Ristorante Loewengrube il lato easy del gusto e la gioia di viverlo

Ristorante Loewengrube Bolzano dove il tempo rimane sospeso fra evocazione e visione contemporanea, l’arte culinaria secondo Michael Meister è una danza di sapori che rilasciano l’assoluto della materia prima. Luce sul gusto che illumina d’immenso l’universo poliedrico e cosmopolita dell’enogastronomica.

di Antonella Iozzo

Bolzano – Cultura enogastronomica e convivialità, ambiente raffinano e atmosfera easy, territorialità e influenze internazionali. Sinergie che intrecciano il sapore della vita con il sapore culinario più autentico in nastri di luce sotto il cielo di Bolzano.
Siamo al Ristorante Loewengrube di Michael Meister, una location unica e iconica dove la storia incontra il presente e volge lo sguardo al futuro, un viaggio oltre la soglia del tempo che svela la più antica locanda della città bolzanina, attualmente sotto la guida del lungimirante di Michael Meister. Sono le antiche mura a parlare, a comunicare un vissuto carico di poesia e di memoria capace di evocare il sentiment storico che ne custodisce l’anima. Il sapiente restauro e l’interior designer hanno saputo preservarne la bellezza antica mantenendo il layout secolare che si sviluppa su tre livelli.

Una magia alchemica aleggia intorno al Ristorante Loewengrube, dove ogni angolo e un microcosmo carico di un’affasciante allure d’epoca che con-vibra con una vision più moderna e dinamica. Tratto distintivo della prima sala, della Lounge. Legno, morbidi tessuti, dalle cromie calde, per le sedute le cui linee sinuose e avvolgenti creano appeal emotivo e suggestivo. Una Lounge dal carattere cosmopolita, tutta da vivere iniziando dal bancone ideale per un light lunch o un aperitivo, intorno preziose bottiglie di vino che ne perimetrano la piacevolezza sharing sottolineata da musica da sottofondo e luci soffuse modulate per accoglie con garbo. La seconda sala, la Stube, in stile neogotico, è uno scrigno dove tutto fluisce nella storia, in quel carattere identitario che parla di tradizione e di origine.

Un racconto istoriato che emerge dagli antichi affreschi, dalla stufa in maiolica in stile Liberty, dalle tipiche sedie medievali, naturalmente in legno, dai tavoli che orchestrano la spazialità e ne esaltano lo splendore grazie anche alla mise en place dalla sobria eleganza.
Al piano inferiore, protagonista assoluta è la Cantina con mille vini provenienti da tutto il mondo. Pietra a vista e un’allure d’epoca che non tralascia la seduzione enoica. Basta qualche gradino e già si percepisce un mondo a parte che pulsa di nettari che stillano gesti e sapienza di produttori più che noti e piccole realtà che rivelano la loro eccelsa qualità.
Al terzo piano la linearità e la pulizia formale degli ambienti evidenzia il fascino dei soffitti con affreschi d’epoca. È una pulsazione contemporanea sulle ali della storia che sottolinea ambienti ideali per piccoli eventi privati, ma anche show cooking nel segno dei tempi che cambiano. Ed è sempre qui al terzo piano che troviamo la cucina, cuore pulsante, anima e corpo del Ristorante Loewengrube.

Una brigata giovane, coesa e protesa verso una creatività innovativa tesa fra tradizione, territorialità, stagionalità e mood internazionale. È il concept di Michael Meister che ha trasmesso alla sua squadra, ad iniziare dallo chef Marco Dalla Villa, una sapienza cosmopolita acquista durante i suoi anni all’estero, oltre naturalmente, alla sua passione e alla sua espressività evolutiva. Rispettoso dei prodotti e con una forte onestà intellettuale tesa fra tradizione evolutiva e saggezza razionale crea per i suoi ospiti esperienze di gusto dove il piacere conviviale fresco e vivace, easy e informale incontra un’offerta enogastronomica al suo miglior livello.

