Ristorante Il Vico della Torretta, il tempo e la memoria scolpiscono le forme della bellezza, l’abilità tecnica- interpretativa dello chef Angelo Nasta plasma le curve della tradizione in espressioni del buon vivre tra sapori e antichi saperi.
di Antonella Iozzo
Sesto San Giovanni (MI) – Ristorante Il Vico della Torretta, un luogo unico all’interno del Grand Hotel La Torretta, Sesto San Giovanni, Milano.
La storia, l’arte, lo charme di una location senza uguali, apre le danze al gusto e alla tradizione. Ristorante Il Vico della Torretta, un invito a corte per ritratti gastronomici da scoprire nella rarefazione del tempo. Evocazioni new romantic dalla fascinazione satin sembrano emergere lentamente dalle pareti affrescate per avvolgerci nel calore di un’atmosfera che pulsa di antichi splendori. Superata la corte interna, si raggiungono le tre sale del ristorante, intime e meravigliosamente cariche di tensione artistica, ed è come se improvvisamente il paesaggio urbano con il suo ritmo cittadino evaporasse nella suggestione del luogo.
Se al Ristorante Il Vico della Torretta il tempo e la memoria scolpiscono le forme della bellezza, l’abilità tecnica interpretativa dello chef Angelo Nasta plasma le curve della tradizione in espressioni del buon vivre tra sapori e antichi saperi.
Il raffinato servizio, distende il bon ton nelle cadenze di un fraseggio elegante e cordiale, intanto l’Entre in 3 assaggi scopre il concept dello chef. “Tartare di salmone con caviale di limone al pepe nero, tataki di tonno rosso in crosta di sesamo con salsa ai cavoli e polpettina calda di mare su salsa ai peperoni”, un crescendo d’intensità che inizia dalla freschezza della tartare, per proseguire nella lirica voluttà del tonno rosso e culminare nel caldo abbraccio della polpettina. Sapori decisi, giochi di contrasto, freddo -caldo e il gesto che segue la memoria. Il sommelier esalta la portata con il Franciacorta La Montina Extra Brut
La cucina italiana più vera e autentica s’insinua prepotentemente nella mente, nell’estro creativo e nel cuore dello chef Angelo Nasta del Ristorante Il Vico della Torretta, per poi rinascere unione di sapori in una tavolozza sensoriale che esprime le voci gastronomiche delle diverse regioni. Ecco, allora che il profumo del mare incontra la profondità tipica montana della Val D’Aosta con “Cappesante scottate in camicia di lardo pata-negra su cavolo rosso in agrodolce e salsa al garam-masala, spiedo di sciatt fondenti al casera su cicorino all’agro e salsa ai lamponi”, una suite dove ogni singolo ingrediente è ben riconoscibile e in armonia, quasi un paso double che sprigiona la passione che nasce dall’intesa.
Al Ristorante Il Vico della Torretta, se gli affreschi della sala seducono la vista per la loro maestosità e insieme raffinatissima fibra emotiva, la memoria corre alla Milano di un tempo, alle Ville gentilizie, alla poliedricità culturale di una città che ha lasciato ai posteri preziose testimonianze anche in cucina con il suo famoso risotto. E lo Chef Angelo Nasta non poteva non omaggiare la tradizione milanese con la sua interpretazione: “Risotto alla milanese bagnato con Riesling dell’Oltrepò Pavese, grattugiato di “reggiano” vacche rosse 36 mesi e tradizionale osso con midollo alla crema di balsamico”.
La classicità ha trovato nuove vibrazioni sensoriali che svettano verso accenti acuti, per poi ricadere morbidamente e avvolgere le papille gustative con una cremosità bilanciata, l’ottima consistenza del riso lascia che il midollo si espanda, si dilata e diventi nuvola con la materia prima. La presentazione è un ritorno all’origine del prodotto, con la scultoria presenza del midollo dentro il suo osso, un modo anche per far interagire l’ospite con la creazione. In abbinamento un sorprendente Riesling dell’Oltrepò Pavese Le Fracce.
Variazioni personali sulla cucina italiana inscenano stilemi pronti a esplorare orizzonti evolutivi, preludi al mondo culinario teso verso una moderna essenza di tradizione che per il momento non lasciano l’approdo sicuro di un “Ventaglio di angus con veli di tartufo su passatina di cavolfiori e salsa all’acciuga” tenera materia prima esaltata dal tartufo, in controcanto il sapore forte dell’acciuga per un dialogo tra mordenti, planato dal Carboncine Riserva 2007, Castello Carboncine, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, un velluto morbido e suadente che rilancia l’intensità della frutta rossa matura e dall’aromatica persistenza.
Il senso dell’arte al Ristorante Il Vico della Torretta, è modulazione di estetiche rivelazioni che seducono la pelle dell’anima con sussurri di emozioni che diventano sottofondi jazz, sotto lo sguardo imperioso e disarmante degli affreschi, tratto nitido, cromie giocate sui toni pastello e bellezza visiva capace di raccontare la vita o meglio ciò che nella vita scorre nelle secrete della sua coscienza.
In questo palcoscenico esclusivo la seduzione entra nel labirinto della seduzione con il dessert “Mini sacher dorata con crema ai lamponi e mousse ai frutti di bosco con gelatina amara al martini rosé e freschezza al lime”, ancora armonici contrasti dalla profondità del cioccolato alla vivacità ardita della gelatina. Profumi di bosco in una tavolozza cromatica coreografica e scenografica da gustare nelle diverse gradazione della dolcezza, come per dire a ciascuno il suo sweet style.
La poesia di una serata al Ristorante Il Vico della Torretta è magia, se poi titillata dalla perlacea setosità del Vino e Visciole Sigi, è puro abbandono sensoriale, bisogna viverla per poterla raccontare.
Ristorante Vico della Torretta – Grand Hotel Villa Torretta
Via Milanese, 3, 20099 Sesto San Giovanni MI
Tel.02 241121
http://www.villatorretta.it/
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(19/12/2015)
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