Venica acquista Ruttars

Venica&Venica acquista Ruttars, vigneto-simbolo del Collio.
Con questa acquisizione la superficie vitata dell’azienda sale a 43 ettari complessivi, tutti in zona Doc Collio.

Vigneto-venicaUn vigneto probabilmente tra i più fotografati del Collio – quello di Ruttars, già di proprietà della famiglia Valle – è stato acquisito recentemente dall’azienda Venica&Venica, con un investimento complessivo di poco inferiore al milione di euro, per una superficie (corpo unico) di quasi 10 ettari, dei quali sei abbondanti vitati a Pinot grigio, Sauvignon e Chardonnay. “Proprio ciò che ci serviva per riuscire a soddisfare le richieste che ci vengono dal mercato nazionale ed estero”, commenta Gianni Venica.

43 ettari nella Doc Collio per Venica&Venica- Ai filari che salgono fino ad un cocuzzolo da dove si può godere di un panorama straordinario – dal Collio Sloveno alle corona delle Alpi – si alternano boschetti di robinie e di carpini. Proprio in cima vi sono anche due fabbricati, attualmente poco più che ruderi; ma non è difficile immaginare che, in futuro, possano essere recuperati e diventare parte integrante e importante dell’ospitalità Venica. Con questa acquisizione la superficie vitata dell’azienda sale a 43 ettari complessivi, tutti in zona Doc Collio: una dimensione più che rispettabile, se si considera che gli ettari rivendicati come Doc in quella che è indubbiamente la parte più famosa e conosciuta del “vigneto Friuli” sono poco più di 1.200.

Due storiche famiglie dell’enologia friulana – Il passaggio del vigneto di Ruttars dai Valle ai Venica – due famiglie storiche, entrambe pietre miliari nella storia della viticoltura friulana – è avvenuto senza clamore, al termine di una trattativa sobria e riservata, com’è nello stile di Walter Vio, titolare della Agenzia Trevi di Treviso, che sottolinea: “Per Gigi Valle e la sua famiglia si è trattato di una razionalizzazione, per concentrare l’attività aziendale nel territorio dei Colli Orientali dove hanno la sede (a Buttrio) e gli storici vigneti di Rosazzo”.  www.civiltadelbere.com

di Bepi Pucciarelli
(31/08/2013)

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