Ristorante Loewengrube, semplicemente il sapore, un viaggio nella joie de vivre di ogni singolo ingrediente che si rivela. Una sinfonia che si lascia ascoltare con tutti i sensi placidamente adagiati in un ambiente che mette sin da subito l’ospite a proprio agio. Nessun artificio, nessuna rigida formalità che ingessi il servizio, solo il sorriso della genuina, calda ospitalità, solo la cordialità di Michael Meister e del suo staff che riscrivono le regole della dolce vita lungo le rotte della felicità a misura di leggerezza. Ed è come sentire la libertà dell’aria, la trasparenza del gesto, lo spirito semplice di Michael Meister e del Ristorante Loewengrube avvolgerci in un sincero abbraccio.
In questa atmosfera dove il diletto del vivere filtra il gusto i menu sono una deliziosa escursione gourmet minimalista e romantica, evocativa e aperta al nuovo che avanza. Sono menu a la carte e menu degustazione che trovano la loro espressione in un’spirazione poetica e creativa e allo stesso tempo capace di affermare le origini, l’identità, il territorio.

Ed ecco che se la amuse bouche del menu degustazione è una gemma che ricorda le polpettine di vitello su crema di rapa rossa, la “Capasanta in crosta di fior d`arancia – Crema di piselli, menta & pomodorini confit”, si lascia riscoprire tenera consistenza senza confini, cotta alla perfezione è rilanciata dall’acidità della crosta al fior d’arancia e del pomodorino confit, mentre la vellutata di piselli, nel mordente della menta, è pura essenza dell’ingrediente, è come gustarne le fibre nella freschezza della loro natura. Riconoscere e saper trattare la materia prima è la chiave di lettura di questo piatto. Nel calice il Saumur Arnaud Lambert 2022, un Chenin Blanc molto aromatico al palato risulta delicato e al contempo carico di energia espressiva.

Eclettica espressività sul volano della classicità la “Tartara di manzo Black Angus-Pesto di capperi, marmellata di cipolla, burro salato, crema di tuorlo & pane baguette tostato”. È un paesaggio sentimentale che calibra le emozioni in impressioni su tela, quella della sensibilità culinaria dei nostri sensi nel percepirne l’assoluta qualità del manzo che si scioglie in bocca, della verve dei capperi della marmellata di cipolla dolce e tenera, della nota croccante del pane carasau e del burro salato, sapida golosità che esalta e completa il piatto come il pane tostato che lo accompagno. Ottimo il calice di St. Magdalener Classico, Loacker Vigna IHLDERHOF, un vino molto piacevole dai tannini leggeri ed eleganti e dal finale lungo.
Ristorante Loewengrube si conversa, si scambiano emozioni e sensazioni, si dialoga piacevolmente rilassati, è questione di feeling, di accoglienza nella leggerezza del gesto e della cordialità, è il sorriso dell’ospitalità by Michael Meister e del suo staff che si muove sicuro e professionale, informale e dallo spirito solare crea con l’ospite quella atmosfera familiare che flette le coordinate del sentirsi bene, e in sintonia con l’ambiente circostante

Sensibilità da chef, quella di Marco Dalla Villa, e ode alla creatività con radici nel vissuto che creano il nuovo dal sapore territoriale. È il caso della “Crema di asparagi Margarete – Chips di pane nero, trota salmonata affumicata, caviale di trota & crescione”, cremosa e carezzevole, bilanciata dalla chips di pane nero e dalla sapidità della trota salmonata affumicata che le dona quell’intensità particolare della val Passiria. La tradizione alimenta una sorta di heritage gastronomica che è un afflato di gusto che scalda il cuore e che continua con l’armoniosa corrispondenza del Sauvignon “asparagi” della Cantina Terlano. Un Sauvignon blanc creato appositamente per ricette a base di asparagi, delicatamente fruttato, esalta l’asparago in tutte le sue note organolettiche
Ispirazione mediterranee per una promenade tra i piatti della tradizione italiana più iconici, sapientemente reinterpretati.

