OperaWine 2015, the italian wine world. La differenza è nel suo DNA, assoluta qualità, promozione internazionale, face to face con gli operatori specializzati provenienti da tutto il mondo. Wine Spectator” non ha fatto altro che porre sul podio questa realtà.
di Antonella Iozzo
Verona – È di scena la l’eccellenza enologica italiana nella suggestiva cornice dello storico Palazzo della Gran Guardia con le 103 etichette selezionate da Vinitaly in collaborazione con la rivista americana Wine Spectator. Esclusiva première di Vinitaly che ha celebrato la bellezza, la cultura, e la profondità del vino, dei produttori e del territorio italiano. La tradizione diventa fashion grazie ad un allestimento scenografico che richiama il mito, nella teatralità scenico-musicale dell’Aida di Gianfranco de Bosio. È l’latra faccia di Verona, la sua musica e la sua Arena che rilanciano la preziosità del Made in Italy. 103 migliori produttori tra cui 20 new entry provenienti da Valle D’Aosta, Toscana, Sicilia, Piemonte, Basilicata, Sardegna, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Umbria, Puglia, Veneto ed Emilia Romagna, si sono lasciati degustare in un evento capace di sedurre gli ospiti nel duplice ruolo di raccontare il patrimonio vinicolo italiano e di conoscere la top quality di settore in un viaggio sensoriale ed emozionale.
OperaWine, la differenza è nel suo DNA, assoluta qualità, promozione internazionale, face to face con gli operatori specializzati provenienti da tutto il mondo in un evento trend, di grande appeal e di grande carisma mediatico. On the stage Vinitaly, preview OperaWine con una quarta edizione sempre più in sinergia con le iniziative intraprese sul palcoscenico globale come conferma il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Vinitaly non è più solo una fiera, nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative dedicate alla promozione del vino italiano nel mondo”, naturalmente OperaWine e proseguendo la Vinitaly International Academy di enorme rilievo sul panorama internazionale, continua Mantovani: “da cui usciranno professionisti capaci di comunicare e promuovere la straordinaria ricchezza e diversità della viticoltura italiana. Senza dimenticare che tra poche settimane inizia l’Expo di Milano, e Veronafiere e Vinitaly gestiranno il padiglione del vino italiano, in quello che si preannuncia come un enorme spot per tutto il settore, uno spot che durerà sei mesi e arriverà in ogni angolo del mondo”.
La promozione è la leva che imprime nuove spinte propulsive a situazioni che sarebbe troppo riduttivo chiamare semplicemente eventi, OperaWine è il cardine di uno sviluppo mirato che articola progetti sempre più efficienti ed al servizio del vino, da qui l’accordo editoriale con RCS Mediagroup, per la realizzazione della guida ufficiale di OperaWine, che affianca le note di degustazione di Wine Spectator dei 103 vini selezionati alle schede aziendali a cura di Luciano Ferraro del Corriere della Sera. La guida sarà disponibile in tutte le edicole con il Corriere della Sera.
Produttori, giornalisti, esperti del settore, importatori, celebrano il vino, e Villa Sandi sigla il light lunch. Bubbles e il sapore della convivialità che comunica il piacere di festeggiare le grandi etichette del Vino Italiano. Un brindisi in un sorriso di stima ad iniziare da quello di Giancarlo Moretti Polegato, Villa Sandi che fluttua di calice in calice, ovvero Prosecco Superiore di Valdobbiadene nelle sue declinazioni d’eccellenza.
Il vino italiano è protagonista della vita e nella vita di produttori che con il loro impegno costante hanno formato l’alta qualità italiana, danno saputo dare volto, nome e forma al territorio italiano dell’eccellenza nel bicchiere. “Wine Spectator” non ha fatto altro che porre sul podio questa realtà partendo da un idea nata a cena con Stevie Kim e Ian D’Agata cinque anni fa, come racconta Thomas Matthews, l’executive editor di “Wine Spectator”, durante la conferenza stampa: “un’idea che ha preso forma nella conoscenza del magazine enoico più letto d’America, con ben 3 milioni di lettori, e 3.000 assaggi made in Italy ogni anno, sui 18.000 totali. Da questi assaggi, rigorosamente alla cieca, ogni anno, cerchiamo di selezionare una rosa di produttori capace di rappresentare al meglio ogni Regione ed ogni territorio del vino italiano, valorizzando al meglio la ricchezza varietale e produttiva del Paese. In quest’ottica, abbiamo deciso di spaziare tra annate diverse, cantine di grandezze differenti e stili anche lontanissimi, tra grandi rossi, bianchi e bollicine”.
