Reboro territorio e passione. Una storia di vino nella Valle dei Laghi

Reboro territorio & passione, la voce enoica della Valle dei Laghi, dove il vino è passione e la passione la sua essenza vitale.

di Antonella Iozzo

Valle dei Laghi (Tn) – Reboro territorio & passione. Sintesi di un modo d’essere, vino e gesto, sentimento e vocazione. Più che una filosofia l’anima nuda della terra tra i versi dello spirito vignaiolo.
E basta vistare qualche Cantina, parlare con i Vignaioli per percepire questa verità questo sentimento che cammina e anima il loro quotidiano fatto di gesti precisi, curati, frutto di esperienza e competenza. Dalla vigna alla cantina un solo comune denominatore rispetto per la tradizione e per il territorio. Ed è semplicemente coinvolgente incontrare Marco Pisoni presso la sua Cantina e Distilleria e cogliere la bellezza intima di un racconto che si rafforza davanti alle botti storiche della seconda dell’800 e ancora più davanti alla splendida foto dei suoi nonni ai tempi della guerra. Un racconto istoriato che sa di vino, di genuinità che ha trasformato il Reboro e il Vino Santo Trentino nelle due anime della Valle dei Laghi. Sfumature uniche e diverse che coinvolgono tutti i Vignaioli, come Poli Alessandro e la sua Famiglia, Giuseppe Pedrotti, che qualche anno sono insieme alle sorelle, Tullia e Clara si occupa dell’azienda, Giuseppe uomo semplice e vero, la terra, i vigneti, la sua famiglia il suo pane quotidiano. È il senso del fare e del vivere il proprio territorio nel piacere di comunicarlo e di condividerlo con chiunque desidera respirare l’autenticità di questi luoghi magici.

Nasce da qui una storia di vino chiamata Reboro, ci troviamo nella Valle dei Laghi, appena sopra Riva del Garda in prossimità del lago di Toblino e di Santa Massenza, In questo territorio a fine ‘800 nasce Rebo Rigotti (dal tedesco Rebe, vite), futuro agronomo e genetista. Negli anni ’50, durante l’incrocio di vitigni, nell’Istituto di San Michele all’Adige, Rigotti dà vita a un incrocio tra il Merlot e una delle varietà principi del Trentino, il Teroldego, il vitigno Rebo un’uva resistente, dai sentori intensi e verticali.

È l’inizio di un cammino che conduce al Reboro un vino rosso ottenuto dai vigneti migliori, i cui grappoli raccolti a piena maturazione sono lasciati appassire fino a novembre. Dopo la vinificazione matura per tre anni in botti di rovere. L’esperienza decennale dei produttori della Valle dei Laghi sulle tecniche di appassimento e l’Ora del Garda, il vento che dal lago soffia tutti i giorni, risultando determinante per asciugare e accompagnare le uve sulle arele, ci regalano un vino morbido ed elegante, dal grande potenziale di invecchiamento.

Un vino, un credo, una concreta realtà con marchio registrato. Reboro, infatti è un marchio registrato a nome dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino, può essere utilizzato solo dai soci, che devono seguire le indicazioni del “disciplinare” interno, quali l’utilizzo dell’85% minimo di Rebo. Zona di produzione delle uve limitata ai territori della Valle dei Laghi e dell’Alto Garda. Il 100% delle uve deve essere appassito naturalmente in fruttaio per un periodo minimo di 40 giorni. L’appassimento, la lavorazione delle uve e l’imbottigliamento devono essere svolti esclusivamente nel territorio dei Comuni di Madruzzo, Valle Dei Laghi e Cavedine. L’alcol minimo naturale al 15%. Prima di essere messo in commercio, il Reboro deve affinare almeno tre anni in botti di legno e un ulteriore anno nella bottiglia marchiata, chiusa con cera lacca rossa.

Reboro territorio & passione, è l’evento, giunto alla sesta edizione, che porta alla ribalta questo nettare prezioso, evidenziandone non solo le qualità organolettiche, ma soprattutto la sua identità che collima in tutto e per tutto con il gesto del suo produttore.

Sono vini che esprimono in una perfetta orchestrazione armonica il proprio carattere e la personalità del vignaiolo. È come fosse la sua più fedele espressione divenisse sinfonia liquida da degustare nel piacere della conoscenza e nel rispetto del terroir.

Ogni anno la manifestazione pone in dialogo il Reboro con vini che hanno in comune la tecnica dell’appassimento, per l’edizione 2023 la scelta è caduta sul Sagrentino. Durante la degustazione condotta dalla spumeggiante Sissi Baratella, una danza di sentori, profumi e fragranze hanno caratterizzato un suggestivo itinerario fra il Trentino e i l’Umbria, un vero e proprio, come recita il titolo della degustazione “Up & Down nel nome dell’appassimento”.

Il viaggio emozionale inizia con il Rebo Rigotti 2021 di Pravis. Un rosso rubino fine e armonico dove svettano note di frutta a bacca rossa e una leggera speziatura. Al palato è intenso e persistente. Ottimo inizio che prosegue con il Rebo 2021, Giovanni Poli, in ogni sorso l’eleganza rilascia note vegetali e balsamiche, una freschezza che annuncia buone prospettive d’invecchiamento.

Un’ouverture che conduce al Reboro 2018, Azienda Agricola Fratelli Pisoni, spezie e tabacco, marmellata di ciliegie e frutti a bacca rossa. È una calda melodia che trionfa in morbidezza ed equilibrio. Un vino maturo e decisamente avvolgente.

Segue il Reboro 2017, Azienda Agricola Francesco Poli. Un rosso intenso che srotola un velluto tannico e fresco che ritorna grazie ad una persistenza sottile.

Sul palcoscenico degustativo le interazioni e confluenze chiamano i calici di Sagrantino. Dal Montefalco Sagrantino DOCG 2016 – Fattoria Colsanto, deciso e carico, profondo e di carattere al Sagrantino di Montefalco DOCG “Memoira” 2015 – Còlpetrone, ricco, avvolgente e di ottima persistenza, il vino nella sua natura più complessa diviene sinonimo di cultura e piacere da saper vivere ed interprete cogliendone la bellezza.

Paso doble anche per passiti, ad iniziare dal Sagrantino Montefalco Passito DOCG 2017 – Omero Moretti con note di frutta rossa, petali di fiori appassiti e tostatura di caffè, per un lirico sorso che non finisce mai.  Montefalco Sagrantino Passito DOCG 2015 Cantina Scacciadiavoli, è quasi un simposio sulla dolcezza che ampia e morbida rilascia un tannino a trama densa.

Naturalmente se parliamo di passito in Trentino non può che rispondere il Vino Santo Trentino Doc, prodotto da uva Nosiola nell’interpretazione di Maxentia, anno 2012. Semplicemente seta ambrata che deborda la sensualità con profumi caramello e leggere note tendenti al salmastro. La sua è una morbidezza dolce in perfetto equilibrio fra sapidità e freschezza che invita a nuovi assaggi.

Conclude la degustazione il Vino Santo Trentino Doc 2006, Gino Pedrotti, avvolgente e mai stucchevole si lascia respirare quasi a voler condurci verso la bellezza del paesaggio tra la montagna e le acque del lago.
Reboro territorio & passione, la voce enoica della Valle dei Laghi, dove il vino è passione e la passione la sua essenza vitale.

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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (02/11/2023)

 

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