Ristorante Amistà, l’arte entra in cucina con lo chef Mattia Bianchi

Ristorante Amistà, Byblos Art Hotel Villa Amistà dove vivono i sogni. Un arte che inarca le sue volute sonore dalla creatività dello chef Mattia Bianchi all’atmosfera intima, raffinata e ricercata dell’ambiente. È arte che entra in cucina, è intuito unito alla razionalità e alla tecnica.

di Antonella Iozzo

Corrubbio di Negarine (VR) – Ristorante Amistà, Byblos Art Hotel Villa Amistà, chef Mattia Bianchi, una stella Michelin, nel firmamento delle stelle artistiche da Vanessa Beecroft a Loris Cecchini, da Corrado Bonomi, da Sandro Chia a Damien Hirst passando per Beatriz Millar, Ivan Navarro e tanti altri ancora, che ridefiniscono il mood del Byblos Art Hotel, un vero e proprio museo di arte moderna e contemporanea. Un palcoscenico dove l’estetica è la quintessenza di un viaggio tra sapore e colore, gusto e lifestyle, relax e comfort a cinque stelle.

Il rigoglioso giardino dell’Hotel è la naturale scenografia al Ristorante Amistà. Atmosfera elegante, raffinata nella tonalità del verde cobalto, nota dominate che veste il soffitto e ritroviamo sui tavoli con un tovagliato in tinta.

Ristorante Amistà semplicemente arte che dalla cucina gourmet dello chef Mattia Bianchi risale le vette della rarefazione sensoriale per incontrare forme pittoriche e materia scultorea in un inconfondibile stile che sottolinea la linearità dell’ambiente.
Spazio sequenziato da colonne doriche e dalla costante presenza di opere artistiche sapientemente collocate per rilanciare le nuance dell’estetica. Questione di feeling che rispecchiano l’identità della location e il concept dello chef Bianchi, territorio e vissuto, esperienza internazionale e talento per esplorazioni gustative che toccano le corde della rarefazione sensoriale.

Ristorante Amistà, another gourmet experience tesa fra atmosfera raffinata, sottolineata da musica classica e jazz, come sottofondo, e un servizio discreto, accogliente, che sa entrare in empatia con l’ospite.

 

Sapori, ispirazione e creatività, l’amuse bouche apre le danze nel segno dello chef Mattia Bianchi, cannolicchio e yuzu in un allegro con brio che esplode in freschezza su base croccante per un effetto sorprendente che subito rinasce poesia nella morbidezza del panino d’orzo cotto a vapore con trota bianca di lago. Preziosi scrigni che racchiudono impressioni mediterranee nell’intensità del mini cannolo alla scapece e poi la memoria in una nuova leggerezza moderna con i nervetti di vitello e verdura in agrodolce. Le note intense e complesse del Cà Rovere Spumante Metodo Classico accompagnano ogni assaggio.

La creatività artistica dello chef Bianchi non si discute e la sua predisposizione a saper leggere e far propria la cultura gastronomica di Paesi lontani e diversi è una dote che lo porta a creare piatti unici, dal mood cosmopolita con ingredienti che esprimono la forza del territorio. Ecco allora che l’eccellenza della materia prima incontra la maestria culinaria, nasce la “Ceviche di salmerino “oro”, erbette e salsa di Soave”. Un dipinto che riscrive il destino della bellezza culinaria intessendo l’empasse visiva con l’equilibrio dei sapori, le consistenze con la semplicità seduttiva delle fragranze. Leggerezza espressiva e intensità decisa data dal tarassaco divengono la chiave di volta di un piatto che continua rilanciare la sua freschezza evolutiva fino a scoprire la delicata nuance della salsa al soave. Tocco d’artista, scelta di carattere. Nel calice il Soave Classico DOC “Fonte” firmato Canoso, piacevolmente complesso ed elegante.

 

Quando l’esperienza incontra la passione, il sogno culinario di uno chef diventa intimo patrimonio simbolico dal quale attingere per disegnare le prospettive di nuove approdi gourmet. Una performance che coinvolge tutti i sensi offrendo agli ospiti nuove realtà, nuovi percorsi tesi fra vissuto e presente, fra l’altrove esotico e le proprio origini. È arte che entra in cucina, è intuito unito alla razionalità e alla tecnica. Una lucida passione che lo chef Mattia Bianchi traduce in due menu degustazioni uno vocato al proprio territorio, massima espressione di amore e origine, l’altro lungimirante visione del proprio background professionale per le vie del mondo, vista con gli occhi del presente in continuo movimento.

