Trentodoc Bollicine sulla Città. Una sinfonia concertante la musicalità dell’equilibrio nel fine perlage delle bollicine. Visite alle cantine per vivere a tu per tu con il produttore l’intreccio di gesti e di terroir che pulsa dietro ogni etichetta.
di Antonella Iozzo
Trento – Aria di festa a Trento con Trentodoc Bollicine sulla Città. Dal 26 novembre al 13 dicembre on the stage le bollicine di montagna. Presso lo storico Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca Provinciale del Trentino, e le diverse case spumantistiche, appuntamenti, degustazioni, incontri per operatori del settore ed appassionati. Celebraty event for bubbles ed è un continuo scoprire o riscoprire le diverse declinazioni del Metodo Classico TrentoDoc.
Ma l’intera città si lascia vivere nella sobria teatralità della sua architettura con “Happy Trentodoc”, degustazioni nei bar, winebar, ristoranti ed enoteche che proporranno l’aperitivo serale accompagnato da prodotti del territorio.
Una sinfonia concertante la musicalità dell’equilibrio nel fine perlage delle bollicine con qualche nota estranea all’armonia: l’organizzazione delle due giornate dedicate agli operatori del settore del 27 e 28 novembre al MUSE, il nuovo Museo delle Scienze. Molta scena, poco appeal. I sorrisi e l’ospitalità, un optional, le informazioni a discrezione degli addetti al servizio.
I protagonisti ci sono, ovvero le 37 cantine e le loro meravigliose etichette, gli operatori e i giornalisti svolgono il loro ruolo, l’organizzazione pecca di autostima e la location che evidenzia le idiosincrasie di una comunicazione d’impatto, ovvero poca interazione fra Muse e bollicine. L’attrattiva del binomio Muse – Renzo Piano funziona in termini d’immagine e quindi di marketing, ma purtroppo, a volte, ci si dimentica che non tutti gli eventi vengono valorizzati da tale imprinting.
In questo caso, i banchi d’assaggio, posti al piano terra e al piano interrato erano la cornice all’esposizione museale e non il contrario. La confluenza visiva tra gli invitati all’evento e i visitatori del museo ha inscenato una performance contemporanea di sguardi vaganti verso la spazialità aperta della struttura, l’evoluzione scientifica e la cultura del vino sospinta verso il piacere delle bollicine in continua sospensione tra l’istante rubato al Museo e i momenti degustativi.
Fortunatamente questi prevalgono su tutto ed è danza organolettica per capolavori classici come Ferrari, Altemasi, Rotari, Conti Bossi Fedrigotti/Masi.
Diversi terroir, diverse interpretazioni, diverse espressività di un capolavoro unico.
Trentodoc spumante di montagna, territorio, altitudine e clima, sono gli elementi che ne suggellano le peculiarità e poi il gesto del produttore. Importantissime le escursioni termiche tipiche dell’ambiente alpino fondamentale per conferire quei profumi inconfondibili del Trentodoc.
Acidità, mineralità, freschezza eleganza, in un mosaico di fragranze che si apre a ventaglio rivelando nomi che sono sinonimo di alta qualità come Cantine Monfort, Cantina Mori Colli Zugni, Endrizzi, Maso Martis, Moser, e la lista continua, impossibile degustare tutti le 37 cantine presenti per 102 Trentodoc. Ma una degustazione ci ha particolarmente affascinato il 976 Riserva del Fondatore Talento 2005 Letrari, dorata impressione vestita di rotonda armonia. Eleganza discreta e raffinata che con grazia rilascia cadenze perlacee di buona struttura e sapidità. Velluto aromatico che rimanda alla frutta secca e rilancia con un finale persistente e seducente. È l’ouverture di una fine dining che volge al finale sussurrando l’intesa perfetta con l’esclusività.
Trentodoc Bollicine sulla Città, il piacere conviviale delle bollicine di montagna si tinge di fashion atmosphere e di esplorazioni culturali tra le visite alle Cantine. Opportunità da non perdere per vivere a tu per tu con il produttore l’intreccio di gesti e di terroir che pulsa dietro ogni etichetta.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(29/11/2015)
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