Silvia Burzagli il piglio dinamico di Toscana Promozione Era fondamentale una strategia unitaria del sistema vinicolo toscano per affrontare al meglio i mercati esteri comunicando alta qualità e identità territoriale.
di Antonella Iozzo e Michele Luongo
Firenze – Anteprime di Toscana e Buy Wine, perché il vino è più che mai territorio, cultura, identità. Ne è fermamente convinta Silvia Burzagli vice direttore di Toscana Promozione, agenzia regionale al servizio dell’imprenditoria che ha organizzato l’evento insieme alla Regione Toscana. Dinamica ed intraprendente accende con vivo entusiasmo la platea internazionale focalizzando l’attenzione dei buyer e della stampa sul palcoscenico vinicolo toscano.
Come nasce Anteprime di Toscana?
Nasce da un lavoro avviato due anni fa nel tentativo di sviluppare una strategia unitaria del sistema vinicolo toscano per affrontare al meglio i mercati esteri. Essendo un universo molto frammentato e ricco abbiamo bisogno di parlare in modo unitario altrimenti il consumatore straniero resta confuso. Questa percezione, non dimentichiamo che il nostro mestiere è sviluppare strategie di commercializzazione e internazionalizzazione, ha dato l’avvio a tale format prima con i Consorzi più noti, da anni nell’ambito delle anteprime, e ora insieme con quelli meno noti che per la prima volta si presentano alla stampa e ai buyer internazionali nell’ambito di una settimana dedicata al vino e che proseguirà su territorio.
Si avvertiva tale bisogno secondo lei?
Si, era fondamentale mettersi insieme e lo dimostra il fatto che abbiamo avuto un’adesione interessantissima da parte dei buyer, un grande interesse da parte della stampa e moltissima soddisfazione dai produttori.
I vostri punti forza?
Scegliere Firenze, capoluogo conosciuto in tutto il mondo, come centralità di un evento che poi ha un raccordo su territorio, la qualità, con un sistema di controlli molto stretto e l’identità territoriale che noi riteniamo essere una grande forza.
Prossimi progetti?
Migliorare e perfezionare questo rapporto sinergico arricchendolo di ulteriori elementi e poi raggiungere il consumatore finale. Noi qui stiamo lavorando sul business sul B2B, volutamente non abbiamo aperto al pubblico perché riteniamo che il passo successivo sia lavorare con il territorio ed i Consorzi per accogliere il consumatore finale, il turista, animando la Toscana nei periodi migliori, riscoprendo e rivalutando la sua bellezza naturale, facendo gustare dell’ottimo cibo e dell’ottimo vino.
Obiettivo finale, quindi, il consumatore?
Chiaro, ma per arrivare al consumatore dobbiamo educare l’intermediario. Molto spesso gli stessi buyer non conoscono in maniera articolata le denominazioni italiane e toscane in particolare. L’intento del workshop a Villa Montalto, infatti, era proprio questo: far vedere ogni singola denominazione in quale pezzo di Toscana si trova. I nostri territori sono molto diversi estendendosi dalla costa alla collina, fino alle espressioni pedemontane, ognuno di questi da caratteristiche al vino molto particolari. È necessario che i buyer abbiano questa percezione per poi proporla ai consumatori.
Possiamo dire la Toscana in bottiglia?
Si, possiamo dire la toscana in bottiglia ma mi piacerebbe dire la Toscana che vola verso il mercato sempre più globale con la nostra farfalla, portatrice di qualità e autenticità.
di Antonella Iozzo e Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(20/02/2013)
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