Rapsodia culinaria sul tema del Santa Maddalena classico. Il Santa Maddalena incontra gli chefs e nascono itinerari di convivialità che si fondono al gusto per la valorizzazione del territorio. Dal piatto al calice e viceversa …
di Antonella Iozzo
Bolzano – Rapsodia culinaria sul tema del Santa Maddalena classico. Bolzano, Parkhotel Laurin la location, il Santa Maddalena classico, il protagonista, cinque chefs di Bolzano e dintorni i co-protagonisti di una cena che ha messo in evidenza le doti aromatiche di questo vino con creazioni appositamente realizzate.
Cinque chefs e 18 produttori con differenti annate: Tenuta Glogglhof, Tenuta Loacker, Untermoserhof, Tenuta Gummerhof, Tenuta Pfannenstielhof , Kellerei Bozen, Tenuta Kandlerhof, Tenuta Obermoser, Wassererhof, Tenuta Waldgries, Tenuta Larcherhof, Tenuta Plonerhof, griesbauerhof, Zundlhof, Tenuta Rottensteiner, Tenuta Fliederhof, Tenuta Messnerhof e Tenuta Unterganzner.
Rapsodia culinaria sul tema del Santa Maddalena classico e il vino diventa musa inspiratrice e ci regala meravigliose sensazioni sul fil rouge della convivialità. Dal piatto al calice e viceversa per un’esplorazione di profumi, aromi e fragranze che diventano visione ed evocazione del vivere il Santa Maddalena classico. Un vino che caratterizza un territorio, un territorio che si fa conoscere nel mondo anche grazie al suo vino. Dinamiche che flettono coesione sociale, economica, tradizione, valori e piaceri gastronomici.
Santa Maddalena classico un vino poliedrico teso fra tradizione e saggia evoluzione che ci guida a scoprire e approfondire le virtù di materia prime eccellenti e prodotti del territorio.
L’Executive Chef Manuel Astuto gioca in casa e seduce gli ospiti con un risotto al curry con salmone speziato. Tecnica, creatività, passione e una dose di umiltà che rende ogni creazione trionfo di sapori nel rispetto della materia prima. Il Santa Maddalena nel calice? A ciascuno la sua idea di abbinamento perfetto, perché ciascun Santa Maddalena è un sorso di terroir unico e irripetibile.
E se la Tartare di filetto di manzo locale dello chef Franco de Carli, è pura evaporazione della cremosità nel gusto della spuma al parmigiano con un croccante di schuttelbrot, le diverse declinazioni della Santa Maddalena concorrono a creare una sinfonia in più tempi che ne libra la finezza e al contempo ne sublima la qualità.
Rapsodia culinaria con le rivisitazioni vegetariane dalle cromie vivaci, con la Quiche con zucca di hokkado arricchita e insaporita, forse un po’ troppo, da varie spezie come il coriandolo. Richiamo alla natura? Al gusto trend che scorre nel quotidiano desiderio di benessere? Possibile, lecito, amabile altoatesino con il Santa Maddalena che disegna arabesque di bevibilità per il piatto di Carolina Lotta Cirino.
Il Santa Maddalena incontra gli chefs e nascono itinerari di convivialità che si fondono al gusto per la valorizzazione del territorio. il piatto di Doris Rottensteiner, sembra esprimere al meglio questo concetto, Ravioli di farina di carruba con fonduta di formaggio d’alpeggio. È la tradizione che parla ed esulta al palato nella piacevolezza del vino. Il formaggio si scioglie in bocca, il cavolo bianco al vapore si accosta e ne modera l’intensità e la freschezza del Santa Maddalena.
Rapsodia culinaria ovvero sapori, tradizione e creatività anche per il Luccioperca arrostito con zafferano di Oskar Gejer, freschezza mediterranea che esalta la semplicità.
Un’armonica esplosione di sapori ci apre la mente e ci conducono verso l’identità che diventa flutti nei calici. La serata decanta joie de vivre e passione, relax e atmosfera e il Santa Maddalena nel duplice ruolo di ambasciatore e artefice di una rapsodia culinaria che richiama wine lovers, esperti e chiunque ama vivere la cultura del vino nelle sue diverse sfaccettature, ci conduce in un lungo viaggio nel piacere enogastronomico, fin quando la notte che colora di blu il cielo di Bolzano.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(23/09/2017)
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