Festival di Cannes che faceva le pulci al produttore californiano Moldavi, questa volta il regista mette in campo in questo documentario, prodotto da Giacomo Claudio Rossi, quattro produttori di vino naturale.
Quattro produttori che, per altrettanti personali motivi, si sono allontanati dalle logiche del mercato e del profitto, lavorando la terra in modo del tutto naturale proprio come si faceva in tempi lontani. “Quattro viticoltori Italiani che conducono la vita che molti sognerebbero di fare – si legge nella cartella stampa che accompagna il documentario -. Giovanna Tiezzi, figlia dello storico ambientalista Enzo Tiezzi e Stefano Borsa nel loro ex convento riconvertito in azienda agricola in Toscana, ci portano un legame vitale con la cultura etrusca. Corrado Dottori e Valeria Bochi, rifugiati dall’industrializzata Milano nella fattoria di famiglia nel magico territorio marchigiano, lottano per un’idea di giustizia sociale gioiosa. Elena Pantaleoni, ex libraia nei Colli Piacentini guida l’azienda vinicola del padre, portandola verso un futuro utopico, ma anche realizzabile. Infine Stefano Bellotti, il Pasolini degli agricoltori, un poeta contadino nella sua fattoria ecologicamente radicale nel Piemonte”.
Il tema è ancora più importante perché, come già anticipato, questo vino che rispetta più degli altri la natura non solo viene colpevolizzato dai costi, ma anche dall’impossibilità di diffusione sia sul mercato nazionale che in quello europeo, scontrandosi con norme sia disciplinari che igieniche che impediscono il suo stesso esistere”. “Sono molto felice di presentare il mio nuovo film in anteprima al festival di Berlino – ha detto Nossiter -. Come padre di tre bambini italiani, residente a Roma da qualche anno, e anche cresciuto in parte in Italia da bambino, questo film è frutto dell’amore storico che ho per il paese: per i suoi vignaioli-artigiani e coraggiosi, oltreché per i suoi custodi della cultura del cinema come Gianluca Farinelli della Cineteca di Bologna. La cultura contadina italiana è sempre stata legata alla cultura del cinema. Questo film festeggia in un certo senso questo rapporto, con l’aiuto di Mario Soldati, Pasolini, Gian Vittorio Baldi e altri”. www.ansa.it
di Francesco Gallo
(10/02/2014)
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