Othmar Donà, enologo della Cantina Cortaccia, senza dubbio per noi la tradizione è importante ma siamo anche una cantina aperta al domani, che interpreta e propone vini anche internazionali.
di Antonella Iozzo
Cortaccia (Bz) – Othmar Donà, esperienza e passione. Per l’enologo della Cantina Cortaccia la qualità è il punto di partenza per comunicare nel bicchiere i terroir dell’Alto Adige. Unici e diversi come le emozioni che rilasciano. Vini dal sapore autentico, come i gesti di chi li produce.
Il lavoro dell’enologo in una cantina sociale come la Cantina Cortaccia è diverso?
Il lavoro sostanzialmente rimane sempre lo stesso, bisogna semplicemente avere molto tempo per visitare i vigneti e fare le diverse classificazioni, poi è necessario avere ben chiaro il programma che s’intende eseguire. Importantissimo è avere intorno a sé una grande famiglia e devo dire che in questo caso, il direttore, i soci e tutti i collaboratori formano un unico corpo che si muove all’unisono verso il medesimo obiettivo: produrre vini di alta qualità e di carattere.
Quanto conta nel suo mestiere l’esperienza?
È importantissima perché tutto le annate sono diverse. L’esperienza permette di valutare bene i problemi tecnici che si presentano di anno in anno e d’intervenire nel modo più appropriato.
In che misura tradizione e innovazione s’incontrano alla Cantina Cortaccia?
Siamo una cantina che amiamo i vigneti con impianti vecchi e i vitigni autoctoni, perché i vini devono rappresentare il nostro territorio. Cerchiamo sempre di unire l’esperienza dell’enologo, la tradizione e l’innovazione propositiva per crescere nel segno del domani.
Più vitigni autoctoni quindi, rispetto a quelli internazionali?
Senza dubbio per noi la tradizione è importante quindi è naturale concentrarsi molto su vitigni autoctoni come la Schiava, il Gewürztraminer o il Lagrein, ma siamo anche una cantina aperta al domani, dinamica che interpreta e propone vini internazionali.
Come rispettare e far parlare un vitigno?
Ogni vitigno ha bisogno, per esprimere al meglio se stesso, di un terreno con caratteristiche ben precise. In poche parole ad ogni vitigno il proprio terroir, non dobbiamo fare altro.
Ama sperimentare, osare, creare nuove etichette?
Si, sperimentiamo, selezioniamo cloni, assembliamo vitigni dalle zone più vocate. Per noi è importante essere lungimiranti e fare dei vini nuovi significa muoversi in questa direzione.
Il vino più rappresentativo della Cantina Cortaccia?
Il Gewürztraminer Brenntal Riserva e il Cabernet Freienfeld .
L’annata che Le ha dato più soddisfazione?
Negli ultimi 22 anni, che poi sono quelli della mia esperienza qui, ci sono state annate strepitose, il 90’, il 97’ con il Cabernet Freienfeld e il 2011.
Le etichette più richieste?
Tra i bianchi il Gewürztraminer, il Müller Thurgau, lo Chardonnay. Tra i rossi il Lagrein, le diverse Schiava, il Merlot e il Cabernet Freienfeld.
Come enologo preferisce lavorare sui bianchi o sui rossi?
In Alto Adige siamo bianchisti per natura, ma come enologo mi piace molto lavorare anche sui vini internazionali.
Tratti peculiari di un bianco della Cantina Cortaccia?
Il carattere, l’equilibrio, l’acidità.
Ci svela qualche piccolo segreto sull’arte dell’invecchiamento?
È molto importante l’annata. Se l’annata è ottima avremo un vino di alta qualità e con tutte le potenzialità d’invecchiare bene. Ovviamente, poi, è fondamentale avere una cantina moderna dal punto di vista tecnologico, con temperatura controllata e giusta umidità, per esempio.
Cosa rappresenta per Lei il vino?
Convivialità, armonia.
Il suo primo contatto con il vino?
Da piccolo, essendo i miei genitori viticoltori. In casa, quindi era naturale sentir parlare di profumi, di vitigni, e di tutto ciò che il vino può esprimere. Sono cresciuto insieme al mio naso e ringrazio tutte le persone che mi hanno trasmesso con il cuore l’amore per il vino.
Cantina Cortaccia
Strada del Vino 23 – 39040 Cortaccia (BZ) – Italia
Tel. +39 / 0471 / 880 115 – Fax +39 / 0471 / 880 099
http://www.kellerei-kurtatsch.it
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(21/05/2014)
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