Stefano Rosi dalla Casa del Vino a Melbourne, in Australia. Con emozione e soddisfazione ci racconta questi anni professionalmente affascinanti, se pur impegnativi, che hanno dato un nuovo taglio alla sua carriera da Chef
di Antonella Iozzo
Isera (TN) – Stefano Rosi, tutte le sfumature di uno chef dall’animo Trentino e dallo spirito internazionale.
Giovane, dinamico, intraprendente coniuga la passione all’intelligenza e conquista i palati di Melbourne, Australia. Nel segno ampio della creatività esprime il piacere e la tecnica, la professionalità e l’impegno. Un percorso iniziato in quella fucina di talenti che è la Casa del Vino di Isera abilmente gestita da Luca Bini, mente aperta coniugata al territorio e il linea con il futuro. Nelle sue corde l’ospitalità più autentica e una propensione evolutiva che valorizza l’identità, la tradizione, il gesto dei produttori locali.
Cultura territoriale, sviluppo e innovazione trasformano le idee in sostanza e rendono questo luogo, espressione simbolo di un Made in Trentino capace di ridefinire gli orizzonti attraverso l’eccellenza enogastronomica, i valori della coesione e dell’accoglienza e la formazione di professionisti del domani come lo Chef Stefano Rosi.
Ispirazione Luca Bini che forgia un talento naturale per la cucina, chiediamo a Stefano: “Si è proprio così. Luca mi ha sempre stimolato, proiettato verso l’internazionalizzazione, dandomi concretamente la possibilità di crescere tramite diversi stage a Monaco per esempio. Una bella persona che mi ha saputo trasmettere molto”.
Sembra quasi che il vostro rapporto non si sia mai interrotto …
ù“Esattamente. Ho lavorato qui per quattro anni in armonia con me stesso e in sintonia con chi mi stava intorno. Allora c’era uno chef giapponese, molto bravo, dal quale ho imparato tantissimo. Poi devo dire che non ho mai avvertito la suggestione del “capo”, Luca era il fratello maggiore che ti sapeva incitare, stimolare, guidare e dare una mano quando occorreva”.
Esperienza felice e proficua che genera immancabilmente la voglia di conoscere altre realtà, di crescere e rinascere Chef, più che mai per essere il tramite di una cultura gastronomica fonte di convivialità, benessere e bellezza.
Life style per ogni destinazione che il mondo ci propone e dalla Casa del Vino a Melbourne in Australia il passo sembra essere breve, è così Stefano: “In un certo senso si, perché la voglia di fare esperienza, di conoscere altre realtà e di mettersi in gioco era ed ancora tanta”.
Come ha iniziato quest’avventura australiana? “Inviando il mio curriculum al Ristorante Vue de monde e di li ha poco, mi sono trovato nella cucina di “Shannon Bennet”.
Shannon Bennet , volto noto di MasterChef Australia … “Si. Un’esperienza unica, straordinaria che mi ha segnato e formato. In un ambiente come questo non solo si percepisce l’importanza del confronto, ma lo vivi giornalmente, perché sei a contatto con una professionalità altissima che esige rigore nella preparazione e presentazione dei piatti, e poi lavori una materia prima eccelsa.
L’abilità e la padronanza tecnica sono le basi dalle quali partire, non ci sono dubbi, ma dopo pensi che si possa anche osare, proporre soluzioni un po’ originali? “ Si certamente”.
Dal piatto o meglio dalla cucina c’è qualche novità che fa tendenza in Australia? “Forse l’uso sempre più frequente di erbe naturali, soprattutto alghe che gli chef vanno a cercare in spiaggia per decorazioni degne di un dipinto. Ma anche molte emulsioni di erbe come un ritorno alla natura”.
Emozioni stellate che traducono l’essenza di una concezione culinaria, quella di Bennet e dei suoi Vue de monde, direi quasi dei templi per i godimenti sensoriali …
“Si”, continua Stefano, “da Vue de monde, tre cappelli, il cibo diventa vera esperienza, coinvolgimento per corpo e anima, grazie alla cucina a vista in soluzione di continuità con la sala. I menù degustazione, per esempio, sono una sinfonia da degustare con tutti sensi, affinché l’ospite si senta completamente avvolto da una atmosfera speciale nella quale gli chef hanno un ruolo attivo. Si esce, infatti, in sala, molto spesso, per spiegare i più piccoli dettagli di ogni piatto”.
Conversando con Stefano, non possiamo non notare la vibrante emozione che lo attraversa nel raccontarci questi anni professionalmente affascinanti, se pur impegnativi, che hanno dato un piglio e un nuovo taglio alla sua carriera da Chef. Stefano non si ferma, ha voglia di dar voce ad una propria personalità, di creare un proprio spazio che esalti le sue capacità.
Accetta una nuova sfida, gestire la cucina di un nuovo locale l’ Hawthorn Common di Melbourne dal nome del suo quartiere. Una location dove la convivialità detta i ritmi del piacere, dove ritrovarsi per trascorrere momenti sereni e gustosi di ottima qualità. E Stefano non delude.
Si alza il sipario e cosa va in scena? “Piatti, semplici, naturali, biologici. Piatti creativi che creo in base alla materia prima che mi viene proposta giorno per giorno. Dal pane ai dolci produciamo tutto noi, a partire dalle farine e dal lievito madre. Genuinità, freschezza e abbinamenti che esaltano i sapori con estro creativo al servizio sempre del prodotto mai il contrario”.
Filosofia che sposa la tradizione culinaria o magari contribuisce a crearla … “In effetti, in Australia non esiste una vera propria tradizione, vi sono tante influenze tra cui predomina quell’asiatica. È una cucina internazionale dove è possibile trovare di tutto dalla carne al pesce alle verdure”.
Ora sarà possibile trovare anche un po’ di cucina trentina? “Naturalmente. Ho rivisitato i canederli. Con il loro impasto ho preparato degli gnocchi che spadellati sono stati il contorno ideale per una guancia di vitello. Ho anche creato dei mini canederli fritti con tanto formaggio e speck, come snack per l’aperitivo. Molto apprezzati.
Le radici di Stefano sono fonte d’ispirazione per prelibatezze che catturano l’attenzione e il gusto australiano, promuovendo la nostra cultura nel modo più gustoso possibile. Un successo in crescendo quello di Stefano, che non esclude un ritorno in Trentino che si porta nel cuore e nell’anima, insieme all’amore per la sua ragazza australiana Lisha, nello staff di Bennet, ed ora esperta pasticciera in un negozio di dolci e cioccolatini artigianali. Amore, cucina, anima trentina, mente senza confini. Passioni da cucinare a fuoco lento, con competenza e impegno per un saper vivere contemporaneo in linea con la consapevolezza del passato e l’evoluzione del domani.
Ed è proprio questo che sembra trasmetterci il ricordo e l’insegnamento dei suoi Maestri.
Stefano, nel tuo passato più recente Shannon Bennet, cosa di porti dentro?
“Determinazione e professionalità sopra ogni cosa”.
Volgendo lo sguardo più indietro Luca Bini … “Luca è il miglior professionista che abbia mai incontrato nella mia vita. Mi ha trasmesso la passione, la voglia di migliorarmi, di crescere. Non penso che sarei arrivato dove sono oggi, se non ci fossero stati la Casa del Vino e Luca Bini”.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(17/10/2014)
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