St Magdalener Culinarium 2018 alla sua quinta edizione. Una giornata per percepire l’arte del fare e dell’essere Santa Maddalena, una qualità innata per ogni singolo vignaiolo che ne è piena espressione.
di Antonella Iozzo
Bolzano – Santa Maddalena, il carattere di chi coltiva l’origine nel segno dell’autenticità, parla il vino. La produzione del vino a Bolzano ha una lunga tradizione e s’intreccia con la sua personalità multiculturale. Protetta da mura prendeva forma intorno all’anno Mille su un vigneto espropriato ai frati, edificando la sua storia su un numero indefinito di cantine scavate sotto i portici. Caratteristica architettonica, sociale e culturale che nel corso del tempo ne hanno forgiato l’anima. Bastano queste poche righe per capire come la cultura del vino rientra nel patrimonio identitario della città di Bolzano.
Se nel silenzio sotterraneo delle sue cantine il vino attende il calice per decantarne l’essenza sono le colline ricche di vigneti che la circondano, a renderla una delle maggiori città produttrici di vino d’Europa. Storia e cultura enoica sembrano orchestrare una partitura armonica che prende vita in vigneti curatissimi che si ergono su pendii fino a 700 metri di altitudine. È un territorio istoriato che racconta il Santa Maddalena e il Lagrein i due vini rossi simbolo della città. Vigneti che rifediscono i canoni classici dei confini fra campagna e città, scivolando sinuosamente fin dentro i quartieri, creando e comunicando il legame intenso e profondo fra l’uomo e la terra, è un modo di vita, una filosofia che esprime e interpreta il territorio e la sua gente, il Santa Maddalena ne è la massima espressione.
L’origine di questo vino elegante e fine è legata all’omonimo quartiere Santa Maddalena, ed in particolare ad una collina ai piedi dell’altipiano del Renon, dominata dalla chiesetta dedicata a Santa Maddalena, successivamente la coltivazione è stata ampliata alle zone Santa Giustina, Rencio, Coste e San Pietro e solo il Santa Maddalena ottenuto dalle uve provenienti da queste zone può essere definito “classico”. Nel 1923 i vignaioli del Santa Maddalena, fondarono il Consorzio di Tutela e nel 1971 il Santa Maddalena, ricevette la DOC.
Il vino da sempre racconta storia e tradizioni, gesti e culture e il Santa Maddalena da sempre rilasciano l’anima di una terra di vini, dove suolo, esposizione, clima e lo spirito alpino si fondono nel gesto del produttore, nasce il Santa Maddalena, voce enoica del luogo.
St Magdalener Culinarium 2018. Diverse interpretazioni una sola musa, il Santa Maddalena
La Giornata del Santa Maddalena, con St Magdalener Culinarium 2018 alla sua quinta edizione, più che un omaggio è un viaggio che inizia con il sommelier Leopold Larcher, un racconto tra i vigneti che si aprono come una sinfonia fra sequenze geometriche e accordi in curva, e ci conduce fin dentro l’espressività dei produttori. Ognuno con una personalità e uno stile ben preciso. Diverse interpretazioni una sola musa, il Santa Maddalena.
Dal vitigno Schiava, con una piccola percentuale di Lagrein, un vino rosso che accoglie lo sguardo con il rosso lucente, seduce l’olfatto con la freschezza che sottende il piacere, e regola l’emozione di una nota appagante e leggera che si espande in convivialità. È come se l’anima del momento, qualunque esso sia, rilasciasse il sorriso perfetto, impossibile non accettare l’invito ad un brindisi che può sorprenderci con un viaggio nel calice fin sulle colline del Santa Maddalena.
Le parole di Larcher, penetrano nel cuore, i tecnicismi si sfumano nel suo racconto intriso di passione e il vino esprime tutta la sua vera natura, essere terroir di emozioni, terra e ragione.
Una giornata per percepire l’arte del fare e dell’essere Santa Maddalena, una qualità innata per ogni singolo vignaiolo che ne è piena espressione. Non bisogna cercare lontano per capire il sentimento del Santa Maddalena basta parlare con i produttori, avvicinarsi ai calici e accostare alle caratteristiche organolettiche l’intreccio di memoria ed evocazione che fluttua magicamente da ogni sorso.
22 produttori presso il giardino del Park Hotel Laurin di Bolzano per un’interessante degustazione che ha svelato la longevità del vitigno in un percorso a ritroso fino al 2008.
E quando il Santa Maddalena incontra l’arte culinaria i sensi scoprono gli armonici contrasti di un’esperienza enogastronomica giocata su infinite sfumature di gusto.
Impossibile nominatori tutti i produttori e le loro creature nei calici, impossibile non riconoscere l’autenticità e la fierezza di un gesto che ne esprime il valore. Possibile punteggiare di note prezioso un dipinto della natura in sinergica con l’uomo nella degustazione condotta dalla presidente AIS Alto Adige Christine Mayr.
Solo così possiamo carpire la semplicità e al contempo la complessità di un vino versatile, poliedrico che diventa easy con la rusticità di una bruschetta al pomodoro e bufala e il Santa Maddalena Classico 2017 “Huck am Bach” della Cantina Bolzano che svetta in freschezza e morbidezza e tenta un paso doble. Semplicità e musicalità in perfetto accordo anche per il Santa Maddalena 2017 Vigna Rondell, Glogglhof.
Santa Maddalena capace anche di rivelare la sua fluidità saten con una battuta di fassona e l’eleganza senza tempo del Santa Maddalena Antheos 2017, Ansitz Waldgries, progressione gustativa in perfetto equilibrio sensoriale.