Entrano in scena i “Tortelloni con ripieno alla carbonara – crema di parmigiano & guanciale croccante”. La carbona acquista un nuovo look, perfettamente bilanciata, squisitamente golosa e raffinata. E conquista i palati internazionali tanto da tentare un paso doble con il rosso californiano Geyserville – Ridge Vineyards 2020, un vino iconico che rappresenta l’essenza della Sonoma County. Blend unico di Zinfandel, Carignane e Petite Sirah, si distingue per la sua equilibrata struttura i tannini morbidi e la buona acidità che armonizza.
Piatti con un proprio carattere, una personalità che riscrivano il gusto sempre con rispetto dei prodotti e della tradizione ed ecco il piatto signature del Ristorante Loewengrube, “Filetto di vitello alla Rossini – Foie-gras, purè di patate, spinaci & tartufo uncinato”. L’espressività culinaria diventa gusto, il dualismo cromatico tra il purè e gli spinaci inspirazione, la consistenza tenera e voluttuosa del Filetto, dall’ottima cottura, estasi dei sensi amplificata dal tartufo.  E il Dante Rivetti Bricco di Neive 2018 Barbaresco DOCG Riserva con la sua eleganza sontuosa, è l’abbinamento ideale.  Prodotto con uve Nebbiolo in purezza provenienti dall’omonimo vigneto, regala sensazioni chopiniane, un tappeto sonoro che si srotola in fascinazione.

Dal Filetto al “Polpo di scoglio alla griglia – crema di ceci, nduja, pak choi, kimchi & scorza di agrumi”, orizzonti di creatività. Sapori diversi, dal carattere fusion che intrecciano un virtuoso dialogo capace di rendere il gusto più emozionante e luminoso. L’Oriente con il pak choi, kimchi e nota piccante della nduja sono sapientemente orchestrati in una sinfonia che esalta il polpo protagonista. Tutto è pensato, ideato e realizzato per esaltarlo e completarlo con ogni singolo elemento. E il vino? Il vino ne segue le sfumature con un abbinamento particolare il Nzemi Malvasia strutturata e profonda, elegante e pulita: da Paolo Ferretti sull’isola di Salina.

Dopo la musicalità vira verso le dolci nuance del pre dessert che sospira di tradizione con la tipicità cremosa altoatesina in una nuvola dalla velatura croccante e dal dessert con “Semifreddo al Nougat con frutti di bosco e spuma alla fava tonka”. È la nocciola l’ingrediente d’eccezione che rilascia un corollario di profumi e fragranze che danno vita alle forme della seduzione golosa. La complessità del nougat si apre al mondo dei sensi e deborda la spuma di fava tonka in un idillio di gusto, sul borderline i frutti di bosco ridonano nuova verve al dessert.
Nel calice il Pipa XXII Glogglhof F. Gojer, primo vino in Alto Adige prodotto con il metodo del vino Porto. Un vino da dessert realizzato con uve di Lagrein complesso e longevo, corposo e molto fine. Un nettare che si rivela sorso dopo sorso.

Una degustazione vini curata dal sommelier Aldo molto preparato e incline a suggerire, consigliare, ascoltare l’ospite. Attraverso le sue proposte abbiamo ridisegnato il landscape enoico della bellezza liquida nei calici. Un’orografia che amplifica gli orizzonti dei vini passando dai noti ai più o meno conosciuti fino a scoprire rarità particolari. Con la fornitissima Cantina del Ristorante Loewengrube, tutto è possibile

Ristorante Loewengrube, dove il tempo rimane sospeso fra evocazione e visione contemporanea, l’arte culinaria secondo Michael Meister è una danza di sapori che rilasciano l’assoluto della materia prima. Luce sul gusto che illumina d’immenso l’universo poliedrico e cosmopolita dell’enogastronomica.  Allure di vissuto declinata in lifestyle contemporaneo tra passione culinaria e gioia di viverla nella libertà della sua natura.

Ristorante Loewengrube
Piazza della Dogana, 3, 39100 Bolzano BZ
Telefono: 0471 970032
https://www.loewengrube.it/

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (11/04/2025)

PHOTO :  Courtesy by Ristorante Loewengrube e Michele Luongo

 

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