Oggi possiamo tranquillamente affermare che OperaWine è the italian wine world, l’unico degno di questo nome. E non può essere diversamente se durante il Grand Tasting Finest Italian Wines: 100 Great Producers, abbiamo trovato fra le stelle del firmamento qualitativo: Cantine Cesari, l’eleganza di rossi che traduce il cuore della Valpolicella. Allegrini, passione e tradizione nella sintesi di una qualità superiore e di gran classe. Masi Agricola, l’evoluzione al servizio della professionalità, la professionalità al servizio del territorio. Dal Veneto che trionfa al Trentino alto Adige che conferma la sua vocazione, mission qualitativa senza uguali con le Cantine Ferrari, impegno con la Cantina Terlano, modernità e origine con Elena Walch. È una parabola che traccia le coordinate Italia e tocca la terra di Toscana con la lunga tradizione di Marchesi Antinori, Biondi Santi, il carattere e la personalità ben definita della Tenuta Luce della Vite, la storia fattasi sorsi unici di Ornellaia, il tempo stillante sorsi di sapienza con Mastroberardino.
Nel loggiato e nella bouvette del Palazzo della Gran Guardia l’OperaWine rilascia la sua melodia e se l’atmosfera può risultare glamour, la vastità profonda di ogni calice ci riporta all’origine, al senso del fare e dell’essere vino per ogni produttore. Tradizione o anima, what is the truth? E se lo chiedessimo a produttori che hanno reso il vino emblema dell’Italia autentica nel mondo come Gaia? Ci risponderà mai? È un proseguo di sorsi che chiedono e rilanciano come le forme della fragranza di Ceretto e ancora Braida, Pio Cesari, Scavino. Al cuore del Made in Italy nel calice, only OperaWine.
Da OperaWine e Vinitaly al mondo con un sistema di promozione intelligente e lungimirante che mira alla dinamicità digital nella quale crede fortemente Stevie Kim, direttore generale di Vinitaly International, la quale rilancia il concept di visibilità delle cantine protagoniste di OperaWine sulla rete. In tale contesto con Vinitaly Wine Club, si è sviluppato una vera e propria piattaforma di e-commerce in grado di accompagnare e supportare strategie di penetrazione e crescita commerciale in tutto il mondo, a disposizione di tutti i produttori. Sempre sulla rete è nato il concorso #bestoperawine, che ha visto salire sul podio, la griffe dell’Amarone Tommasi Family Estates.
È tempo di premiazioni, è tempo di Italian Wine Ambassador con i cinque vincitori del primo Corso di specializzazione sul vino italiano, realizzato da Vinitaly Internatonal Academy sotto la direzione scientifica di Ian D’Agata. 55 candidati provenienti da 17 paesi (Cina, Usa, Australia, Austria, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Grecia, Singapore, Hong Kong, Olanda, Regno Unito, Russia, Svezia e Ucraina) cinque giorni di lavoro intensivo teorico e pratico che ha visto distinguersi la canadese Micaela Morris co-proprietaria della House Wine Lingzi He dalla Cina, giornalista specializzata e insegnante, Sarah K. Heller da Hong Kong, proprietaria della Heller Beverage Advisory, Luiz Alberto, fondatore del sito di e-learning www.thewinehub.com e Tony Polzer proprietario e insegnante presso 3 Millennia Tour, entrambi statunitensi. Nelle loro parole, l’emozione, nei loro sguardi il desiderio concreto, l’impegno e la soddisfazione che li porterà verso le nuove frontiere del marketing e della comunicazione del vino.
OperaWine, 100 vini d’Italia raccontano le tradizioni, il territorio, la nostra storia. Parla il vino.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(25/03/2015)
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