La passione per la qualità è una dote innata e per la Cantina Pfannenstielhof, è un requisito imprescindibile. Binomio al quale si aggiungono la forza della tradizione e la voce dell’esperienza, senza dimenticare il piglio dinamico della nuova generazione. Imprinting del Santa Maddalena Classico 2016. Dolcezza e acidità si incrociano con garbo in grazia, raffinatezza, eleganza. Qualità che lo rendono ideale per abbinamenti non semplici come una parmigiana di melanzane. Ogni sorso ne segue l’impeto, per, poi, congedarsi lasciando il palato fresco e pronto per nuovi assaggi.
L’importanza del tempo è relativa e il suo scorrere riserva il sapore di chi crede nel valore della terra e dei suoi frutti, è un calice di tradizione nel riverbero dei tannini il Santa Maddalena Classico 2012 Erbhof, Unterganzner.
Tante espressività organolettiche raccontano il Santa Maddalena
Tante sfumature emozionali, tante espressività organolettiche raccontano il Santa Maddalena. È incredibile come lo stesso vitigno nel gesto del produttore assume espressività diverse.
Terreni morenici argillosi, clima alpino e temperato, escursioni termiche. Approfondimenti tecnici che assumono nell’esclusività del gesto un’impronta fondamentale. Ecco allora che le note tipiche di mandarla amara, ciliege e frutta rossa matura, declinano in intensità e struttura, poi si evolvono in forza o morbidezza e acquistano nuovo spessore nella linearità di un eleganza che a volte non ti aspetti, a volte raggiunge o sfiora le caratteristiche di vini totalmente diversi come il Pinot Nero.
È la Santa Maddalena che non ti aspetti la protagonista della masterclass tenuta da Helmuth Köcher Winehunter Winefestival Merano al Park Hotel Laurin di Bolzano. Degustazione alla cieca, tre flight ciascuna con quattro vini. Santa Maddalena vs Pinot Nero e viceversa. Ogni Santa Maddalena esprime il territorio con la propria chiave di lettura, ogni calice di Pinot Nero esprime la finezza di un vitigno internazionale con la quale il produttore ha dovuto interagire per rispettarne in canoni. Diversità e similitudine sul filo dell’interpretazione che al palato danzano tra carattere rustico light ed easy e musicalità elegante e delicata, eterea. Santa Maddalena: mandorle amare e ciliegia, Pinot Nero, note fruttate, piccole bacche di bosco, nocciole, tè, spezie leggere. Ma al palato non è poi così scontato, l’eccellenza e la qualità si sciolgano in freschezza e piacevolezza sensoriale che a volte confonde a volte sfuma le variazioni su tema in un continuum morbido e avvolgente. Helmut Köcher energico, coinvolgente, perfetto comunicatore ammalia il suo pubblico rendendo la cultura del vino lifestyle in calici di emozioni da condivider. Ma non è questo lo spirito del Santa Maddalena?
Arte culinaria ed arte enoica al servizio del diletto del vivere
La festa continua con la cena di gala al Park Hotel Laurin, Executive Chef Manuel Astuto. Arte culinaria ed arte enoica al servizio del diletto del vivere.
Una cultura senza tempo che ne celebra le molteplici espressioni. Visionnaire di creazioni raffinate dalla perfetta anticipazione gustativa. Appeal di forme e colori che stimola le papille gustative, una suspense subito appagata da una amuse bochue che sembra omaggiare la primavera, un fiore di zucca ripieno di ricotta su pomodorini. Ritratti di stagionalità tra estro e modernità. Il colore si fa gusto e l’intuizione incontra la tecnica per un “remember” di parmigiana alla siciliana che attrae e incuriosisce per la forma quasi scultorea della melanzana, ripresa nella sua forma originale sul fondale rosso vivo del pomodoro, tutto il resto e al suo interno.
Tradizione e innovazione in un continuo rimando sensoriale dal canederlo pressato, suggestiva la presentazione con erbette che richiamavano la cornice del piatto, alla faraona con variazione di barbabietole dell’Alto Adige, passando per il risotto con foglie di ravanello.
La leggerezza della materia prima, l’audacia dello chef, l’evoluzione di un idea che parte sempre dal rispetto del prodotto e dalla memoria, dalla tradizione, è un sunto culinario esaltato dalle 22 espressività dei Santa Maddalena. A noi la scelta. Il nostro intuito gustativo entra in scena ed interagisce con ogni singolo piatto, creare l’abbinamento perfetto è sempre molto suggestivo e coinvolgente, tanti fattori entrano in gioco, dal gusto personale alle conoscenze tecniche. Dolce, amaro, acido, speziato. Si diventa attori, si crea la sintonia ideale e si confronta. La vie en rose della convivialità avanza di calice in calice. Il dialogo diventa performance di duetti possibili e accordi in bilico, tutto nella felicità creativa dell’attimo. Fascinazione del tempo con le annate 2015 di Antheos, Waldgries e 2014 Ate Rebe, Plonerhof. Tradizione che guarda al domani con il Santa Maddalena classico Premstallerhof 2017, Rottensteiner. Giri di valzer fra rotondità e morbidezza per una suite che regala sempre grandi emozioni.
Pulsazioni di Santa Maddalena che illuminano l’esistenza e innervano le dinamiche della città.
Turismo, economia, gastronomia, coesione sociale, le iperbole dello sviluppo convergono tutte verso lo stesso punto, la cultura del vino. Preservala e valorizzarla vuol dire ridefinire nuovi orizzonti di crescita per un domani che ritrova la sua identità in calici di passione e territorio.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(03/09/2018)
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