Premio Masi. Nelle sue diverse sezioni, ogni anno trova interpreti profondi che tramutano i valori delle Venezie nella loro più piena espressione. Massimiliano Alajmo, Elisa, Carlo Rovelli, Giuseppe Martelli. Oggi come ieri i valori della nostra civiltà evolvono la loro essenza nel segno del vino, icona di tradizione e cultura.
di Antonella Iozzo
Verona – XXXIV Premio Masi la cultura come chiave di volta della società che cambia. Dal Veneto al mondo andata e ritorno, per un viaggio multi sfaccettato, poliedrico e carico di valori. Gli stessi valori che da millenni hanno edificato l’essenza veneta, la pulsione e la passione di gente che inarca le forze per proiettare sull’orizzonte le dinamiche della mente e del cuore, insieme, per essere artefici di una realtà migliore. Un concept che Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e vice presidente della Fondazione Masi, esprime con orgoglio e nuova linfa ogni anno da ben trentaquattro edizioni. Attraverso la voce più profonda e autentica della propria terra: il vino. Simbolo di cultura, territorio, tradizione, gesto e dedizione diventa ambasciatore di cultura nel mondo.
Nelle sue diverse sezioni il Premio Masi, ogni anno trova interpreti profondi che tramutano i valori delle Venezie nella loro più piena espressione. I vincitori dell’edizione 2015 sono: Massimiliano Alajmo, Elisa, Carlo Rovelli per la sezione Civiltà Veneta, per la sezione il Premio Masi Internazionale Civiltà del Vino, riceve il premio Giuseppe Martelli. Grosso d’Oro Veneziano alla Marina Militare italiana nella persona del suo Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Musica, cucina, scienza, ma anche solidarietà e sviluppo vitivinicolo e comunicazione di settore tesa al massimo livello.
Queste le traiettorie percorse, questa la sintesi di un percorso che ha determino scelte di carattere, e di forte calibro. Scelte incisive che sono un continuum non solo di intelligenza vocata all’eccellenza ma trait d’union tra la cultura veneta e i quattro angolo del globo.
Sabato scorso cinque stelle hanno illuminato il cielo di Verona di nuova linfa. È quasi un work in progress culturale che nobilita l’operato dell’uomo, conferendogli un’aurea qualitativa che si spinge oltre il proprio dovere per divenire simbolo di un’entità, di una terra che non ha confini e che diventa radice del mondo.
E se lo chef Massimiliano Alajmo, padovano, tre stelle Michelin, premiato per “la costante ricerca e per la sua idea di cucina fondata contestualmente su leggerezza e profondità di sapori “, trasforma la tradizione culinaria in emozione che rinasce dentro di noi, sentimento, memoria e al contempo proiezione del futuro nella mirabile melodia dei sapori, l’artista Elisa, di Monfalcone, scelta per “l’universo emotivo espresso dalla sua musica e per la sua autenticità artistica”, trasuda in versi un vissuto che racconta e induce alla riflessione.
Quando la passione seduce la mente, la scienza acquista la loquacità comunicativa di Carlo Rovelli, veronese, fisico di fama mondiale che ha ricevuto il Premio civiltà Venete per la “capacità di coniugare il rigore della fisica teorica con la sua divulgazione al largo pubblico”.
Giuseppe Martelli, enologo, biologo e Direttore Generale di Assoenologi, “ha dato voce e forma istituzionale a tante professionalità del settore, contribuendo attivamente all’attuale successo del vino italiano nel mondo. Inoltre, come presidente del Comitato Nazionale dei Vini a Denominazione di Origine, Martelli è il custode di un grande patrimonio italiano e autorevole interlocutore tra le istituzioni italiane ed europee”. Questa la motivazione della giuria per il Premio Masi Internazionale Civiltà del Vino. Onestà intellettuale, impegno, costanza e una visione internazionale in stretta correlazione con quella di casa nostra affinché il palato del consumatore finale incontri tradizione, terroir, valori.
Il Grosso d’Oro Veneziano ovvero il Premio riservato a personalità o istituzioni che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando comprensione tra i popoli, solidarietà, progresso civile e pace è stato attribuito alla Marina Militare Italiana per “l’alto valore dell’opera umanitaria di soccorso in mare verso i migliaia di migranti che ogni anno intraprendono il disperato viaggio della speranza alla ricerca di una vita migliore”.
La tradizionale cerimonia della firma della Botte di Amarone presso le Cantine Masi, simbolo del riconoscimento, si è svola in modo informale e conviviale. Preceduta da conversazioni tra premiati e giornalisti tra botti e barrique nei quali il prezioso nettare si muta in prestigio Masi. Atmosfera suggestiva per un rito antico, come ha sottolineato Boscaini che risale al periodo in cui i nobili siglavano i tini di vino prescelto. Oggi come ieri i valori della nostra civiltà evolvono la loro essenza nel segno del vino, icona di tradizione e cultura, come già ribadito. E l’amarone è anima e passione, storia e vissuto, economia e natura, gesto e ingegno dell’uomo. È un vino che parla attraverso il volto del produttore prima ancora di chi lavora manualmente in vigneto, ogni ruga un tralcio di vite che diventa il domani.
Sandro Boscaini con rigore e nobiltà d’anima porta aventi questi valori, questi principi che nel tempo hanno lastricato un ricco percorso professionale. Il recente ingresso in Borsa avvalora una lungimiranza che è alla settimana generazione e che riesce sempre e comunque a coniugare la passione e l’autenticità con il piglio dinamico del mercato. Nessuna nota estranea all’armonia, solo accordi tra cadenze della stessa partitura.
La serata prosegue con la premiazione al Teatro Filarmonico di Verona, in un talk show condotto dal giornalista Massimo Bernardini. Il teatro è gremito, platea e palchi accolgono un pubblico attento e fiero di vedere sotto i riflettori del mondo la massima espressione della cultura veneta e l’indiscutibile capacità di interagire con i ritmi del mercato e delle competenze internazionali.
Episodi musicali della Piccola Bottega Baltazar, nuove forme di musica folk come impressioni evocativa della storia veneta, la stessa che ha eseguito il sottofondo musicale al film d’autore di Andrea Segre sull’anima dell’Azienda Masi, si alternano al profilo dei premiati raccontato da un video. Sul palcoscenico i cinque premiati, Sandro Boscaini e Isabella Bossi Fedrigotti, Presidente della Fondazione Masi. Intersezioni culturali che esplorano la bellezza, l’eccellenza, la veridicità delle Venezie e ne flettono in una curva ascensionale che si libra in panorama senza confini.
Calici di Amarone Costasera e bollicine Conte Federico per brindare al 34° Premio Masi nel bellissimo peristilio del Teatro, scenografia naturale al fascino del tempo.
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(05/10/2015)
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