Poter cogliere le diverse espressività è come scoprire le armoniche confluenze di un processo emozionale che gratifica palato e anima. Un mosaico di tecnica, vita vissuta e creatività che ritroviamo nei “Tortelli di erbe amare, pero trentosso e Monte Veronese DOP”. La semplicità diventa gusto, e il ricordo esplosione di sapori che rimanda al territorio con le erbe amare, con la qualità autoctona delle pere e del formaggio. E se le pere divengono profumato e intenso balsamico, nella sua liquida essenza fortemente identificativa, la fonduta di Monte Veronese dilaga in tradizione senza tempo. Un piatto dall’impalpabile grazia, quasi minimale ma con un ampio respiro romantico e che trova la sua massima aspirazione poetica nell’affermazione delle origini. Il Cervaro della Sala di Antinori ampio, elegante e strutturato, ma anche fresco e sapido è il vino perfetto per esaltare questo capolavoro culinario.

 

Divagazioni sensoriali ridefiniti da un servizio attento e da un ambiente accogliente, perfetto per vivere lo stile contemporaneo e la musicalità della tradizione di un estro gourmet, quello dello chef Bianchi che propone in composizioni rese uniche dall’equilibrio e dal contrasto degli ingredienti. “Rombo in crosta, asparagi e salsa al beurre blanc”, la scenografica presentazione diventa azione scenica nel gesto sicuro del servizio che prepara e serve il pesce al tavolo. Tavolozza di sale ed erbe aromatiche per il rombo delicatamente avvolto in foglie di banane, dalle quale rinasce tenera consistenza. Adagiato nel piatto viene esaltato dalla salsa al beurre blanc che scivola lentamente da una conchiglia, mentre un corollario di vongole e caviale rilasciano note sapide in accordi armonici con la crema all’asparago verde che riprende la vena artistica e compone un iconico pesciolino dall’occhio languido dato dall’incontro con l’oliva taggiasca. Tutto concorre a magnificare l’esperienza coinvolgendo ogni senso. La forza di ciascun ingrediente supera le aspettative, è un trionfo di sapori bene orchestrati che raggiungono l’apice con la verve dell’insalata di asparago e cuore di rombo. Puro piacere gustativo tutto il resto è eclettica vivacità intellettuale di uno chef che esprime al meglio le infinite potenzialità della materia prima. La garganega Brol di Colmasiono Casaretti con note di agrumi, fiori di sambuco e mandorle accompagna il piatto.

 

Al Ristorante Amistà s’instaurano profonde relazioni fra il gusto e l’ospite, quasi interazioni emozionali create dallo chef Bianchi come impressioni gourmet da scoprire, vivere e raccontare. Ed ecco che il pre-dessert diventa confluenza artistica tra il nostro essere e le famose Campbell’s Soup di Andy Warhol, che contengono la salsa alle fragole e pomodoro che va a completare la zuppetta di fragole, poi, la melassa liquida stilla la sua essenza, l’opera è pronta per deliziare il palato.

Ouverture perfetta per il dessert “Composizione astratta”, una visione stilizzata della bellezza che sceglie armonia geometriche delle linee e delle forme per sequenziare la golosità della ricotta celata da un sablè dorato, quasi un frammento di puzzle con il quale interagire. Tocchi di rosso e oro come un capriccio di cioccolato bianco completano la creazione, a sua volta esaltata dal Recioto bianco Passo di Canoso, prodotto con uva Garganega, deciso ed avvolgente, con un finale dolce ma elegante e mai stucchevole.

 

Piccola pasticceria come perle di raffinata golosità che seducono come piccoli versi di poesia dal lirico cubo mango e frutto della passione al bignè, al pistacchio per giungere alla pralina con un cuore d’amarena.

Ristorante Amistà, dove vivono i sogni. Un arte che inarca le sue volute sonore dalla creatività dello chef Mattia Bianchi all’atmosfera intima, raffinata e ricercata dell’ambiente.  Respiri che culminano con il carrello delle tisane: digestiva, rilassante, suadente, a ciascuno la sua magica combinazione di erbe e spezie per un ultimo soft touch che sorride alla notte.

Ristorante Amistà
Byblos Art Hotel Villa Amistà
via Cedrare 78, 37029 Corrubbio di Negarine (Verona) – Italia
Tel +39 045 68 55555 – Fax +39 045 68 55500
https://www.byblosarthotel.com/it/ristorante-gourmet-verona

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (10/06/2023)

 

 

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